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Digiuno terapeutico, depurativo e religioso. Scopri perché fa bene e come digiunare
Nonostante sia una tradizione millenaria non solo religiosa, il digiuno oggi è diventato l’argomento del giorno.
Per alcuni il digiuno era una simbolica rinuncia a qualcosa, per altri un’osservanza scrupolosa di regole alimentari ma raramente il digiuno per il mondo occidentale ha avuto il significato che ha oggi. Nonostante sia una tradizione millenaria non solo religiosa il digiuno oggi è diventato l’argomento del giorno. Il digiuno, infatti, da atto religioso individuale è diventato un atto pubblico e politico di solidarietà interreligiosa, una preghiera anche laica per la pace nel mondo.
Digiuno terapeutico o digiunoterapia
A differenza di quello crudelmente forzato da ragioni economiche e ambientali, il digiuno terapeutico è, invece, una pratica decisa liberamente dall’individuo per:
- purificare il corpo dalle tossine;
- combattere e prevenire le malattie;
- ritrovare la forma fisica e la bellezza della pelle;
- favorire la concentrazione in caso di sforzi intellettuali ed emotivi.
Presso le antiche civiltà era la porta d’ingresso principale verso il mondo spirituale, oggi la scienza ha dimostrato come il digiuno possa avere un forte potere terapeutico. Le autorità mediche di alcuni paesi, come la Francia e il Canada per esempio, non attribuiscono al digiuno alcun valore terapeutico, mentre in Germania la comunità scientifica è favorevole alla digiunoterapia e ha fornito numerosi studi clinici e prove documentate sulla sua efficacia.
Il digiuno nella pratica medica
La terapia del digiuno è una pratica tramandata fino ai tempi moderni soprattutto grazie alla naturopatia. Anche se la medicina ufficiale tende a non considerare il digiuno come metodo terapeutico l’efficacia del digiuno è stata verificata nel trattamento dell’artrite, reumatismi, ipertensione, allergie alimentari, appendicite acuta e disfunzioni sessuali.
Cos’è il digiuno, significato
Il digiuno viene considerato un vissuto che si sviluppa in uno spazio – tempo non allineato con quello quotidiano, il momento di uno straordinario viaggio interiore e di un intenso scambio relazionale che si arricchiscono reciprocamente. La profonda commutazione biopsichica del digiuno è colta come l’occasione per una rinnovata apertura alla vita, per determinare scelte e apprendere nuovi percorsi: la guarigione e l’accresciuto benessere sono visti come una conseguenza di questa azione primaria.
Rifiutare il cibo significa recidere un legame, rompere con la “materia”, il mondo profano, un gruppo sociale, la famiglia, una persona. Al di là delle possibili patologie, il digiuno è stato spesso praticato da chi aspira a raggiungere un contatto diretto e privilegiato con un’entità trascendentale. Gesù, Buddha, profeti e santi per citare i più famosi si sono privati del cibo per elevarsi e affermare il proprio pensiero.
Il digiuno può avere anche un significato molto lontano da quello religioso: la protesta. Astenersi dal cibo è stata, da Mahatma Gandhi in poi, una forma di contestazione pacifica ma efficace usata per far valere i propri diritti. Nell’antico Giappone si digiunava “contro” il nemico per attentare al suo onore, in India un creditore poteva decidere di fare lo sciopero della fame davanti alla casa del suo debitore finché non gli veniva restituito quanto dovuto. Basti ricordare gli scioperi della fame di Marco Pannella, dei detenuti e degli studenti di un liceo di Roma per essere ricevuti dal ministro della Pubblica istruzione.
I benefici del digiuno depurativo
Il termine inglese breakfast e quello francese déjeuner significano letteralmente rompere il digiuno. Molti popoli sono riusciti e ancora oggi riescono a sopravvivere a gravi carestie grazie alla capacità innata dell’individuo di utilizzare le riserve energetiche accumulate nell’organismo. Astenersi dal cibo, inoltre, è sempre stato uno dei pilastri della pratica religiosa di tutte le tradizioni spirituali. Questa scelta dalla profonda valenza simbolica in realtà poggia anche su basi fisiologiche ben precise: è stato confermato come il digiuno esalti le facoltà intellettuali e quindi anche quelle mistiche, oltre a contribuire a rafforzare il carattere e il controllo della propria volontà.
Digiuno e salute
All’apparenza sembra un controsenso ma il digiuno opportunamente controllato dal medico può significare per l’organismo un vantaggio. La nostra cultura ci ha disabituato a questa pratica, associando al mancato apporto energetico una conseguente mancanza di forza. La natura, invece, ci dimostra in molti casi che non è così. Il 30 per cento della nostra energia corporea viene normalmente assorbita dai processi digestivi. In caso di malattia, l’organismo reagisce molto spesso rifiutando il cibo e rendendo in tal modo disponibile quella porzione di energia per ottenere la guarigione.
Anche nel mondo animale non mancano gli esempi che confutano la tesi digiuno uguale inefficienza fisica: i pesci e gli uccelli migratori possono percorrere migliaia di chilometri senza alcuna sosta per mangiare. Nei mammiferi l’intensa attività che accompagna il periodo degli amori, con combattimenti e accoppiamenti, coincide con una drastica riduzione del loro desiderio di nutrirsi. Un ottimo esempio di come il digiuno non tolga ma dia forza.
Naturalmente, e questo deve essere molto chiaro, si tratta di una pratica esercitata in condizioni ottimali di vita non certo in contesti di fame cronica, carenze o disturbi del comportamento alimentare.
Malattie
Il digiuno è efficace soprattutto per le malattie dell’apparato cardiaco, le allergie, le malattie infiammatorie, l’artrite reumatoide. In quest’ultimo caso ad esempio è stato dimostrato come dopo dieci giorni di digiuno i dolori diminuiscano dell’80 per cento tranne nei pazienti che hanno fatto a lungo uso di cortisone e derivati. Non è efficace invece nel combattere l’obesità, nella quale produce uno spiacevole effetto “rimbalzo” vale a dire una ripresa veloce del peso iniziale, non appena si ripristina una normale alimentazione.
Come digiunare
Tipi di dieta
Esistono numerose versioni del digiuno:
Il digiuno integrale è uno dei metodi più radicali di cui si sconsiglia l’applicazione se non sotto stretto controllo medico. Può rivelarsi molto faticoso sia dal punto di vista fisico sia psichico e non deve mai essere condotto a scopo dimagrante o da persone inesperte.
Il digiuno modificato di cui esistono molte versioni. A seconda della formula il paziente ha diritto a succhi di frutta, verdura, brodi vegetali o tisane.
Le monodiete consistono nel mangiare un unico alimento per uno o più giorni consecutivi. La più conosciuta è quella di uva ma sono diffuse anche quella a base di succo di carote, di fragole, di mele, di ciliegie, di asparagi, di denti di cane.
Modalità di applicazione
La fase di transizione o riduzione progressiva del cibo dura alcuni giorni. In essa ogni giorno si elimina gradualmente una tipologia di alimento a partire dai prodotti animali (latte, uova, carne e derivati), poi le sostanze eccitanti come tè e caffè via via con modalità specifiche fino all’eliminazione totale dei prodotti solidi.
Nel digiuno propriamente inteso dove non si consumano prodotti solidi ma solo liquidi a volontà il senso di fame scompare dopo uno o due giorni e se la fase precedente è stata eseguita correttamente si otterrà un piacevole senso di benessere e l’intensificazione delle funzioni di escrezione.
La ripresa dell’alimentazione normale avviene nelle stesse modalità della fase di transizione ma con un procedimento esattamente inverso.
Controindicazioni
Si deve evitare il digiuno in tutti i casi di malattie conclamate a carico di fegato e reni, i due organi maggiormente coinvolti nei processi di depurazione dell’organismo. Assolutamente sconsigliata in caso di anoressia, bulimia, aritmie cardiache, abbassamento delle difese immunitarie, ulcera peptica, gravidanza, allattamento al seno.
Il digiuno fa bene
- A coloro che sono orientati verso l’autogestione del corpo e sono convinti che la salute dipenda in modo primario dallo stile di vita.
- A chi rifiuta le comuni terapie perché crede nell’autoguarigione e sa che il digiuno è la condizione ideale in natura per guarire: un animale selvatico (un lupo, una volpe, ecc) se feriti o ammalati non possono cercare cibo e devono cercarsi un rifugio dove riposare e digiunare. Il digiuno è quindi la condizione naturale per guarire: anche gli animali domestici e i bambini conservano questa tendenza radicata e rifiutano istintivamente il cibo in caso di malattia.
- A chi vuole voltare pagina, interrompere situazioni di stallo nelle relazioni, nel lavoro, liberarsi da condizionamenti, dipendenze (fumo e abitudini nocive).
- A chi vuole eliminare le conseguenze di abusi alimentari e ricercare un miglior rapporto con il cibo;
- A chi desidera ritardare la senescenza.
- A chi pratica la meditazione, la ricerca spirituale.
Digiuno per religione, gradito a Dio
La pratica del digiuno è presente in tutte le religioni anche se con significati diversi: per il Buddismo è una forma di disciplina interiore per liberare la mente. Nella religione ebraica il digiuno riscatta dai peccati e ristabilisce il sacro ordine cosmico. Per l’Islam è un atto purificatorio e il Ramadan (mese del digiuno non solo dal cibo) è uno dei suoi pilastri.
Digiuno cristiano o eucaristico
Per chi è religioso il digiuno è soprattutto il segno dell’attesa. Simbolicamente il senso di vuoto che la mancanza di cibo produce ci permette di ricevere il divino. È un modo di dire “io aspetto, cioè spero che il Signore non ci abbia abbandonato”. Oggi il digiuno nel suo significato non solo religioso è anche un modo di dire “io aspetto, cioè spero che la pace sia ancora possibile”. La rinuncia al cibo come penitenza è anche l’occasione per manifestare la solidarietà con chi soffre.
La pratica del digiuno in Italia
Migliaia di persone seguono il digiuno non solo per problemi di peso ma anche come metodo di trasformazione evolutiva. In Italia il digiuno terapeutico è stato diffuso dall’Associazione scuola della salute fondata nel 1984. Inizialmente orientata secondo gli insegnamenti del grande igienista americano Shelton sotto la guida del dottor Sebastiano Magnano, ha elaborato un originale metodo di digiuno fondato su:
- Preparazione psicofisica
- Programmazione del digiuno in relazione alla durata e alle modalità. (Il digiuno può avere durata variabile e può essere assoluto, idrico o integrato con succhi vari, infusi, ecc).
- Attività psicofisiche messe a punto in modo specifico che mantengano una soglia fisiologica di attività con un dispendio minimo di energie. (Il risparmio energetico è fondamentale nel digiuno terapeutico ma la completa inerzia è di solito controindicata).
- Psicoterapia di gruppo per potenziare e armonizzare i cambiamenti positivi che il digiuno stesso mette in atto.
- Una ripresa alimentare studiata caso per caso.
- La programmazione di una migliore qualità di vita dopo il digiuno.
La storia del digiuno
In molte società primitive i digiuni sono sempre stati centrali nelle tappe evolutive, considerate veri e propri “riti di passaggio”. In molte religioni, la tradizione prevede la privazione o la restrizione alimentare sulla base di precise regole di credo: il Ramadan per i musulmani, lo yom kippur per gli ebrei e la quaresima per la fede cristiana.
Soggiorni e scuola di digiuno
Depurazione, autoguarigione di patologie varie, prevenzione, disordini del comportamento, sovrappeso ma anche ricerca interiore per percorsi evolutivi e di crescita personale, sono tante le motivazioni che spingono centinaia di persone ogni anno a frequentare l’unica scuola di digiuno presente in Italia.
Pinguedine
Ingrassare volontariamente è un’altra pratica altrettanto importante e carica di significati in molte culture. Spesso la pinguedine è ricercata in tutti i popoli in cui la principale preoccupazione è quella di procurarsi da mangiare. Nei paesi in cui regna la carestia non appena è disponibile del cibo la tendenza diviene quella di farne una scorta mangiando il più possibile tutto ciò che domani potrebbe non esserci più.
Abituati alle restrizioni involontari, nell’Africa subsahariana, e nel Medio ed Estremo Oriente, prima del matrimonio aumentare di peso diviene la principale preoccupazione. Il grasso incarna la ricchezza, la fecondità, la forza e prende la forma di una virtù, laddove stare a dieta più che un vizio è una necessità.
di Gabriele Bettoschi
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