Un break in autunno in Baviera: splendidi trekking nei boschi, deliziose cittadine storiche, arte e cultura.
Scacchi cinesi
Go significa assediare quindi “il gioco delle pietre che assediano”. come gli scacchi uno dei giochi che formano il grande patrimonio ludico dell’umanità.
Go in giapponese, Wei-Qi in cinese, Baduk in coreano, insieme
all’africano Awele e alle varie forme di scacchi occidentali,
è uno dei giochi che formano il grande patrimonio ludico
dell’umanità.
Nasce in Cina più di un millennio prima della nascita di
Confucio (551 a.C.), negli stessi luoghi dove hanno inizio gli
studi matematici e filosofici e non a caso il Go rappresenta in
maniera splendida l’essenza della matematica (riconoscimento delle
forme e calcolo combinatorio) e filosofia (vita/morte, pieno/vuoto,
caos/equilibrio) che in quell’epoca prendono forma per arrivare
fino ad oggi con eguale potenza e suggestione.
In Cina rimane gioco per aristocratici e letterati, migrato poi in
Giappone, tra il V ed il VI secolo, conosce la sua vera
fortuna.
I giapponesi mettono per iscritto le regole facilitandone
così lo sviluppo e la divulgazione. L’influenza giapponese
fu così determinante che ancora oggi in tutto il mondo si
utilizzano parole giapponesi per indicare particolari mosse o
configurazioni.
Un gioco di strategia dove i due giocatori, a turno, depongono su
di una tavola vuota (Go-ban) le proprie pietre (bianche e nere), la
tavola è disegnata con 19 linee verticali e 19 orizzontali
che formano i 361 incroci su cui le pietre vanno poste (sugli
incroci e non negli spazi come succede per gli Scacchi o la Dama) e
scopo del gioco è racchiudere quanto più territorio
possibile all’interno delle proprie pietre, cercando di impedire
all’avversario di fare lo stesso. Le pietre giocate non vengono
più mosse tranne nel caso di cattura, caso in cui vengono
tolte dal goban.
Tutto il gioco si basa su di una sola regola semplicissima, vale a
dire che “finché hai libertà sei vivo, altrimenti
muori”.
Il Go è un’Arte Marziale, come tutte queste discipline,
comporta implicazioni filosofiche e spirituali di cui il
combattimento figurato è solo l’atto finale.
Un giorno un allievo chiese a Confucio: “Maestro, qual?è il
più bel gioco inventato dagli uomini”
“Gli scacchi giapponesi!” rispose prontamente il Maestro.
L’allievo sorpreso domandò: “Ma come, Maestro, e il Go?”
Confucio sorridendo disse: “Tu mi hai chiesto quale fosse il gioco
più bello inventato dagli uomini, il Go è invenzione
degli Dei”.
Da notare che il Go è l’unico gioco al mondo che, in 4.000
anni, non ha mai mutato le sue regole e che rimane ancora oggi
impossibile far giocare ad un computer, nonostante gli enormi
sforzi compiuti in tal senso.
Gigi Albieri
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