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Una startup ha creato e servito in degustazione filetti di pollo e di anatra con cellule cresciute in laboratorio e senza uccidere o ferire nessun animale. ‘Clean meat’, carne pulita, l’hanno chiamata gli sviluppatori della startup Memphis Meats. La carne coltivata in laboratorio evita sofferenze e uccisioni di miliardi di animali e taglia gli svettanti costi
Una startup ha creato e servito in degustazione filetti di pollo e di anatra con cellule cresciute in laboratorio e senza uccidere o ferire nessun animale.
‘Clean meat’, carne pulita, l’hanno chiamata gli sviluppatori della startup Memphis Meats. La carne coltivata in laboratorio evita sofferenze e uccisioni di miliardi di animali e taglia gli svettanti costi ecologici degli allevamenti. Tyson Foods prende nota.
Secondo gli invitati, i filettini sapevano effettivamente di pollo.
Scienziati, startup e organizzazioni animaliste credono che la carne coltivata in laboratorio possa aiutare a rivoluzionare l’industria della carne, che solo in America trita 200 miliardi di dollari all’anno (oltre a un numero esorbitante di vite animali e di risorse ambientali). Il loro obiettivo: rimpiazzare per sempre le decine di miliardi di animali, mucche, vitelli, maiali e polli uccisi la cui carne potrebbe essere più efficientemente – e meno crudelmente – cresciuta in bioreattori d’acciaio.
Diverse startup e incubatori universatori, non solo Memphis Meats e Mosa Meat con sede nei Paesi Bassi, stanno perseguendo l’idea. La chiamano clean meat, “carne pulita”, sul calco dell’“energia pulita”. Sostengono che la tecnica potrebbe aiutare l’industria alimentare ad evitare gli esorbitanti costi di grano, acqua, emissioni CO2, inquinamento e smaltimento dei rifiuti causati dagli allevamenti di bestiame nel mondo. Diversi scienziati che operano in queste aziende hanno già prodotto carne bovina, cresciuta da cellule bovine e trasformata in un hamburger e una polpetta.
Ma finora, il pollo non era ancora stato prodotto utilizzando questo metodo.
Le grandi aziende di carne stanno prendendone nota. Tyson Foods, la più grande azienda di carne statunitense dalle vendite, ha lanciato un fondo di capitali di rischio da 150 milioni a dicembre che si dice potrebbe investire in carne cresciuta in laboratorio. Kevin Myers, responsabile dello sviluppo prodotto per Hormel Foods, lo scorso autunno ha chiamato la ricerca delle startup nella tecnologia della coltivazione della carne in laboratorio “una promettente proposta nel lungo termine“.
Così, il 14 marzo Memphis Meats ha invitato in un ristorante di San Francisco i tester cucinando e servendo loro le loro striscioline di pollo, insieme con un boccone di anatra “à l’orange”, sempre prodotto in laboratorio.
Coloro che l’hanno assaggiata, soffritta, impanata e più spugnosa di un normale petto di pollo, hanno ammesso che si avvicina molto ai sapori dell’originale. Il loro verdetto: sì, lo mangerebbero ancora.
“La coltivazione cellulare del pollo – spiega Uma Valeti, medico, cofondatore di Memphis Meats – rappresenta un salto in avanti tecnologico e apre un mercato importante. Il pollo è la più popolare proteina animale negli Usa”
Un americano si mangia 42 kg all’anno di pollo, dati 2016 dell’U.S. Department of Agriculture. All’incirca la stessa quantità di carne di mucche e di maiali, insieme.
In tutto il mondo, circa 61 miliardi di polli sono allevati e macellati per la carne ogni anno. La Fao prevede che i polli – relativamente economici da produrre e con poche barriere religiose e culturali – sorpasseranno i maiali come carne più consumata al mondo entro il 2020.
L’anatra è rilevante per un motivo diverso. È la Cina a essere in cima alla lista del consumo globale, con 2,7 milioni di tonnellate di carne di anatra ogni anno, quasi 10 volte il secondo Paese consumatore più grande, la Francia, secondo i dati dell’International Poultry Council.
Le startup che lavorano nel campo sono ancora molto distanti dal poter proporre quantità e prodotti di carne di laboratorio capaci di rimpiazzare il sistema attuale di allevamenti, macelli, mangimifici e impianti di trasformazione. Ma si stanno facendo progressi.
Memphis Meats stima che con la sua attuale tecnologia può produrre un chilo di carne di pollo per 18.000 dollari. È la metà di quel che era costato all’azienda produrre la sua prima polpetta di manzo un anno fa, nel febbraio 2016.
Le startup, tuttavia, aspirano a produrre carne che può essere economicamente competitiva con quella degli animali convenzionalmente allevati. Oggi, il petto di pollo disossato costa in media 8 dollari al chilo nei negozi di alimentari degli Stati Uniti, secondo il Bureau of Labor Statistics.
Le organizzazione animaliste, gli studiosi di etica e filosofia da anni si interrogano su questa alternativa. Già Peter Singer, anni fa, si espresse a favore. Leo Hickman ne ha trattato con molto interesse, in termini di risparmi ecologici. La Peta ha addirittura finanziato delle ricerche. A chi si chiede se è in linea con scelte etiche, naturali o vegetariane, 1) è forse naturale la carne come viene “prodotta” oggi? 2) sarà “carne pulita” cioè priva di antibiotici, ormoni e pesticidi. 3) sarà cruelty free 4) costerà di meno 5) si annullerà finalmente l’impatto ambientale degli allevamenti intensivi.
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