Forte di due certificazioni sulla gestione ambientale dell’evento e con il 67% di raccolta differenziata in media (e l’intero ultimo trimestre al 70%), siamo in testa alla classifica dei grandi eventi più attenti all’ambiente. L’esposizione universale di Milano ha fatto meglio dei Giochi Olimpici di Londra 2012, che hanno registrato il 62% di differenziata e una
Il primo giorno di Expo 2015, cosa si riesce a vedere in poche ore
Il primo maggio è arrivato. I titoli dei giornali non hanno dubbi nel titolare “Milano si apre al mondo”, “Expo 2015 apre a Milano”. Se non fosse il 2015, l’attenzione sarebbe sulla festa dei lavoratori, ma quest’anno è coincisa con un altro momento storico per il nostro paese. Quest’anno è la festa del cibo e
Il primo maggio è arrivato. I titoli dei giornali non hanno dubbi nel titolare “Milano si apre al mondo”, “Expo 2015 apre a Milano”. Se non fosse il 2015, l’attenzione sarebbe sulla festa dei lavoratori, ma quest’anno è coincisa con un altro momento storico per il nostro paese. Quest’anno è la festa del cibo e della nutrizione che accomuna ogni essere umano, di ogni emisfero, di ogni colore, di ogni religione. Se si arriva all’Expo con la metropolitana si entra dall’ingresso Fiorenza, se ci si arriva in treno si passa dall’ingresso Triulza. Esattamente come se stessimo per prendere un aereo.
Appena varcati i cancelli, ciò che si apre di fronte ai nostri occhi è il Padiglione Zero. È il padiglione che ci introduce nel contesto, ci fa capire come si è arrivati a dedicare un’esposizione universale al tema della nutrizione. È il padiglione della storia, della relazione tra l’uomo e il suo nutrimento in ogni forma conosciuta. Agricoltura e allevamento, rurale e industriale, biodiversità e finanza. Il Padiglione Zero è una sorta di bigino, un “Bignami” che racchiude millenni di esperienza in un pugno di stanze. E in un cortometraggio di sedici minuti firmato da Mario Martone, un regista che con la storia ha già dimostrato di saperci fare.
Usciti dal Padiglione Zero, è inevitabile finire in Sudan attraverso una costruzione che ricorda la casa “nubiana”, l’abitazione tipica del paese. Poi in Nepal dove alcuni artigiani sono ancora al lavoro per ultimare i dettagli di un padiglione pressoché privo di spirito. Gli effetti del terremoto che ha scosso il piccolo paese asiatico sono visibili anche qui, in Expo. Alla fine, o meglio all’inizio, eccoci arrivati sul decumano, la via principale ai cui lati si apre il mondo. Letteralmente. Una cinquantina di padiglioni la cui storia sarà possibile raccontare nei prossimi mesi. Non tutti hanno inaugurato al meglio delle loro possibilità, ma la notizia è che c’erano tutti.
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A un mese dalla chiusura di Expo, annunciata la destinazione del padiglione Coca Cola, che tornerà a seconda vita come promesso. Gratuitamente e a disposizione degli appassionati di basket.
Chiusi i cancelli dell’Esposizione, ora alcuni dei padiglioni in legno certificato Pefc avranno una seconda vita.
Dopo la Carta di Milano, a Expo Milano 2015 nasce il manifesto sull’agricoltura biologica: la Carta del Bio. Per nutrire il pianeta e proteggere la terra.
L’agricoltura biologica in Perù, che rispetta la terra e chi la coltiva, ha permesso ai contadini peruviani di uscire dalla povertà e dal narcotraffico.
Concluso uno degli appuntamenti più importanti di Expo nella Giornata mondiale dell’alimentazione. Mattarella: “Nutrire il pianeta è la sfida epocale che abbiamo di fronte”.
L’edizione del 2015 è dedicata alla protezione sociale per enfatizzarne l’importanza nel combattere la povertà rurale e nell’assicurare l’accesso al cibo.
Un sito espositivo unico, in un Paese crocevia tra Europa ed Asia. Da Astana partirà la transizione energetica del Kazakistan.
Dal 15 ottobre Milano ospita una mostra fotografica molto particolare: una selezione di venti scatti di Peter Caton rappresentativi di come sia possibile coltivare (e mangiare) cibo senza inquinare.