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Perché il corteggiamento sta scomparendo
Il corteggiamento sembra oggi, nell’epoca dell’immediatezza, un’arte dimenticata, che invita a un avvicinamento delicato e creativo, che prevede un tempo per conoscersi e valutarsi.
di Emma Chiaia
Tra i comportamenti umani in via d’estinzione, potremmo indicare il corteggiamento. Questo specialissimo momento della seduzione sembra infatti quasi scomparso. La parola stessa evoca atteggiamenti propri dell’amor cortese, di tempi di dame e cavalieri, in cui la bella, prima di donarsi, veniva omaggiata a lungo dall’aspirante. Oggi il corteggiamento non esiste quasi più. In parte ciò è dovuto alla naturale evoluzione dei rapporti tra uomo e donna, alla perdita di ruoli fissi e rigidi, e questo ha senza dubbio anche dei lati positivi. Ma per un altro verso è il riflesso di paura, fretta, e distanza nell’approccio erotico. Esaminiamo quindi da vicino i motivi che portano alla sua scomparsa.
Che fine ha fatto il corteggiamento?
Non ci si corteggia perché i tempi sono ridottissimi. Uno sguardo, ed è sufficiente a molti per decidere che si può procedere con l’avvicinamento, l’intimità sessuale. Contribuisce a questo anche un certo modello di amore cinematografico, che per esigenze narrative appiattisce i tempi. È interessante notare che dietro a tanta fretta ci possono essere due motivazioni opposte. Da una parte c’è l’idea romantica del “colpo di fulmine”, per cui “se ci si piace davvero, è inutile farla tanto lunga”. E dall’altra c’è un’idea diversissima: “è inutile farla tanto lunga, perché se la persona non ci sta , meglio cercarne un’altra”. Da una parte un eccesso di romanticismo, dall’altra un eccesso di consumismo. Ma la realtà dell’incontro umano, tra questi due opposti, viene persa e schiacciata.
L’amore ai tempi dell’indecisione
Non ci si corteggia perché raramente si ha voglia di ammettere che ci si avvicina a un’altra persona senza una chiara idea di cosa si desideri da lei. Un incontro fugace, un’occasione d’amore, un progetto di vita? I più non lo sanno, si faranno sorprendere dallo svolgersi dagli eventi, aspetteranno di vedere se c’è intesa sessuale (e da quella dedurranno poi, in maniera non sempre corretta, che ci può essere anche intesa caratteriale). Meno hanno corteggiato, però, meno si sentono responsabili se, dopo una rapida verifica, si danno alla fuga, o vogliono mantenere il rapporto all’insegna della vaghezza. Se l’intimità è “capitata”, invece di essere stata cercata, nessuno potrà accusarli di incoerenza.
Il timore del rifiuto
Non ci si corteggia perché non si vuole rischiare un rifiuto. È implicito nel concetto stesso di corteggiamento un convincere l’altra persona. Nell’accezione migliore non si tratta, è ovvio, di un sedurre manipolativo. Il cavaliere corteggia la bella non per forzarne il volere, ma per convincerla di essere un uomo affidabile, per darle il tempo di rendersi conto delle sue qualità, per esternare i suoi sentimenti. I cavalieri possono corteggiare anche donne che all’inizio pensano di non starci, e far loro cambiare idea. Danno una prova molto bella del potere del sentimento, che quando è genuino è fortemente creativo, può vincere gli ostacoli e dar vita a un’intesa che sembrava impossibile.
Ma oggi pochissimi uomini sanno stare in questo limbo di sospensione, in cui cercano di conquistare qualcosa che non hanno, il cui l’esito non è garantito. I più non reggono l’incertezza, e fanno come la volpe con l’uva: se una bella non ci sta immediatamente passano oltre, convincendosi che non ne valeva la pena. Ma i motivi possono anche essere altri. Molti non corteggiano per insicurezza, o perché si sono persi i segreti di quest’arte sottile, o perché confusi dall’iniziativa delle donne.
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I segreti dell’arte del complimento
Servono a sedurre, a esprimere i propri sentimenti, a creare un clima disteso, intimo, piacevole, a potenziare l’erotismo. Sono i complimenti, messaggeri d’ammirazione, alleati dell’eros e dell’amore. Elaborare frasi di corteggiamento, o attingere al vasto repertorio partorito da poeti e scrittori, può aumentare le possibilità di successo durante un corteggiamento.
Corteggiamento femminile, quando a corteggiare è una donna
Ma chi ha detto che a corteggiare debbano sempre essere gli uomini? Millenni di tradizione recentemente sono stati rimessi in gioco. I ruoli sono cambiati, non sono più rigidi e fissi. E anche le donne, giustamente, si pongono il problema di avere una parte attiva nel corteggiamento. Ma per il gentil sesso corteggiare è più difficile: abituati da sempre ad essere “cacciatori” e non “prede”, molti uomini si spaventano di una donna intraprendente, la trovano aggressiva, e possono reagire anche male, dandosi alla fuga. Cosa fare, rinunciare? No: è sempre sbagliato lasciar perdere un sogno, e dunque è bene che le donne insistano. Ma per realizzare i sogni è bene tener conto della realtà: se molti uomini hanno paura, allora le modalità non dovranno essere mai aggressive, mai frettolose, ma sempre dolci e rassicuranti.
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