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Il batterista che sussurrava alle volpi
A Viterbo è conosciuto come “l’uomo delle volpi“. Michele Villetti, batterista, percussionista e compositore poco più che trentenne, ha trascorso tre mesi insieme a un branco di volpi selvatiche incontrate nei boschi della Tuscia. Dopo aver instaurato con loro un rapporto di amicizia e di fiducia, il musicista ha condotto i canidi in una zona
A Viterbo è conosciuto come “l’uomo delle volpi“. Michele Villetti, batterista, percussionista e compositore poco più che trentenne, ha trascorso tre mesi insieme a un branco di volpi selvatiche incontrate nei boschi della Tuscia. Dopo aver instaurato con loro un rapporto di amicizia e di fiducia, il musicista ha condotto i canidi in una zona protetta, lontana dall’area di caccia in cui si trovavano. La favola vissuta da Villetti come un novello Piccolo principe nella terra degli Etruschi è diventata un album autoprodotto, realizzato attraverso una campagna di crowdfunding a cui è possibile contribuire fino al 23 dicembre.
L’incontro con Renard e le altre volpi
Il legame tra Villetti e le volpi nasce nell’estate del 2013, quando l’artista incontra i primi esemplari a Ponte dell’Elce sulla Cassia Sud, nel viterbese. Due volpi di circa un anno gli appaiono lungo la strada mentre sta guidando di ritorno verso casa. Accostatosi e sceso dalla macchina, dopo qualche ora di osservazione reciproca, riesce a farsi avvicinare e annusare dall’esemplare meno diffidente usando il fischio come richiamo. La sera successiva si reca nello stesso posto e, sempre fischiettando, vede risbucare dai cespugli la giovane volpe.
Gli incontri tra Villetti e Renard, come la chiamava lui, si ripetono per cinque mesi. Condividono lunghe passeggiate nei boschi, dove l’uomo non porta mai del cibo all’animale selvatico eppure riesce a prenderlo in braccio e a farsi dare la zampa. Una sera di ottobre, purtroppo, Renard non risponde ai suoi fischi. Alcuni ragazzi della zona avvertono Michele che hanno avvistato il quadrupede per strada, inerme, investito da un’auto.
Il ricordo di Renard segna profondamente l’esistenza di Villetti che, dopo aver dato degna sepoltura all’amico (“A Renard, la volpe che insegnò all’uomo ad avere coraggio“), gli dedica una canzone nel suo primo disco da solista, Masileyo, ricevendo tra l’altro il plauso da Ennio Morricone che lo definisce un “ottimo lavoro”.
Quella che sembrava essere stata un’avventura unica, in realtà, si riproduce l’anno successivo. Il musicista, in seguito a un avvistamento sulla strada Palanzana che conduce al monte omonimo, fa amicizia con un altro docile esemplare di volpe. Come con Renard, ne diventa amico, ma questa volta viene introdotto agli altri tre esemplari del branco. Villetti trascorre con loro tre mesi, riuscendo nell’impresa di accompagnarli fuori dalla zona di caccia dove vivevano e a farli insediare in un’area più sicura nel parco dell’Arcionello.
L’uomo delle volpi tra musica e natura
Michele Villetti, che ha collaborato con diversi musicisti del panorama jazz, pop, world e progressive, è un polistrumentista che prende completa ispirazione dalla natura. Soprannominato “fox” anche nell’ambiente jazz dove solitamente suonano i “cats”, ha ideato il movimento The Art Republic Foundation Studio (Repubblica delle Arti). Qui produce, suona, insegna e coltiva la propria ideologia estetica: innalzare lo spirito tramite una immersione totale nella natura e nella pratica delle arti.
Così si racconta:
“La natura fa parte da sempre della mia vita, è la prima missione alla quale mi sono dedicato. Fin da piccolo mi sono prodigato nella sua difesa, salvaguardando animali e terre. La mia Tuscia è la principale fonte di ispirazione nei miei lavori musicali. Sovente mi reco nei boschi, cammino fino all’entroterra e mi siedo, ascoltando quello che ho intorno, senza fare altro; a volte rimango fermo nello stesso punto per ore ad attendere, in silenzio, finché non arriva l’ispirazione.
Molte persone credono che l’energia si possa trasmettere solo attraverso la corrente elettrica, magari da un alimentatore all’ultimo smartphone in commercio, ma non è cosi. Ho imparato ad andare oltre, cercando di focalizzare l’attenzione sullo scambio energetico tra gli esseri viventi e la natura. Grazie a questa attitudine sono riuscito a instaurare rapporti di amicizia anche con animali selvatici, come le volpi, che mi hanno arricchito spiritualmente come non mai. In tutto questo c’é tantissima magia, ma non c’é nulla di impossibile o irraggiungibile: ognuno di noi è pronto e ha la facoltà di connettersi, solo che con il nostro allontanamento dall’essenziale queste doti si atrofizzano.
È così che nasce la mia musica, dai boschi e dalle vallate, dalle volpi e dalle poiane e la mia missione è quella di utilizzare i suoni come mezzo per sensibilizzare le persone a un ritorno verso la natura, unica e autentica patria per ogni specie della terra”.
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