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Il luogo di nascita del Kung Fu: il Monastero di Shaolin
Considerato il luogo di nascita del Kung Fu, il monastero di Shaolin è un luogo mistico.
Shaolin significa “Piccola Foresta”, vi era, infatti, una fitta
vegetazione a fare da contorno al Monastero, nella quale i Monaci
andavano per osservare la natura e gli animali che la abitavano.
Venivano osservati durante i combattimenti, studiate le loro
movenze, affinché potessero diventare la base della pratica
marziale umana.
Gli stili del Kung Fu, praticato un tempo a Shaolin e oggi in molte
scuole di tutto il mondo, si rifanno, infatti, al comportamento
degli animali studiati (la Tigre, il Serpente, la Gru, il Leopardo,
la Scimmia e l’Orso).
La necessità di difendere il prezioso tesoro custodito nel
Monastero, spinse i Monaci a formare valorosi combattenti, ed
è così che intorno al 260 d.C. furono chiamati due
esperti di Arti Marziali, ai quali spettava tale compito.
La grande svolta nella vita del Monastero avvenne nel 520, quando
un Monaco Buddista Indiano, chiamato Bodhidharma, giunse a
Shaolin.
Si racconta che questi passò nove anni a meditare davanti ad
un muro. Le tecniche di meditazione adottate da Bodhidharma,
prevedevano posizioni statiche, molto faticose per le limitate
possibilità fisiche dei Monaci. Fu quindi preparato dal
Monaco Indiano un programma di allenamento, fondato sulle sue
conoscenze dello Yoga e delle tecniche guerriere della sua Casta,
il cui fine era il rafforzamento fisico dei fragili Monaci Shaolin,
affinché potessero sostenere le lunghe sedute di
meditazione, fondamentali per coltivare e liberare l’energia.
La pratica marziale si consolidò così definitivamente
nel Monastero e diviene motivo di continui studi e perfezionamenti
nel corso dei secoli; si appresero anche le diverse tecniche
sull?uso di armi metalliche, che vennero affiancate alla pratica a
mani nude.
Varie vicissitudini videro protagonista il Monastero di Shaolin
durante le varie dinastie e invasioni, fino a che, nel 1736, venne
distrutto dalle truppe Manciù.
I Monaci sopravvissuti fuggirono verso sud e continuarono i loro
insegnamenti.
Un altro Monastero venne costruito nel 1738 nella provincia di
Fujian, ma fu distrutto trent’anni più tardi.
Negli anni ’80 il Wushu tradizionale tornò in auge in Cina e
il Monastero fu ristrutturato e riaperto al pubblico. Dei giovani
esperti di Wushu, scelti tra i più robusti nei reparti
speciali dell’esercito popolare, furono nominati Monaci
Shaolin.
Nel 1996 questi erano venti e ognuno ha fino a venti discepoli, ai
quali insegna il Wushu e la meditazione. Gli attuali Monaci sono
spesso invitati all’estero per fare dimostrazioni e tenere
seminari. Shaolin è diventato ormai un luogo turistico, nel
quale non mancano negozi di souvenir e alberghi.
Massimiliano Gennari
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