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Con questa giornata l’Onu si impegna a migliorare la situazione delle persone con disabilità e le loro opportunità, invocando la necessità di una maggiore inclusione sociale.
Le barriere fisiche possono essere un ostacolo insormontabile per una persona disabile, ma le barriere culturali sono ancora più difficili da abbattere. Proprio per sgretolare queste barriere il 3 dicembre si celebra la Giornata mondiale delle persone con disabilità istituita nel 1992 dalle Nazioni Unite per promuovere la consapevolezza e mobilitare il sostegno per i problemi critici relativi alla inclusione delle persone con disabilità nella società e nella sfera lavorativa.
Quest’anno il tema della giornata è: “Aumentare l’indipendenza delle persone con disabilità, assicurarne l’inclusione e l’uguaglianza”. Uno degli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite è proprio quello di “non lasciare nessuno indietro”.
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Si stima che siano circa un miliardo le persone in tutte il mondo che vivono con una disabilità e l’80 per cento di loro vive nei paesi in via di sviluppo. In Italia, secondo i dati Istat, vivono oltre 3 milioni di persone con gravi disabilità. Di queste solo un milione e centomila fruiscono di indennità di accompagnamento, mentre 200mila adulti vivono in istituti sanitari, in stato di effettiva segregazione.
L’Italia può vantare una normativa sulla disabilità tra le più avanzate, dalla legge quadro n. 104 del 1992 alla legge n. 68 del 1999 sul lavoro delle persone con disabilità, fino ai testi che hanno disciplinato questioni importanti come l’accessibilità o l’inclusione nel sistema scolastico.
Tuttavia i disabili vengono ancora concepiti come un peso, senza riuscire a “sfruttare” il loro valore e la loro capacità, senza riconoscere la genialità che talvolta li anima, magari semplicemente a causa di una rampa di scale.
Il tema dell’anno scorso era “Trasformazione verso una società sostenibile e resiliente per tutti”.
L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile prevede di “non lasciare indietro nessuno”. Le persone con disabilità, in quanto beneficiarie e agenti del cambiamento, possono accelerare il processo verso uno sviluppo sostenibile e inclusivo e promuovere una società resiliente per tutti, come nel contesto della riduzione del rischio di catastrofi, delle azioni umanitarie e dello sviluppo urbano. I governi, le persone con disabilità, le loro organizzazioni rappresentative, le istituzioni accademiche e il settore privato devono lavorare come una “squadra” per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.
“Dobbiamo lavorare insieme per la piena ed uguale partecipazione delle persone con disabilità in un mondo inclusivo e sostenibile, che abbracci l’umanità in tutta la sua diversità“, ha dichiarato il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon. Il tema dell’edizione del 2016, “Raggiungimento di 17 obiettivi per il futuro che vogliamo”, fa riferimento alla recente adozione dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (Oss) e il ruolo di questi obiettivi nella costruzione di un mondo più inclusivo ed equo per le persone con disabilità. Gli obiettivi di quest’anno prevedono la valutazione dello stato attuale della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità e l’avvio di una maggiore inclusione delle persone con disabilità.
“Troppe barriere sono ancora di ostacolo alla piena fruizione dei diritti di cittadinanza da parte di chi è portatore di una disabilità, sia essa fisica, mentale o relazionale” – ha dichiarato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “È compito della società nel suo insieme, delle istituzioni, dei corpi intermedi, delle famiglie, dei singoli, abbattere questi muri e far crollare le barriere, fisiche e culturali, che impediscono una piena partecipazione alla vita della società”.
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