“Il nostro obiettivo è sempre stato quello di trasformare un rifiuto in qualcosa di meraviglioso”. L’intervista a Matteo Longo, direttore generale di Bioforcetech.
Il futuro della moda è circolare
I valori di riferimento nel settore della moda sono destinati a cambiare profondamente da qui al 2030. L’editoriale dell’amministratore delegato del gruppo LifeGate.
Sostenibilità, tracciabilità, circolarità e consumo collaborativo. Sono queste le parole chiave che stanno attraversando il mondo della moda e che da qui al 2030 diverranno realtà. Come sta avvenendo in altri settori, tra cui quello energetico, alimentare, della comunicazione o della mobilità. Il cambiamento in atto riguarda i modelli di business, finora basati su vecchi stereotipi. Il concetto di economia lineare è obsoleto. Il futuro è circolare e trova nella costruzione di valore condiviso la sua missione naturale.
Leggi anche: Come costruire un futuro sostenibile, quindi migliore, per la moda
L’onda di sostenibilità è finalmente arrivata. 34 milioni di italiani hanno già allineato le loro leve d’acquisto sui temi ad essa connessi: la consapevolezza ormai è entrata nel cuore delle persone e sta cambiando tutte le modalità di consumo.
Non è un caso se persino le fashion week, vetrine della costante ricerca condotta dai designer, si stanno evolvendo per adattarsi alle esigenze di consumatori sempre più smart e consapevoli.
La tecnologia ci sta dando delle soluzioni concrete, come la blockchain: un registro informatico in grado di memorizzare dati in modo sicuro e permanente, che garantirà un futuro dove ogni capo d’abbigliamento avrà un’etichetta “parlante”, digitale. Un’etichetta in grado di far capire a chi lo acquista com’è stato prodotto.
Leggi anche: Moda sostenibile, i brand hanno bisogno di una certificazione credibile
Non solo: la transizione verso un modello sostenibile e circolare significa anche trasformare il “prodotto” in “servizio” ripensando i materiali, la loro durata, la possibilità di scomporli e riutilizzarli. Senza dimenticare gli aspetti sociali che non dovranno essere mitigati, ma inclusi in una visione circolare, creando impatti positivi per l’intera comunità.
Se fino ad oggi i modelli di riferimento nella moda sono stati dominati dalla dimostrazione del potere di acquisto e del possesso, domani i valori saranno la sostenibilità e la condivisione. Come anticipato dall’esplosione del fenomeno del fashion renting, ovvero la possibilità di noleggiare abiti e sfoggiare così l’outfit perfetto in ogni occasione, contrastando al tempo stesso la produzione indiscriminata di indumenti a basso prezzo che non durano nel tempo.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Il 29 ottobre 2018, le raffiche di vento della tempesta Vaia hanno raso al suolo 40 milioni di alberi in Triveneto. Una distruzione a cui si sono aggiunti gli effetti del bostrico, che però hanno trovato una comunità resiliente.
Con Raimondo Orsini, direttore della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, abbiamo esplorato i temi chiave degli Stati generali della green economy 2024 il 5 e 6 novembre.
Mancano ancora alcuni mesi a Ecomondo, ma già fervono i preparativi: noi seguiremo il “viaggio” verso la fiera 2024 e racconteremo le novità.
La startup italiana Giotto Circular propone un supporto concreto per analizzare e implementare i principi dell’economia circolare nei processi produttivi.
Dagli scarti della plastica all’arredo di design: Plastiz è una startup italiana al lavoro per l’economia circolare.
Honda racconta la sua visione della mobilità futura con l’iniziativa Triple action to zero: economia circolare e carbon neutrality fra i pilastri della transizione.
Gruppo Aeffe presenta il suo approccio responsabile al business per concretizzare l’impegno nella transizione ecologica, senza rinunciare all’efficienza.
Torino sceglie di puntare su imballaggi riutilizzabili nei supermercati e sul cibo per raggiungere la neutralità climatica.