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Il destino delle rondini
Secondo un recentissimo studio del “Birdlife International” di cui la LIPU è rappresentante in Italia, il numero delle rondini in Europa è diminuito negli ultimi 20 anni dal 40 al al 60%.
Da sempre la visione delle rondini nei nostri cieli è
sinonimo di allegria e di festa. Il ritorno di questi volatili
dalle calde terre dove hanno trascorso la stagione fredda è
segno inequivocabile dell’arrivo della primavera.
Pur essendo di molte specie diverse, per noi tutti, le rondini sono
riconoscibili dalla tipica forma “a falce” delle ali che le rende
facilmente schematizzabili, tanto da essere sempre presenti in
tutti i disegni dei bambini.
Questi volatili ci abbandonano con l’arrivo dell’autunno e,
seguendo il loro istinto primordiale, partono in grandi stormi
verso le zone calde dell’Africa, della Cina e delle Filippine.
Spesso la stessa coppia di rondini riadatta e riprende possesso
dello medesimo nido lasciato mesi prima all’epoca della migrazione
verso l’Europa. Ed è proprio nelle nostre terre che le
rondini si riproducono e danno continuità alla specie che da
millenni, grazie ai buoni auspici che in passato venivano
attribuito al loro arrivo, è parte integrante di detti e
credenze popolari.
Purtroppo, secondo un recentissimo studio del “Birdlife
International” di cui la LIPU è rappresentante in Italia, il
numero delle rondini in Europa è diminuito negli ultimi 20
anni dal 40 al al 60%.
Fra le cause di questa drastica riduzione ci sono l’utilizzo di
nuove tecniche agricole e zootecniche che, per garantire maggiore
produttività ed igiene, hanno ridotto le aree nidificabili e
sterminato alcuni insetti di cui le rondini si nutrono
abitualmente. L’innalzamento della temperatura globale crea poi una
moria di esemplari durante il sorvolo migratorio del deserto del
Sahara, dove il caldo diventa spesso insopportabile e mortale.
Logicamente si sprecano le raccolte di firme per supportare
protocolli da presentare ai vari Ministeri interessati,
perché le tecnologie agricole più moderne imparino a
rispettare le leggi della natura oltre a quelle della
produttività e del mercato.
Esiste però qualcosa che anche noi possiamo fare.
Possiamo installare, se viviamo vicino alla campagna, dei nidi
artificiali per le rondini o pensare di acquistare prodotti
dell’agricoltura biologica in modo da favorirne la produzione e
ridurre così l’uso dei pesticidi.
Spesso le leggi di mercato sembrano più forti dell’impegno
dei singoli, ma pensare che fra 20 anni le rondini potrebbero
sparire dai detti popolari e dai disegni dei nostri figli o nipoti
è veramente deprimente. Forse con un piccolo impegno da
parte di tutti si potrà fare qualcosa di concreto.
Andrea Campolonghi
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