Dal mischiglio della Basilicata alla zucca malon del Friuli al cappero di Selargius, in Sardegna: i presìdi Slow Food che valorizzano prodotti dimenticati, ma di fondamentale valore per la biodiversità, il territorio e le comunità.
Il Big Mac fa ingrassare? Non è colpa del McDonald’s
Un giudice federale di Manhattan ha respinto ieri un ricorso che mirava a riconoscere la McDonald’s Corporation colpevole di causare obesità e malattie nei teenager. Il ricorso poteva essere il primo, una causa pilota, di riferimento per i milioni di bambini e giovani che comprano hamburger, cheeseburger e patatine. L’accusa è: la catena di fast-food
Un giudice federale di Manhattan ha respinto ieri un ricorso che
mirava a riconoscere la McDonald’s Corporation colpevole di causare
obesità e malattie nei teenager.
Il ricorso poteva essere il primo, una causa pilota, di riferimento
per i milioni di bambini e giovani che comprano hamburger,
cheeseburger e patatine. L’accusa è: la catena di fast-food
“inganna” sugli alti livelli di grassi, zucchero, sale, colesterolo
nei suoi prodotti.
Si legge sul “New York Times” di oggi: “Il giudice, Robert W. Sweet
della Federal District Court, afferma che non è provato che
McDonald’s abbia nascosto le informazioni sugli ingredienti, ed
è ampiamente risaputo che i fast-food, e i prodotti
McDonald’s in particolare, contengono alti livelli di ingredienti
potenzialmente dannosi”.
“Le persone sanno – o dovrebbero sapere – che mangiare abbondanti
porzioni di prodotti McDonald’s di taglia ‘big’ non è
salutare e può causare un aumento di peso corporeo – scrive
il giudice stesso – e non è compito della legge proteggerle
dai propri stessi eccessi”.
Si legge ancora: “Nessuno è obbligato a mangiare da
McDonald’s (eccetto, forse, i genitori dei bambini allettati dal
cibo, dai giochi, dalle promozioni, che sono obbligati ad
accompagnarli)”.
Il caso poteva potenzialmente far esplodere una cascata di migliaia
di altri ricorsi simili, considerando che gli americani spendono
più di 110 miliardi di dollari all’anno nei fast food. Ma il
giudice ha anche respinto l’accusa che i cibi di McDonald’s causino
“assuefazione”.
La compagnia è soddisfatta: hanno sempre definito “frivola”
questa causa intentata dall’avvocato di due teen-ager, Samuel
Hirsch.
Il quale però ora vuole riproporre il ricorso in forma
emendata, in linea con uno degli argomenti della sentenza,
suggerito dallo stesso giudice Sweet, secondo cui si potrebbe
arrivare a un processo.
Il giudice scrive che, in un’altra forma, l’accusa contro
McDonald’s è fondata. Il gigante USA può essere
accusato di alterare i cibi durante il processo
industriale-commerciale, creando così “alimenti
sostanzialmente differenti – e più pericolosi – di quelli
che è lecito aspettarsi”.
Cioè, il giudice nota, per esempio, che le Chicken
McNuggets, invece che essere pezzetti di pollo fritti in padella,
sono un “composto di vari elementi inusitati e non comuni”.
Un simile argomento sì che “potrebbe stabilire che i
pericoli dei prodotti McDonald’s non possono essere comunemente
noti né riconoscibili, e quindi che McDonald’s tiene un
comportamento scorretto verso i clienti”.
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