
Il rapporto annuale dell’agenzia Irena indica che il 92,5 per cento dei nuovi impianti installati nel 2024 è legato alle fonti rinnovabili.
3.500 campi da calcio. Un milione di case illuminate. 240.000 tonnellate di CO2 ogni anno evitate. 9 miliardi di dollari di investimento. Queste le cifre dell’impianto solare più grande del mondo nel Sahara appena inaugurato in Marocco. Si chiama Noor I (in arabo “noor” significa “luce”), a Ouarzazate, antico snodo dei carovanieri del deserto. Accanto al
3.500 campi da calcio. Un milione di case illuminate. 240.000 tonnellate di CO2 ogni anno evitate. 9 miliardi di dollari di investimento. Queste le cifre dell’impianto solare più grande del mondo nel Sahara appena inaugurato in Marocco. Si chiama Noor I (in arabo “noor” significa “luce”), a Ouarzazate, antico snodo dei carovanieri del deserto. Accanto al re del Marocco Mohammed VI, oltre alla ministra delegata Hakima El Haite, c’era anche Ségolène Royal, sua omologa francese.
I lavori di questa prima centrale che sarà scaldata da 3 mila ore di sole all’anno erano partiti nella primavera del 2013.
A Ghessate (provincia di Ouarzazate) la cerimonia di avvio della prima centrale del complesso solare “Noor-Ouarzazate”, battezzata “Noor I”, ha coinciso con l’inizio ufficiale dei lavori per realizzazione della seconda e terza centrale di questo megaprogetto (Noor II e Noor III). Ouarzazate è una città marocchina all’estremità occidentale del deserto del Sahara, davanti ai monti dell’Atlante.
La cerimonia si è svolta in presenza del capo del governo, dei presidenti delle due camere del Parlamento, di consiglieri del re, di membri del governo, dei rappresentanti degli Stati ed istituzioni internazionali che hanno apportato i loro contributi al finanziamento di questo megaprogetto e di membri del corpo diplomatico accreditato in Marocco.
Quando sarà completata sarà grande quanto l’intera capitale del Marocco. È finanziata da un consorzio a maggioranza saudita, partecipato anche dagli spagnoli, con l’African Development Bank, Climate Investment Funds e diverse istituzioni finanziarie europee. In dollari, l’investimento complessivo è di 3,9 miliardi dollari. 1 miliardo dalla banca tedesca KfW, 596 milioni dalla European Investment Bank, 400 milioni dalla World Bank.
La costruzione di Noor I è guidata dal consorzio spagnolo TSK-Acciona-Sener. Le imprese marocchine hanno svolto principalmente un ruolo di supporto, garantendo servizi legati alla costruzione, l’ingegneria, l’installazione e la logistica.
Il sistema utilizza specchi mobili che seguono il percorso del sole per captarne il calore emesso, necessario per sciogliere i sali contenuti nel circuito dell’impianto. Il sale fuso riscaldato viene sparato per azionare le turbine a vapore che generano energia elettrica in quantità impressionante, anche di notte.
L’impianto solare termodinamico è composto da 500 mila concentratori parabolici disposti su 800 file (che coprono 2.500 ettari). La loro disposizione è stata studiata per minimizzare i danni derivanti dalle tempeste di sabbia e dai venti del deserto. La centrale è di seconda generazione grazie all’impiego della tecnologia dei sali fusi per migliorare la capacità di stoccaggio e quindi la resa energetica dell’impianto. Per quanto riguarda Noor 1, lo stoccaggio previsto è di circa 3 ore.
Con l’occasione il presidente della Masen (Moroccan Agency for Solar Energy), Mustapha Bakkoury, ha presentato i progressi del piano solare marocchino, le tappe chiave del processo di sviluppo della prima centrale del complesso solare di Ouarzazate e le sue prospettive. “Partecipando alla diversificazione delle fonti dell’energia nazionale – ha spiegato Bakkoury – la centrale Noor I, i cui lavori di realizzazione sono stati avviati dal re il 10 maggio 2013, risponde al proposito del sovrano di ottimizzare lo sfruttamento delle risorse naturali del Marocco, preservare il suo ambiente, perpetuare il suo sviluppo economico e sociale e garantire l’avvenire per le generazioni future”.
Il progetto di Noor contribuirà anche, secondo le autorità, allo sviluppo economico e culturale della regione, all’apertura di molti villaggi vicini e alla nascita di nuovi prodotti turistici.
La costruzione della Noor I ha richiesto 30 mesi e ha mobilitato più di 2mila dipendenti. Si sviluppa su una superficie di circa 480 ettari sulla base della tecnologia termo-solare, con captatori cilindro-parabolici e una capacità di stoccaggio di 3 ore a piena potenza. Il progetto ha mobilitato investimenti di 7 miliardi di dhiram.
La seconda e terza centrale del complesso solare Noor Ouarzazate (Noor II e Noor III) avranno una potenza di 200 MW e una capacità di stoccaggio di minimo sette ore; la centrale Noor II (810 milioni di euro) sarà sviluppata sulla base della tecnologia termo-solare, con captatori cilindro-parabolici e sarà stabilita su una superficie di 680 ettari.
Mobilitando investimenti di 645 milioni di euro, Noor III avrà una capacità di 150 MW con quasi 8 ore di stoccaggio.
I tre progetti, insieme a un’ultima fase fotovoltaica (Noor IV), faranno di Noor Ouarzazate il più grande sito di produzione solare multi-tecnologica al mondo, con una capacità di 580 MW e un investimento totale superiore a 24 miliardi di dirham, senza contare le infrastrutture comuni sviluppate da Masen e dalla Onee per le necessità logistiche.
È dunque solo la prima fase di un piano più ampio, che prevede l’installazione di 580 MW entro il 2020 tramite i progetti di solare termodinamico Noor 2 (200 MW) e Noor 3 (150 MW), e di fotovoltaico Noor 4. In parallelo agli impianti di Ouarzazate si muove il progetto Noor Midelt, lanciato il 1 gennaio dalla Masen che prevede altri 400 MW installati combinando termodinamico e fotovoltaico. Secondo l’ambizioso obiettivo del governo, lanciato nel 2009, l’intera rete di impianti solari Noor, avrà una capacità minima di 2.000 MW entro il 2020.
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