Il gatto deve essere accompagnato con intelligenza verso il fine vita. Ma basta poco per rendere la sua terza età più agevole e accettabile.
Il cucciolo e il linguaggio corporeo, l’importanza di coccole e attenzioni
Un cucciolo di cane ha uno sviluppo psichico molto veloce. Impariamo a conoscere le fasi dei primi mesi di vita e i segreti del suo linguaggio corporeo.
Coccole, attenzioni, abbracci: per il cagnolino che è arrivato finalmente da noi sono davvero fondamentali. Ed è essenziale sapere dosare queste manifestazioni di affetto per non provocare paure o incertezze nel piccolo. “Il cucciolo è sintonizzato con le emozioni della mamma ancora quando è nell’utero. Se la madre ha paura o è arrabbiata i visceri o l’utero stesso si contraggono. Dal 45esimo giorno di gestazione i piccoli sono sensibili a questo ‘contatto’ sgradevole. Dalla nascita fino alla vecchiaia le emozioni giocano un ruolo fondamentale nella vita di un cane. La mamma deve essere capace di comprendere quando i suoi figli hanno paura o sono troppo eccitati o arrabbiati: deve coccolarli, leccarli e confortarli per far loro imparare a gestire da soli i momenti di difficoltà”, spiega la dottoressa Chiara Passalacqua, medico veterinario, esperta in comportamento animale e vicepresidente di Sisca (Società italiana scienza del comportamento animale) che ci accompagna in un viaggio affascinante nel body language del nostro piccolo, grande amico a quattro zampe.
Il cucciolo e il suo universo
Nel mondo del cagnolino che, in un certo qual modo, ha invaso la nostra vita le variabili sono tante. E alcune anche molto complesse da decifrare. Per questo è importante riconoscere la comunicazione del piccolo, che manda chiari segnali attraverso il corpo e la voce. Quando arriva un cucciolo ci sono comportamenti che possiamo aspettarci come il mordicchiare, lo scodinzolio vivace o la lotta con altri cani della stessa età. Si tratta di modalità per prendere le misure di se stessi, del proprio corpo, della propria forza. Esercizi che, sotto forma di gioco, gli consentono di imparare. Ci sono però delle modalità inattese e ambigue che devono essere comprese e affrontate per non arrivare a comportamenti errati nel tempo.
I segnali di gioia e benessere
Quando è contento, il cucciolo emette piccoli guaiti, tentativi di abbaiare, spesso tende le orecchie in avanti, saltella, mordicchia per l’eccitazione, tira i pantaloni, scodinzola vivacemente, si accuccia per fare agguati. Si tratta di segnali che comunicano il desiderio di giocare, la sua curiosità innata. Il consiglio a fronte di questi comportamenti è di dargli attenzione e di giocare, in maniera però pacata e tranquilla, in modo da non comunicargli ulteriore eccitazione.
Quando sono molto emozionati, i cuccioli possono anche fare la “pipì emozionale”, cioè piccole minzioni dovute a picchi di emozioni come, per esempio, un saluto affettuoso o un contatto sociale che il cucciolo fa fatica a “gestire” emotivamente. Si tratta di un comportamento transitorio che generalmente passa con lo sviluppo.
I segnali di ansia e paura
I fattori di ansia o paura per un cucciolo appena arrivato in una nuova famiglia possono essere tanti: per lui è davvero tutto sconosciuto. Se, alle prime uscite, si siede o fa opposizione sta comunicando che ha paura dell’ambiente esterno e ha bisogno di supporto per affrontarlo; se tiene le orecchie all’indietro ha timore, così come se tiene la coda fra le zampe posteriori. Occorre tener presente che il rumore del traffico per il piccolo può davvero essere spaventoso all’inizio. In questi casi, si può prenderlo in braccio per qualche minuto solo nei momenti di maggiore difficoltà.
Ciò vale anche in altre situazioni “critiche”: gli ascensori magari con specchi, l’attraversamento di porte, o quando si incrociano riflessi che possono irritarlo e sconcertarlo. Ma il tutto deve essere fatto solo in questi casi e per le prime volte. Nei primi giorni, meglio portarlo fuori in orari tranquilli, incoraggiandolo con serenità senza mai trascinarlo, oppure accompagnarlo (in auto) a passeggiare in un parco o in un’area tranquilla.
I periodi critici nella vita del cucciolo
Esiste, poi, un periodo in cui il cucciolo ha più paura (è il cosiddetto periodo della paura, appunto) che inizia intorno alla quinta settimana di vita: serve a evitare che i piccoli si mettano nei guai perché sono già in grado di muoversi da soli. Dopo la separazione dalla madre il referente umano diventa un genitore e ha il compito di proseguire il lavoro della mamma ufficiale. Il cucciolo deve essere rincuorato quando ha paura e calmato se troppo agitato o arrabbiato. I cuccioli spesso soffrono di solitudine e lo manifestano con pianto e guaiti, come riporta l’esperienza del 15 per cento dei proprietari. Nei primi giorni dell’adozione è consigliabile dedicare loro del tempo senza lasciarli soli e abituarli in modo graduale alla separazione.
Utilissimo, una settimana prima del suo arrivo, diffondere nell’ambiente feromoni del cane con specifici prodotti per inviare al piccolo ospite un messaggio naturale di serenità che gli farà percepire l’ambiente come familiare. Se il cucciolo appare troppo tranquillo, dorme più del solito o è meno incline al gioco lamentandosi con piccoli guaiti, potrebbe soffrire di un disturbo fisico. In questo caso, si può per prima cosa valutare le feci. Il piccolo potrebbe avere parassiti intestinali, e quindi diventa basilare consultare il veterinario di fiducia.
L’importanza delle coccole
I cuccioli sono irresistibili e tutti, in famiglia e fuori dalla famiglia, fanno a gara per coccolarli. Un approccio simile a quello usato con i bambini è corretto dal punto di vista emotivo, ma non da quello fisico. Quindi, per esempio, parlargli teneramente o offrire consolazione con una carezza se di notte piangono o hanno paura va bene. Ma è bene ricordare che l’abbraccio non è il contatto preferito dal cane che lo tollera, ma non lo gradisce. Meglio offrirgli vicinanza e far sentire la propria presenza, per esempio posizionando la cuccetta nella nostra camera per i primi giorni.
E se per strada si incontrano persone che vogliono accarezzarlo, meglio proteggerlo dall’eccessiva fisicità degli estranei al suo nucleo famigliare. Non prenderlo in braccio, per esempio, per farlo accarezzare, ma abbassarsi e avvicinarsi gentilmente a lui, lasciando decidere al cucciolo se cercare riparo nel proprietario o lasciarsi avvicinare. Anche in questi casi, infatti, ogni piccolo cane è un universo a sé e ha un carattere diverso e differenti modalità di approccio. Pensiamoci prima di adottare comportamenti stereotipati che potrebbero non essere idonei all’individualità del nostro nuovo amico.
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