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Il Mali piange il pluripremiato artista Malik Sidibé, considerato il padre della fotografia africana.
Lo sguardo di Malik Sidibé sul mondo e su Bamako si è chiuso per sempre. Ad annunciare la morte del fotografo maliano, primo africano insignito del prestigioso premio Hasselblad nel 2003 è il sito Le Quotidien de l’Art.
In my heart, “Sidibe” will always equal “joy”. Rest in peace #MalikSidibe pic.twitter.com/PEPj1pS5YM
— Jaime Permuth (@jaime_permuth) 15 aprile 2016
Nato a Soloba 300 chilometri a ovest di Bamako 80 anni fa, Sidibé si era formato all’oreficeria prima di apprendere, nel 1955, i rudimenti della fotografia come garzone di bottega presso Gérard Guillat, alias “Gegè la pellicola”. Tre anni dopo, avrebbe aperto il suo studio a Bamako, nel distretto di Bagadadji, dove ritrasse ‘la dolce vita’ della Bamako degli anni Sessanta e Settanta.
A Great Artist is gone #maliksidibé #ArtinMali pic.twitter.com/DpQbnocHRA — Alexandre Durand (@_AlexDurand) 15 aprile 2016
Attraverso i suoi scatti, spesso in bianco e nero, Sidibé ha raccontato la gioventù ribelle e sognatrice della capitale maliana, protagonista di feste che si protraevano fino all’alba lungo le sponde del fiume Niger. Una sequenza di volti, pose, notti di musica, giradischi, balli cubani e moda pop e afro-beat. Le sue fotografie venivano esposte all’indomani delle feste improvvisate e dei matrimoni, in modo che chi voleva potesse acquistare gli scatti in cui veniva ritratto. Fu allora che Sidibé perfezionò i ritratti di donne di schiena, una costante della sua produzione successiva.
Erano gli anni ’60 e il Mali era inebriato dalla recente indipendenza ottenuta dalla Francia. Nell’aria si respirava un clima effervescente di grandi cambiamenti politici e culturali, riflesso in una gioventù che si sentiva libera, moderna e piena di sogni e attese per il futuro. “Ho avuto la possibilità di fotografare persone in movimento che non prestavano attenzione a me; Non ho mai ballato, ma attraverso quei giovani ho respirato la vita” racconta nella prefazione del libro ‘Malik Sidbé. La Vie en Rose’, aggiungendo: “Troppo spesso l’immagine del mio paese è legata al dolore, alla povertà e alla miseria. Ma l’Africa non è solo questo e io l’ho voluto mostrare nelle mie immagini”.
On a perdu une Légende mais ses oeuvres restent. Dors en paix Malik Sidibe “L’oeil de Bamako” ?? 1936 – 2016. pic.twitter.com/3QZ4v4H6Q4
— ♠ PREMIÈRE ➰ DAME ♠ (@FiyeDuQuatari) 15 aprile 2016
A questo fotografo timido, vincitore del Leone d’oro alla biennale di Venezia nel 2007, in molti si sono ispirati per posare uno sguardo non convenzionale sul continente africano.
“Sono un ritrattista naturalista, non un filosofo” amava ripetere in occasione delle Rencontres de Bamako, kermesse di punta della fotografia africana che si tiene nella capitale maliana con cadenza annuale. “La sua morte ci lascia orfani – ha dichiarato il ministro della Cultura maliano N’Diaye Ramatoulaye Diallo– Malik Sidibé era un tesoro del nostro patrimonio nazionale”.
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