Con una sentenza storica, la Cassazione conferma la condanna per il comandante italiano che ha consegnato 101 migranti alla Libia.
Il 6 novembre è la Giornata mondiale contro lo sfruttamento dell’ambiente nelle guerre e nei conflitti armati
L’obiettivo della giornata è quello di porre l’attenzione sui danni alle risorse naturali provocati dai conflitti armati in tutto il mondo.
La guerra di solito non conosce vinti né vincitori lasciando sangue e macerie in entrambi gli schieramenti. “Fra i vinti la povera gente faceva la fame. Fra i vincitori faceva la fame la povera gente egualmente”, scriveva Bertolt Brecht. Ma c’è sempre una vittima incolpevole che suo malgrado si trova in mezzo ai conflitti degli uomini: l’ambiente. Foreste abbattute o incendiate, corsi d’acqua avvelenati, animali uccisi. Ricordiamo ad esempio i gorilla di montagna uccisi e torturati dai soldati nel corso della guerra in Ruanda e nel Congo occidentale.
La violenza perpetuata ai danni della natura ha anche implicazioni economiche, il reddito di circa metà della popolazione mondiale dipende infatti dalle risorse naturali. Spesso i conflitti nascono proprio da una cattiva gestione e ridistribuzione delle risorse, non è un caso se, secondo i dati raccolti dal Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite (Unep), il 40 per cento dei conflitti interni degli ultimi sessanta anni ha avuto per obiettivo la conquista del territorio e delle risorse naturali come legname, diamanti, oro e petrolio.
“Dobbiamo usare tutti gli strumenti a nostra disposizione, dal dialogo alla diplomazia, per evitare lo sfruttamento non sostenibile delle risorse naturali e per evitare che alimentino i conflitti che destabilizzano le fragili fondamenta della pace”, ha dichiarato il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon.
Il 6 novembre si celebra la Giornata mondiale contro lo sfruttamento dell’ambiente nelle guerre e nei conflitti armati istituita nel 2001 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Secondo l’Onu c’è una connessione diretta tra la conservazione e la tutela delle risorse naturali e il mantenimento della pace: se gli ecosistemi vengono distrutti i mezzi di sussistenza scarseggiano ed è più probabile l’insorgere di conflitti.
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