Coltivare cibo consumando al minimo le risorse, senza chimica e generando meno CO2: la sfida dell’agricoltura verticale raccontata attraverso sette startup.
Il primo kit fai da te per conoscere la qualità dell’acqua
Un gruppo di giovani ricercatori italiani dell’Università degli Studi di Milano Bicocca, ZooPlantLab, ha messo a punto ImmediaTest – acqua, prodotto dall’azienda spin-off universitaria Fem2-Ambiente.
E’ del tutto potabile o no? E quello sgradevole odorino che ogni
tanto si sente? Quanto cloro ci sarà? E la patina bianca che
lascia sulle pentole? I dubbi che abbiamo sull’acqua di rubinetto a
volte ci impediscono di goderne tranquillamente.
Molte ricerche affermano che, in Italia, l’acqua di rubinetto
complessivamente è buona. E’ vero che è certamente
più controllata rispetto a quella minerale in bottiglia. Ma a
volte il sapore lascia adito a qualche dubbio.
Ma come si fa a capire se fidarsi di quel che esce dai nostri
rubinetti? Un gruppo di giovani ricercatori italiani
dell’Università degli Studi di Milano Bicocca, ZooPlantLab, ha
messo a punto ImmediaTest – acqua, prodotto dall’azienda spin-off
universitaria Fem2-Ambiente.
E’ un kit fai-da-te che consente di valutare la qualità
dell’acqua che arriva nelle nostre abitazioni. Con il kit si
possono misurare alcuni dei parametri chimici più
significativi così da poterli confrontare con i valori
previsti dalla legge. Il kit si usa in modo semplice e veloce. E’
affidabile ed economico: costa 14 euro e 90 centesimi.
Per eseguire un’analisi dell’acqua in pochi minuti basta immergere
le “strisce colorimetriche” nell’acqua che cambiarà colore in
presenza di determinate sostanze disciolte al suo interno. In
particolare si potranno analizzare il ph, la durezza, il contenuto
di solfati, di cloruri, di nitrati e nitriti (tra i contaminanti
indesiderabili più diffusi). Confrontando i colori assunti
dalle diverse strisce con quelle riportate sulla scheda di lettura
si risale alla qualità della acqua in relazione ai limiti di
legge vigenti (decreto legge del 31 del 2001).
E’ stata anche svilluppata una nuova variante che contiene anche
tutto il necessario per eseguire due analisi complete e poter
misurare i parametri dell’acqua prima e dopo il trattamento con
impianti di depurazione domestici. Grazie ad esso si può
verificare se sono ancora presenti i sali di calcio e magnesio,
importanti per il fabbisogno metabolico, o se l’acqua è stata
impoverita troppo dall’impianto.
“Il principio è simile a un test di gravidanza, facile, veloce
e indicativo – spiega Maurizio Casiraghi, uno dei due ricercatori
dell’Università di Milano Bicocca – con le diverse cartine che
permettono di analizzare il ph, la durezza e il contenuto di
solfati, cloruri, nitriti e nitrati. Il motore del lavoro è
stato combattere il dubbio: molti rinunciano a bere l’acqua del
rubinetto per una paura spesso ingiustificata di contaminazioni
chimiche o microbiologiche, anche quando le analisi degli enti che
devono svolgere i controlli, cioè acquedotti e ASL, ne
certificano qualità e sicurezza”.
“Il kit è affidabile – conclude il secondo ideatore del
brevetto, Massimo Labra – abbiamo lavorato molto per migliorarlo e
renderlo più preciso sulla concentrazione delle sostanze”.
I due studiosi sottolineano come non sia una gara tra investigatori
alimentari: “Nessuna pretesa di sostituirsi ai controlli periodici
e completi eseguiti dai professionisti degli acquedotti e delle
ASL, ma le loro analisi vengono svolte fino al punto di consegna,
il contatore. Il nostro kit invece permette di controllare l’acqua
anche nel tratto finale, al rubinetto di casa, dell’ufficio, della
scuola”.
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