Profilazione razziale, xenofobia nel dibattito politico e omofobia nel report dell’Ecri. Tra le sue richieste c’è quella di rendere indipendente l’Unar.
Il dono di Mata Amritanandamayi (Amma)
Mata Amritanandamayi, nota come Amma (mamma), è una religiosa indiana che abbraccia con il dono dell’amore. La abbiamo incontrata al Palasesto
Così mi è apparsa questa incredibile donna, vestita con un semplice sari bianco, il volto illuminato dalla luce dei suoi occhi e dal suo sorriso, con le braccia ininterrottamente pronte ad accogliere l’umanità intera.
Persone di ogni colore, religione, età, stato fisico, di salute, hanno atteso per lungo tempo il loro turno per godere dell’incontro personale, assolutamente intimo con Mata Amritanandamayi, che, sapientemente e amorevolmente li ha tenuti uno per uno vicino al suo cuore. In Italia Mata Amritanandamayiè supportata da un’associazione italiana a sostegno dei progetti di Embracing the World , l’organizzazione umanitaria internazionale di Mata Amritanandamayi.
In pieno svolgimento di questo incessante atto d’amore gratuito, dalla sala del Palasesto si udivano voci bellissime cantare, si vedevano radiosi swami e accompagnatrici accogliere con cura ogni persona e tanti volontari che, entusiasti illustravano le numerose opere di Amma nel mondo . Il tutto si armonizzava come il grande disegno in cui ogni cosa ha il suo giusto posto affinché tutti possano con chiarezza e semplicità respirarne e vederne il senso.
Dopo essere stata immersa per circa 3 ore in questo “pianeta” e averne assaporato gli effetti benefici, è arrivato il mio turno per l’intervista (3 domande come mi avevano chiesto), ovvero è arrivato il momento di ricevere un ulteriore dono, quello di stare vicino a questa donna “ridente nell’anima” e di ascoltarne la voce calda e melodiosa in risposta alle mie seguenti domande.
Mata Amritanandamayi, Lei dice di aver iniziato molto presto a sentire amore e compassione per tutti gli esseri umani. Perché ha scelto proprio l?abbraccio come canale per alleviare le sofferenze?
E come chiedere al fiume, perché scorri? Il fiume non può fare altro che scorrere, questa è la mia natura, fluire là dove c’è bisogno di amore. Se qualcuno viene da te e ti dice che ha sete, tu semplicemente gli dai acqua da bere. L’amore toglie ogni sofferenza e dispiacere, allevia le ferite del corpo e dell’anima.
Che consiglio dà alle persone per riuscire a trovare dentro e fuori di sé la luce del volto amorevole di Dio?
Per me non esiste differenza tra dentro e fuori, tra creatore e creato. Dio è onnipotente e onnipresente, abita in ognuno di noi. Io dico realizza queste qualità dentro di te. C’è una storia che fa così: qualcuno ha perso una collana e la cerca ovunque, gli si avvicina un tipo e indicando il dito su di lui gli dice la collana è lì, sul tuo collo. Questo vuol dire che Dio è dentro di te, cercalo dentro, non fuori.
Lei ha una preghiera particolare che canta in cuor suo, prima di entrare così profondamente in contatto con l’anima di ogni persona?
Ogni mio tocco, ogni mio sguardo è una preghiera e per me la più grande preghiera è l’amore. Non c’è bisogno di una preghiera particolare, ma di un perenne contatto con l’eterno.
L’abbraccio di Amma
L’intervista si è conclusa, gli swami mi chiedono se voglio ricevere l’abbraccio di Amma, io ovviamente acconsento. Dopo avermi guardato e sorriso per un attimo eterno, Amma mi ha accolto tra le sue braccia e mi ha tenuta stretta al suo grande cuore, pronunciando per 3 volte una parola indiana di cui non ho capito il senso linguistico ma di cui ho assorbito in ogni mia cellula la carica e il messaggio d’amore enorme.
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