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La rivoluzione del fondo sovrano norvegese: abbandona petrolio e gas, investimenti troppo rischiosi
Il petrolio spaventa gli investitori. Il fondo più grande al mondo che ha costruito le sue fortune sui combustibili fossili ha deciso di azzerare tutti i suoi investimenti nel settore oil&gas, perché considerati economicamente troppo rischiosi.
I combustibili fossili spaventano il fondo sovrano più grande al mondo. Il fondo sovrano norvegese Government Pension Fund Global (Gpfg), dopo che aveva già abbandonato il carbone, ora ha annunciato che venderà le sue quote in società del settore oil&gas per ridurre il rischio determinato da un calo permanente dei prezzi del petrolio e del gas. Si tratta di una decisione meramente economica e non basata su principi ambientali o etici.
Decisione storica per il fondo sovrano norvegese
Il fondo sovrano norvegese azzera gli investimenti in combustibili fossili su cui finora ha costruito le sue fortune, tanto che in passato era conosciuto come Petroleum Fund of Norway. Oggi il fondo amministra un trilione di dollari, controlla l’1,5 per cento delle azioni globali e investe in oltre 9mila gruppi quotati. Attualmente circa il 6 per cento delle disponibilità del fondo è investito in azioni del settore fossile, per un valore pari a circa 30 miliardi di euro. In particolare il fondo detiene l’1,7 per cento di Eni, il 2,3 per cento di Shell, l’1,6 per cento di BP, lo 0,9 per cento di Chevron e lo 0,8 per cento di Exxon.
La decisione, che dovrà essere approvata da Governo di Oslo e Parlamento, è stata presa dopo un confronto con la Banca centrale norvegese (Norges Bank), che ha consigliato al fondo di ridurre la propria esposizione nel settore petrolifero e del gas per ridurre l’esposizione alla volatilità delle quotazioni petrolifere della Norvegia, la cui economia già dipende fortemente dagli idrocarburi. Le motivazioni che hanno spinto il fondo sono solo di tipo finanziario sulla base dell’analisi dell’esposizione complessiva dello Stato nel settore. “I titoli – ha detto vice-governatore di Norges Bank, Egil Matsen alla Reuters – dovrebbero essere semplicemente venduti e sostituiti con investimenti in compagnie di altri settori”.
Perché il fondo ha deciso di disinvestire nel petrolio
I motivi che hanno spinto Norges Bank a consigliare al fondo di uscire dagli investimenti nei fossili sono stati espressi in una lettera inviata al ministro norvegese delle finanze.
“Le nostre analisi – scrive la banca – hanno evidenziato che i titoli oil&gas sono significativamente più esposti di quelli degli altri settori alle variazioni dei prezzi petroliferi: in periodi di quotazioni stabili i ritorni delle azioni del settore sono correlate con il mercato azionario nel suo complesso, ma in periodi di fluttuazioni sostanziali e prolungate dei prezzi del petrolio vi è una considerevole differenza nei ritorni”.
L’obiettivo del percorso intrapreso, a giudizio della Banca centrale, è quello di “ridurre la vulnerabilità del Paese alla permanente discesa dei prezzi del petrolio e del gas che potrebbe essere ridotta se il fondo sovrano uscisse da tali investimenti”.
Sempre più investitori abbandonano il petrolio
È evidente che non sono le preoccupazioni ambientali o i principi etici che fanno cambiare il mondo. Da sempre è stata la chiave economica il motore del cambiamento, ma in questo caso ben venga. Ormai il petrolio fa paura anche ai grandi investitori che sempre più numerosi hanno deciso di prendere le distanze dai combustibili fossili.
Fondi pensione, come il California State Teaches Retirement System, le università o le compagnie di assicurazione come la francese Axa, ma anche il Rockefeller Family Fund, hanno ridotto i propri investimenti nel settore, ma il fondo norvegese è il primo ha prendere una decisione radicale di totale disinvestimento nel settore oil&gas.
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