Il concerto milanese per Gaza, un successo di pubblico e raccolta fondi, è stata la presa di posizione più forte contro il genocidio della scena musicale italiana.
Il primo album di Bob Dylan
E’ con il primo LP che Bob Dylan – Robert Allen Zimmerman all’anagrafe – inizia a fare sul serio. Prodotto dal mentore John Hammond, talent scout della Columbia, il primo LP del menestrello di Duluth viene registrato in due sole sedute (20 e 22 novembre ’61), per un costo totale di 402 dollari.
E’ con il primo LP che Bob Dylan – Robert Allen Zimmerman all’anagrafe – inizia a fare sul serio. Prodotto dal mentore John Hammond, talent scout della Columbia, il primo LP del menestrello di Duluth viene registrato in due sole sedute (20 e 22 novembre ’61), per un costo totale di 402 dollari.
Il 19 marzo 1962 esce quindi Bob Dylan (Columbia), raccolta di traditionals americani, nonché primo – timido – tassello di una carriera che in pochi anni lo porterà a essere “il Profeta” (appellativo che il nostro ha sempre rifiutato). Il primo album è composto da tredici brani che vengono dalla tradizione popolare, un tributo stilistico ai maestri di folk (Woody Guthrie e Pete Seeger), blues (Robert Johnson, Blind Lemon Jefferson) e country (Hank Williams), nonché a folksinger conosciuti in quel periodo al Greenwich Village (su tutti l’amico Dave Van Ronk, ospite nel disco).
Dylan si attribuisce gli arrangiamenti di questi brani per chitarra, voce e armonica pescati dalla tradizione. Firma anche un talkin’ blues (Talkin’ New York) e la prima composizione originale, Song To Woody, tributo sentito a Woody Guthrie, padre putativo del folk revival. Questo primo LP riceverà qualche recensione entusiastica ma è con il secondo, The Freewhelin’ Bob Dylan (Columbia, 1963), che il menestrello consegnerà alla storia la sua prima grande pietra miliare.
Roberto Vivaldelli
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