La spesa di gennaio è carica di agrumi, che ci vengono in aiuto con la vitamina C. Ma la lista della frutta e verdura di stagione è molto lunga. Scopriamola.
La forza del pensiero positivo per creare e cambiare la realtà
Il pensiero è un potente agente di cambiemanto della realtà. Agendo su di esso possiamo fare interagire con la vita e orientarla verso direzioni più adatte.
La qualità della nostra vita dipende dall’idea che ne abbiamo. Il pensiero che abbiamo nei confronti degli altri influenza in modo determinante i nostri rapporti. Ciò che pensiamo di noi stessi condiziona ciò che di fatto diventiamo.
La realtà è quello che è: né bella né brutta, né buona né cattiva. Ma i pensieri che coltiviamo rispetto a qualcosa determinano la modalità con cui questa stessa cosa verrà recepita e vissuta, che influenza a sua volta il nostro comportamento, le nostre azioni e gli effetti delle nostre azioni.
Il pensiero crea la nostra realtà
E’ lo stesso meccanismo del boomerang, o del popolare proverbio “chi semina vento raccoglie tempesta”. E come il boomerang sfrutta leggi fisiche ben precise per tornare allo stesso punto di partenza da cui viene lanciato, così il pensiero, non per magia o per cattiveria, si trasforma in realtà, ma perché è anche lui sottoposto a leggi, leggi psicologiche che portano una persona in una direzione piuttosto che in un altra.
Quando i nostri pensieri si soffermano più del necessario su qualche cosa che ci irrita o ci ferisce, scatta automaticamente un meccanismo per cui ci sentiamo minacciati e l’organismo si prepara al contrattacco: si libera adrenalina nel sangue, i muscoli si contraggono, diventiamo diffidenti, suscettibili, tesi.
Se provate, solo come esperimento, a pensare a qualche cosa di sgradevole, non potrete non notare tutta la serie di cambiamenti interni che avvengono anche a livello fisico ed emotivo. Se qualcuno che non vi conosce vi incontra quando siete in questa situazione, difficilmente si sentirà a suo agio con voi, forse penserà che la vostra aggressività è rivolta verso di lui (l’adrenalina in circolazione viene ancora percepita a livello subcosciente dalla maggioranza delle persone, non dimentichiamo che qualche cosa dell’istinto animale è ancora attivo in noi), e a sua volta agirà con diffidenza e circospezione.
A questo punto l’atmosfera si fa elettrica, e basta la più piccola scintilla per far scoppiare un malinteso e rinforzare il pensiero negativo che era alla base di tutta la transazione: “Ecco, l’avevo detto io che era il caso di stare in guardia”. Così si pongono le basi per il perpetuarsi di un processo automatico, per cui ogni pensiero diventa una “profezia autorealizzantesi” e ogni risultato negativo raggiunto conferma e rafforza l’esigenza di difesa, diventando causa di un ulteriore insuccesso.
Possiamo sfruttare il pensiero per dare alla nostra realtà la direzione che vogliamo
Lo stesso processo funziona anche in direzione opposta, per fortuna, e sta a noi capire il meccanismo e invertire la direzione di marcia. Quando siamo tranquilli, ottimisti, aperti e fiduciosi, ci presentiamo in modo molto diverso, la muscolatura, soprattutto quella del volto, è più distesa, in circolazione non c’è adrenalina, non siamo sulla difensiva e quindi non destiamo sospetto, anzi ispiriamo simpatia. Allora anche il nostro interlocutore si può rilassare e ogni forma di comunicazione può avvenire senza interferenze interne, non necessariamente connesse alla realtà che stiamo affrontando.
Se capiamo questo processo possiamo forse intravedere come anche su scala più grande ogni nostro pensiero, di fatto, determina la nostra vita. Se siamo convinti che ” troverò mai lavoro”, non proveremo neppure a cercarlo, e allora non c’è più da stupirsi se rimarremo disoccupati.
Se il pensiero che ci tortura è “non sono abbastanza bravo per…”, non ci preoccuperemo neppure di colmare le lacune e perfezionare le nostre capacità. Se pensiamo che “nessuno mi guarda”, sicuramente non proveremo a fare niente per attirare l’attenzione e l’interesse di chicchessia. Si potrebbe andare avanti per ore, ma credo che tutti possono, senza difficoltà, attingere numerosi esempi dalla propria storia personale.
Siamo tutti purtroppo più o meno vittime di tutta una serie di pensieri negativi, di fatto infondati, che ci condizionano e limitano nell’espressione e realizzazione delle nostre reali capacità. Il primo passo per estirpare questi pensieri infestanti dal giardino della mente è riconoscerli, mantenendo vigile l’attenzione, e poi sostituirli, procurandosi quelle esperienze necessarie a sviluppare nuove convinzioni. Ogni esperienza positiva diventa una piattaforma di partenza su cui costruire un atteggiamento più aperto e fiducioso nei confronti della vita, che a sua volta ci permetterà di crearci esperienze sempre più incoraggianti e soddisfacenti.
I quadrifogli… vanno cercati. Se ci non proviamo neppure, come potremo mai trovarli?
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