L’attrice Alba Rohrwacher è la voce narrante di Antropocene, l’epoca umana. Un viaggio imprescindibile e “struggente” che in occasione dell’Earth day approda online.
Il film sul fracking di Matt Damon: Promised Land
Il film sul fracking di Matt Damon, Promised Land, esce in Italia Uscito lo scorso 28 dicembre nei cinema statunitensi Promised Land, ultima prova da regista di Gus Van Sant, è arrivato nelle nostre sale giovedì 14 febbraio. La sceneggiatura è stata scritta dal protagonista Matt Damon insieme a John Krasinski, anche lui nel cast. In passato Matt Damon
Il film sul fracking di Matt Damon, Promised Land, esce in Italia
Uscito lo scorso 28 dicembre nei cinema statunitensi Promised Land, ultima prova da regista di Gus Van Sant, è arrivato nelle nostre sale giovedì 14 febbraio. La sceneggiatura è stata scritta dal protagonista Matt Damon insieme a John Krasinski, anche lui nel cast. In passato Matt Damon aveva scritto un’unica sceneggiatura, quella di Will Hunting – Genio ribelle, in coppia con Ben Affleck. Già il fatto che dopo quindici anni abbia voluto tornare alla scrittura, per raccontare la storia di una comunità rurale devastata dalla pratica del fracking può esser visto come una bella conferma del suo ambientalismo. Addirittura, lo avrebbe voluto dirigere lui.
La trama del film Promised Land
Nel film, il rappresentante del colosso energetico Global Crosspower Solutions Steve Butler (interpretato con convinzione da Matt Damon), arriva in una cittadina rurale con il suo partner commerciale, Sue Thomason (Frances McDormand). Dato che la città è duramente colpita dal declino economico degli ultimi anni, i due trovano gli abitanti locali sfiancati, abbastanza propensi ad accettare l’offerta dell’azienda, per i diritti di trivellazione delle loro proprietà.
A prima vista, Butler sembra un salvatore per la città, promettendo a poveri contadini disoccupati una rinascita economica. Ma diventa rapidamente un cattivo – in quanto adepto della grande, cattiva multinazionale che vuol sfruttare i poveri e disinformati attraverso tangenti e promesse di facili guadagni. Cioè da quando un anziano insegnante (Frank Yates – Hal Holbrook, che rappresenta la voce della giustizia nel film) si alza in una riunione cittadina ed espone i pericoli della fratturazione idraulica che Butler stava omettendo.
E se il personaggio di Matt Damon arriva nella cittadina per convincere i suoi abitanti che del fracking non bisogna avere paura, a un certo punto tutte le paure degli ecologisti si materializzano nella morte di alcuni animali da fattoria, facendo scattare la lotta.
Quello che sembrava un lavoro facile, così, diventa complicato, anche per le proteste di una campagna popolare guidata dall’ecologista Dustin Noble (John Krasinski) che contrasta Steve sia personalmente che professionalmente.
Il film s’impernia dunque sulla lotta tra due modi di vivere e di pensare opposti. Da una parte il mondo aziendale e monetario della corporation che non perde una causa in cinquant’anni; dall’altra la difesa della vita rurale e pulita degli ecologisti. Solo che, appunto, ad impersonare questi due mondi opposti ci sono esseri umani, con tutte le loro storie e le proprie personalità.
Per esempio Steve è cresciuto da bambino in una fattoria in Iowa, in zone rurali simili a quella del paesino in cui è arrivato ma, tra delusione e impossibilità per un futuro, se ne andò da giovane. Oggi si trova ad essere l’uomo senza scrupoli che non voleva diventare. Dall’altra parte, Dustin s’era già scontrato con laGlobal Crosspower Solutions ed è rabbiosamente intenzionato a sconfiggerla.
Cos’è il fracking
Fracking è l’abbreviazione di “hydraulic fracturing”. La pratica del fracking, o fratturazione idraulica, utilizza la pressione idraulica per provocare lo sbriciolamento degli strati rocciosi e favorire in questo modo l’estrazione del gas scisto, tramite trivellazioni. La prima azienda statunitense a utilizzare commercialmente questa pratica è stata la Halliburton, nel 1947. Secondo i suoi propugnatori, è una tecnologia che aiuterà gli Stati Uniti a raggiungere l’autonomia energetica o perlomeno a ridurre la dipendenza del petrolio dei Paesi arabi.
Secondo i suoi detrattori, è devastante per l’ambiente, costosa e insostenibile probabilmente anche economicamente.
Maria Rita D’Orsogna ne ha parlato tra i primi nel 2012, in Fracking, l’ultima diavoleria dei petrolieri per spremere la Terra:
Il fracking è un modo “non convenzionale” per estrarre gas da roccia porosa di origine argillosa detta scisti (shale in inglese), le cui vacuità ospitano in prevalenza metano. Con le tecniche “tradizionali” questo gas non potrebbe essere estratto, visto che il gas è intrappolato in una miriade di pori sotterranei e la classica trivella verticale non arriverebbe ad aprirli tutti. Con il fracking invece, giunti ad una certa profondità la trivella ed i fluidi di perforazione vengono direzionati orizzontalmente e l’alta pressione innesca una serie di microsismi frantumando la roccia e lasciando sprigionare il gas.
I pericoli connessi a questa pratica sono tanti, dall’inquinamento delle falde acquifere ai fenomeni sismici o microsismici su scala locale.
Per quanto riguarda le polemiche per la sicurezza ambientale, secondo i lobbysti dell’energia statunitensi il film Promised Land cita prove scientificamente poco credibili per illustrare i pericoli della fratturazione idraulica. Vale la pena notare che il capo dell’Environmental Protection Agency, Lisa Jackson, avrebbe detto: “In nessun caso abbiamo potuto determinare che il processo del fracking ha causato il riversamento di sostanze chimiche nelle falde acquifere sotterranee”. Ammettendo però nel contempo che sostanze chimiche, dunque, si usano. Inoltre, sempre Jackson ha detto a febbraio che il fracking “è perfettamente in grado di essere pulito. Si richiede una regolamentazione intelligente, e regole intelligenti che vengano rispettate”. Regole che però, al momento, sono non pervenute.
L’amministrazione Bush ha dato il via libera definitivo alle aziende di fracking che hanno così potuto cominciare a frantumare coi metodi più devastanti le rocce sotterranee, usando fluidi saturi di sostanze chimiche iniettati nel sottosuolo ad alta pressione, nell’assenza di controlli sul modo in cui questo viene fatto, quindi con l’uso di liquidi tossici. Ed è proprio sui rischi connessi a questa pratica che Matt Damon e Gus Van Sant hanno scelto di impostare il loro racconto.
Matt Damon ora è nel mirino delle aziende energetiche Usa
Come spiega l’incipit del trailer italiano l’industria petrolifera americana ha cercato di boicottare il film prima ancora del suo arrivo in sala. L’Independent Petroleum Association of America si è attivata per inviare studi scientifici sulla non nocività del fracking ai critici cinematografici, distribuire volantini al pubblico davanti ai cinema e contrattaccare su Facebook e Twitter.
Una reazione del genere si era già avuta nel 2010 all’uscita nei cinema americani di Gasland, il documentario di Josh Fox candidato all’Oscar. Ma mentre il documentario era stato attaccato frontalmente, per questo film s’è usata un’altra strategia: essendo un’opera di fiction si è cercato di presentarla come banale e semplificatrice. In Pennsylvania la Marcellus Shale Coalition – un’industria che opera nel settore dell’estrazione di gas naturali – ha pagato uno spot trasmesso in quasi tutti i cinema nello stesso periodo di uscita del film, per rassicurare la popolazione sul rispetto delle norme di sicurezza nelle operazioni estrattive. Il film non racconta le cifre del boom della fratturazione idraulica. Dal 2008 al 2011, la produzione di gas negli Stati Uniti è salita del 10%, secondo un recente rapporto dell’Agenzia Internazionale per l’Energia. La Energy Information Administration degli Stati Uniti prevede che negli Stati Uniti la produzione di gas aumenterà del 44% entro il 2040, in gran parte grazie ad un aumento della produzione di gas da scisto reso disponibile dalla fratturazione idraulica. A quale costo per i terreni, questo non si sa bene. Ce lo facciamo dire (anche) da questo bel film.
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