Con una sentenza storica, la Cassazione conferma la condanna per il comandante italiano che ha consegnato 101 migranti alla Libia.
Il Dalai Lama. Cosa fa?
La Cina dal 1951 ha avviato un’opera di cinesizzazione del Tibet. Prima coi bombardamenti. Poi spianando i monasteri. Ora, facendo affluire milioni di emigranti cinesi. E cosa fa, il Dalai Lama?
Nei primi anni dell’esilio, gli appelli alle Nazioni Unite
L’assemblea Generale ONU nel ’59, ’61 e ’65 adotta tre risoluzioni che esortano la Cina a rispettare i diritti umani dei tibetani e la loro aspirazione all’autodeterminazione.
Difende la cultura
Nasce il Governo Tibetano in esilio – primo obbiettivo: conservare/preservare la comunità tibetana e la sua cultura. Come? Come con le riserve naturali… riserve “culturali”. I rifugiati tibetani vanno a vivere in terreni agricoli. Si organizza un sistema scolastico che perpetua la cultura tibetana, così, i figli dei rifugiati possono conoscere la loro lingua, la loro storia, la loro religione.
Nel 1959 nasce l’Istituto tibetano delle arti e lo spettacolo e anche un’università per i tibetani in India. Vengono rifondati oltre duecento monasteri. Il Dalai Lama ha ricreato le quattro più importanti università monastiche nel sud dell’India; tra gli anni sessanta e settanta ognuno di questi monasteri ospitava circa quattrocento monaci, oggi ognuna ne ha 5.000. Il Ghe Pel Lingh promosse anche in Italia l’iniziativa adotta un monaco.
Nel 1963 promulga una costituzione democratica, (chissà) per un futuro Tibet libero; da allora c’è tutto un sistema di elezioni per eleggere un Kalon Tripa, premier del governo tibetano, che sceglie i suoi ministri.
Leggi anche: Dalai Lama, il simbolo spirituale del buddismo tibetano
Dialoga con le religioni
Il Dalai Lama ha incontrato Papa Paolo VI in Vaticano nel 1973. Poi a Roma, nel 1980, alla vigilia dell’incontro con Giovanni Paolo II dice: “Viviamo in un periodo di grande crisi, un periodo in cui il mondo è scosso da turbolenti sviluppi. Non è possibile trovare la pace dell’anima senza la sicurezza e l’armonia fra le genti.
Per questo aspetto con fede e speranza di incontrare il Santo Padre, per avere uno scambio di idee e sentimenti e per aprire la strada a una progressiva pacificazione fra i popoli”. Il Dalai Lama incontrerà cinque volte Papa Giovanni Paolo II, incontrerà una volta nell’81 a Londra l’Arcivescovo di Canterbury (capo della chiesa anglicana).
A un discorso al Congresso mondiale delle religioni, dice: “Credo sempre che sia molto meglio avere una varietà di religioni e filosofie piuttosto che una singola religione o una singola filosofia. Ogni religione ha le sue idee e pratiche: imparare a conoscerle può solo arricchirci”.
Propone piani di pace concreti, realistici
Nel 1987 a Washington il Dalai Lama propone un Piano di pace in cinque punti:
- Tibet trasformato in una zona di pace;
- fine dei trasferimenti di popolazione di etnia cinese in Tibet;
- ripristino delle libertà democratiche;
- abbandono da parte della Cina dell’utilizzo del territorio tibetano per armi nucleari e scarico di rifiuti radioattivi;
- l’auspicio: “seri negoziati” sul futuro del Tibet.
A Strasburgo, in Francia, il 15 giugno 1988, il Dalai Lama propone la creazione di un Tibet democratico, autonomo… “all’interno della Repubblica Popolare Cinese”. La via di mezzo. (Anche se poi nel 2001 il Governo in esilio constata amaramente che il Piano di Strasburgo è invalidato a causa dell’atteggiamento negativo della leadership cinese).
“Io ho un sogno”
Il 9 ottobre 1991, durante un discorso alla Yale University negli Stati Uniti, il Dalai Lama dice di voler visitare il Tibet personalmente. Con queste parole: “Il mio viaggio dovrebbe costituire una nuova opportunità per promuovere la comprensione e creare le basi per una soluzione negoziale.” Subito dopo ci sono dieci anni di assenza di ogni contatto formale tra Cina e Governo Tibetano in Esilio… Poi, nel settembre 2002 e nel giugno 2003, due delegazioni tibetane possono andare in Cina e in Tibet. Preludio di un viaggio del Dalai Lama in Tibet? Di un ritorno?
Immagine di copertina: il Dalai Lama in visita in visita nell’Irlanda del Nord © Charles McQuillan/Getty Images
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Numerose ong hanno sottolineato la situazione drammatica della popolazione palestinese a Gaza, chiedendo a Israele di rispettare il diritto umanitario.
Vida Diba, mente di Radical voice, ci parla della genesi della mostra che, grazie all’arte, racconta cosa significhi davvero la libertà. Ed esserne prive.
L’agenzia delle Nazioni Unite per la salute sessuale e riproduttiva (Unfpa) e il gruppo Prada hanno lanciato un programma di formazione per le donne africane.
Amnesty International ha pubblicato un manifesto elettorale in 10 punti rivolto ai partiti italiani: “I diritti umani non sono mai controversi”.
Si tratta di Zahra Seddiqi Hamedani ed Elham Choubdar colpevoli, secondo un tribunale, di aver promosso la “diffusione della corruzione sulla terra”.
Dal 2 al 4 settembre Emergency ricorderà che la pace è una scelta realmente perseguibile a partire dalla conoscenza e dalla pratica dei diritti umani.
Il Comune di Milano lo faceva già ma smise, attendendo una legge nazionale che ancora non c’è. Non si può più rimandare: si riparte per garantire diritti.
Le persone transgender hanno ora il diritto alla piena autodeterminazione a Milano grazie al primo registro di genere in Italia.