I podcast di LifeGate nominati alla prima edizione de ilpod, Italian podcast awards, in attesa delle premiazioni del 30 aprile.
Italian podcast awards 2023, tutto sulla seconda edizione de Il pod
Intervista a Fabio Ragazzo, direttore artistico de Il pod, il premio che decreta i migliori podcast dell’anno. In attesa della premiazione dell’11 giugno.
I podcast hanno rivoluzionato il modo in cui consumiamo i contenuti audio. Grazie alla loro natura versatile e alla possibilità di ascoltarli in qualsiasi momento e luogo, si sono guadagnati un posto di rilievo nella cultura digitale. In Italia, i podcast continuano ad attrarre pubblico: i dati Ipsos 2022 sul consumo di podcast nel nostro paese registrano un’ulteriore crescita del 31 per cento rispetto al 2021: le persone che ascoltano podcast sono circa 11,1 milioni (contro gli 8,5 milioni del 2020, anno in cui è partita la curva ascendente nel nostro paese).
Proprio per celebrare il podcasting italiano è nato Il pod, premio annuale che mette in luce i migliori podcast prodotti nel nostro paese. Arrivato alla sua seconda edizione, Il pod è stato ideato e creato da Andrea Colamedici e Maura Gancitano di Tlon, scuola permanente di filosofia e immaginazione, casa editrice, catena di librerie, agenzia di eventi e molto altro. Le nomination sono già state svelate, mentre le premiazioni si terranno l’11 giugno al teatro Carcano di Milano (a cui sarà possibile partecipare gratuitamente, prenotando il proprio biglietto qui).
Le nomination LifeGate Radio a Il pod
Anche per LifeGate Radio i podcast rappresentano un contenuto importante: il debutto nel mondo dei podcast è avvenuto con Big! Colapesce e Dimartino a Sanremo, che racconta la partecipazione al festival di Sanremo del duo rivelazione della 71esima edizione. Prodotto interamente da LifeGate, Big! ha avuto un ottimo riscontro di critica e pubblico e ha ricevuto diversi riconoscimenti tra i quali proprio la candidatura all’edizione 2022 de Il pod come miglior podcast nella categoria documentari. Tra i nominati dell’anno scorso, nella categoria miglior podcast società e migliore sound design, anche Vado a trovare mio padre – Vita, sogno, viaggio, degli stessi autori di Big!, Giacomo de Poli, direttore artistico di LifeGate Radio, e l’audiodocumentarista Marco Rip.
E quest’anno si replica: tra i progetti nominati nell’edizione 2023 de Il pod, altri due progetti targati LifeGate Radio: nelle categorie miglior documentario e miglior sound design, Venticinque, l’audiodocumentatio prodotto da Rockit insieme a LifeGate che racconta l’ultimo quarto di secolo della musica italiana; e nella categoria news, il daily News dal pianeta Terra, striscia quotidiana con notizie sul mondo della sostenibilità di LifeGate e a cura di Giovanni Mori.
Il pod: le novità dell’edizione 2023
La prima novità della nuova edizione de Il pod riguarda la direzione artistica, affidata quest’anno a Fabio Ragazzo, produttore, autore e consulente di podcast che per cinque anni è stato il responsabile dei podcast di Audible, il servizio per audiolibri e podcast di Amazon.
Come ci ha raccontato, il primo incontro con Andrea Colamedici e Maura Gancitano avviene proprio in Audible dove, inizialmente, i tre collaborano alla produzione di una serie di audiolibri. Il loro modo pop di approcciarsi a temi anche molto complessi come quelli della filosofia colpisce sin da subito Fabio, che propone loro la realizzazione di un podcast, che sarà poi la fortunata serie Scuola di Filosofie, dove vengono passati in rassegna i grandi pensatori del Novecento.
Dopo diversi progetti insieme, tra i quali Audible club, una sorta di book club su podcast dove Andrea Colamedici e Maura Gancitano commentano gli audiolibri dei grandi capolavori della letteratura, il rapporto professionale e di amicizia si consolida ora nella collaborazione per Il pod, per cui quest’anno Fabio cura e coordina il palinsesto di eventi e incontri: “L’idea è quella di creare una sorta di stati generali del podcast, quindi espandere tutta la parte di eventi e di conversazioni intorno ai podcast”.
Un’altra novità riguarda le categorie, diminuite rispetto all’anno scorso: “Alcune sono state accorpate e sono 16 rispetto alle 20 dell’anno scorso, anche se credo che sia importante avere un numero adeguato di premi. Esistono podcast variegati e tanti argomenti diversi: il nostro obiettivo è proprio quello di dare spazio a tutte le diverse declinazioni e specificità”.
Infine, da quest’anno è partito Il pod club, progetto parallelo con l’obiettivo di innescare conversazioni tra autori e fruitori appassionati, in un’ottica non per forza professionale: un modo di parlarne in modo allargato, raccontando i dietro le quinte delle produzioni. Come ha evidenziato Fabio Ragazzo, spesso i podcast hanno difficoltà a entrare nelle agende quotidiane dei media, soprattutto quando non ci sono talent collegati. Di contro ci sono molte storie interessanti, anche da un punto di vista della produzione del prodotto: “Io personalmente sono molto interessato al lato autorale, alle motivazioni che spingono a ideare un prodotto piuttosto che un altro. Solitamente, queste informazioni sono molto difficili da trovare. Allora abbiamo deciso di organizzare Il pod club: una serie di incontri che funzionano esattamente come un book club, dove si consigliano alcuni contenuti e poi se ne parla direttamente con l’autore. Gli incontri avvengono live, in video call, proprio perché vogliamo creare un rapporto diretto e un reale confronto tra chi partecipa”.
Categorie, nomination, giuria e premiazioni
Sedici, dunque, le categorie in gara: si va dai miglior podcast green ai miglior branded, ma ci sono anche tre diverse categorie per premiare i migliori podcast indipendenti (rispettivamente informazione, intrattenimento e narrazione indie), la categoria che premia quelli con la migliore immersione sonora, fino ai migliori podcast di news, documentari e true crime.
“A livello puramente personale, la categoria documentari è la categoria che seguo con più interesse e che cerco di valorizzare anche con i miei progetti”, ha commentato Fabio Ragazzo, “L’unicorno è proprio un esempio in tal senso: è la storia dell’ascesa e della caduta di una start-up italiana arrivata a valere 1,3 miliardi di anni in borsa, poi crollata sotto l’attacco speculativo di un fondo americano. Produrlo, scriverlo e realizzarlo, insieme a Matteo Liuzzi e Niccolò Martin, è stato molto divertente e appassionante. Serie di questo tipo sono un po’ mancate tra le candidature de Il pod di quest’anno, probabilmente perché richiedono maggior effort economico e tempo di sviluppo. Ma in generale, credo che ciascuna categoria sia interessante: la true crime, per esempio, dove c’è più ‘battaglia’ essendo il genere più ascoltato con titoli di altissimo livello; ma anche la categoria news, molto accesa quest’anno”.
E infatti, il 2022 ha visto il boom di quest’ultimo tipo di formato, anno in cui molti editori e giornalisti si sono lanciati nel mondo dell’audio, fenomeno legato all’attuale panorama geopolitico internazionale con diversi avvenimenti di rilievo che sono stati raccontati, anche in tempo reale, via podcast, ma dovuto anche alla mancanza nel nostro paese di società di produzione specializzate: “Questa peculiarità fa in modo che ci siano, invece, diverse realtà vicine al mondo del giornalismo e delle radio che si avvicinano al podcast. Questo si ripercuote anche sul tipo di offerta”.
La giuria di quest’anno è composta da alcuni tra i vincitori e le vincitrici dell’edizione 2022: da Francesco Costa, che l’anno scorso ha vinto quattro premi, a Chiara Tagliaferri, da Barbascura x a Matteo Caccia, affiancati da altri professionisti e professioniste del mondo del podcasting come Andrea F. de Cesco, giornalista e una delle massime esperte di podcast in Italia, nuovamente in giuria dopo l’esperienza dello scorso anno, Giacomo Bagni della newsletter Orecchiabile, Rosella Pivanti, audio producer specializzata nella produzione di contenuti audio originali e innovativi: “Abbiamo cercato di formare un gruppo variegato, attingendo dalle diverse professionalità che gravitano in questo mondo”, ha evidenziato Fabio Ragazzo.
Un gruppo di venti persone che ha già selezionato e nominato cinque podcast per ogni categoria, tra cui dovranno poi essere decretati i vincitori, tenendo in considerazione sia la qualità del prodotto che l’originalità: “Quest’anno sono arrivate 539 candidature, un numero molto elevato e comunque più del doppio di quelle dell’anno scorso. Le due componenti che hanno influito sono state, da una parte, la crescita generale di interesse nei confronti dei podcast e di conseguenza della crescita del numero dei podcast; dall’altra bisogna tenere presente che quest’anno l’iscrizione è stata completamente gratuita. I podcast che ci sono arrivati sono tantissimi, dalle produzioni big a quelle indie più o meno grandi, con una grossa varietà sia a livello di contenuto che di taglio e produzione: un ottimo quadro generale del mondo del podcast in Italia in questo momento”.
L’evento finale e la premiazione
La volontà di espandere la parte legata agli incontri si traduce quest’anno in un evento di tre giornate interamente dedicate alla fase finale del contest.
Oltre alla cerimonia di premiazione nella serata di domenica 11 giugno al teatro Carcano di Milano, infatti, venerdì 9 giugno è in programma un pomeriggio di networking e panel per esplorare il mondo del podcast e quelli vicini, come editoria, giornalismo, radio e brand; mentre nella giornata di sabato 10 giugno, in mattinata tanti incontri e presentazioni di case study incentrati su podcast di grande successo, che hanno vinto la scorsa edizione de Il pod o sono in nomination, mentre il pomeriggio sarà dedicato al mondo indie, con i vincitori del 2022 e i nominati 2023. In conclusione, podcast live di Gianpiero Kesten e brindisi offerto da VOIS. La location scelta per queste due giornate è il Mare culturale urbano a Milano.
Il futuro del podcast italiano
Ma, per finire, a che punto è il podcasting in Italia e quali potrebbero essere le tendenze per il futuro?
Secondo Fabio Ragazzo, il nostro paese sta crescendo molto sicuramente da un punto di vista della quantità, ma anche dal punto di vista della qualità. In paesi come Germania e Francia, dove esistono più case di produzione, l’ecosistema podcast è più sviluppato rispetto a quello italiano.
Nonostante questo, guardando anche nello specifico le nomination de Il pod di quest’anno rispetto a quelle dell’anno scorso, si nota un livello di qualità media dei contenuti decisamente più alta. Questa è una tendenza destinata a proseguire e ad affermarsi nei prossimi anni: “Più nascono nuove case di produzione specializzate in podcast, più ovviamente si professionalizzerà tutto il processo che in questo momento si regge molto sulla passione del mondo indie e sulla voglia di passare da ascoltatore e podcaster. Questo è stato il motore fondamentale per l’exploit del podcasting nel nostro paese e sarà una componente che contribuirà alla crescita anche in futuro, ma probabilmente sarà affiancato nei prossimi anni anche da un modo nuovo di fare podcast: da una parte, società nuove che entrano nel mondo del podcasting, dall’altra indie di successo che crescono e si professionalizzano, come è giusto che sia”.
E a loro modo, anche le nomination de Il pod offrono l’ampia panoramica della varietà e della qualità dei podcast italiani.
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