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“Il futuro del rock, è Justin Bibier”. Parola di Iggy Pop
Qualche tempo fa Amnesty International, l’organizzazione non governativa internazionale impegnata nella difesa dei diritti umani, ha lanciato un allarme globale sul tema della tortura: negli ultimi cinque anni, infatti, sono stati registrati casi di questa orrenda pratica in 141 paesi, in 79 paesi solo nel 2014. Amnesty International ha accusato i governi di ogni parte
Qualche tempo fa Amnesty International, l’organizzazione non governativa internazionale impegnata nella difesa dei diritti umani, ha lanciato un allarme globale sul tema della tortura: negli ultimi cinque anni, infatti, sono stati registrati casi di questa orrenda pratica in 141 paesi, in 79 paesi solo nel 2014. Amnesty International ha accusato i governi di ogni parte del mondo di aver tradito l’impegno a porre fine alla tortura, 30 anni dopo la storica adozione della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura. “La vietano per legge, la facilitano nella pratica. Ecco la doppia faccia dei governi quando si tratta della tortura”, ha dichiarato Antonio Marchesi, presidente di Amnesty International Italia, durante la conferenza stampa di lancio della campagna globale “Stop alla tortura” promossa dall’organizzazione per i diritti dell’uomo.
Ora, anche la divisione belga di Amnesty ha lanciato la sua campagna contro la tortura, battezzandola con la denominazione “Sotto tortura, un uomo può dire qualsiasi cosa”. E, infatti, Iggy Pop afferma: “Il futuro del rock ‘n’ roll è Justin Bieber.” Ma niente paura: l’Iguana non è impazzita. Il manifesto, che lo mostra sanguinante e tumefatto in volto come se fosse stato appena malmenato e torturato, prosegue con la dicitura: “Sotto tortura, un uomo direbbe qualsiasi cosa”. Insomma, quella dichiarazione improbabile è come se fosse stata estorta all’icona leggendaria del movimento punk rock.
Questo, purtroppo, è quello che avviene ancora oggi durante le pratiche di tortura fisica e psicologica, pratiche assurde ma ancora oggi molto utilizzate in alcuni paesi, come dimostra il rapporto della campagna globale “Stop alla tortura” di Amnesty, intitolato “La tortura oggi: 30 anni di impegni non mantenuti”, dove è anche riportato un lungo elenco di metodi di tortura usati contro presunti criminali comuni, individui sospettati di costituire una minaccia alla sicurezza nazionale, dissidenti, rivali politici e altre persone ancora: dall’obbligo di rimanere in posizioni dolorose alla privazione del sonno, dalle scariche elettriche ai genitali allo stupro.
Gli altri testimonial d’eccezione che hanno prestato il loro volto per la campagna belga sono il Dalai Lama, la più alta figura spirituale del Buddhismo tibetano, e Karl Lagerfeld. Anche loro, martoriati in volto, rilasciano dichiarazioni poco realistiche: il primo afferma che “Un uomo che a 50 anni non possiede un Rolex ha sprecato la propria vita”, mentre l’icona dell’alta moda dice: “Il massimo dell’eleganza è camicia hawaiana e infradito”.
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