Diritti umani

Il valore delle piccole cose

La vita quotidiana offre innumerevoli occasioni di agire in modo attento e consapevole nei confronti degli altri e della vita. I nostri valori vanno messi alla prova e trasformati in azione con l’impegno nel “qui e ora”.

L’idea più bella, il valore più alto, il proposito
più nobile, hanno meno forza di una palla di neve al sole se
non sanno esprimersi nella vita quotidiana con gesti concreti. Vale
più una mano che tiene aperta la porta allo sconosciuto che
sta passando pieno di pacchi che mille parole roboanti sull’amore
per il prossimo a cui fa seguito una completo disinteresse per le
persone più vicine. Se amo l’umanità ma tratto male
le persone della mia famiglia, c’è qualche cosa che non va
nella mia scala di valori.

E’ vero, “tra dire
e il fare c’è di mezzo il mare
“, ma i mari oggi
si solcano, con barche, piroscafi e transatlantici. Non ci sono
scuse, se non la pigrizia o l’ignavia, per non impegnarsi in prima
persona nel tradurre in azioni e comportamenti quelli che sono gli
ideali che animano i nostri pensieri e, magari, anche i nostri
discorsi.

Queste è l’epoca delle piccole cose. Proprio perché
tutto sembra convincerci che occorre farne di grandi e che è
difficile, anzi impossibile, per ogni piccolo individuo cambiare
davvero il mondo, proprio per questo possiamo invece sottolineare e
affermare il potere
dimostrativo
di tutto quanto di concreto può
essere fatto nel quotidiano, attraverso un sorriso, un gesto, una
telefonata, una scelta, una firma.

La realtà quotidiana va intrisa di valori, va intessuta di
piccole azioni che testimoniano l’orientamento di un pensiero, di
un anelito, che danno ancora più potere a una alta visione
perché questa si aggancia concretamente alla realtà.
Alla fine sono le idee che cambiano il mondo, ma solo quelle che
col mondo sanno trovare un collegamento concreto e costruttivo,
solo quelle che sanno incidere sulla realtà. E’ nel tradurre
un ideale in azione che diamo potere alla forza dell’idea che ci
anima, che onoriamo la nostra più vera natura di liberi
pensatori e di creatori del mondo.

Come ogni artista
lavora con tre elementi
– la tecnica, l’ispirazione e
il supporto materiale – così la nostra materia prima sono le
situazioni reali che la vita propone: un amico in
difficoltà, un impegno necessario per la salvaguardia di un
parco, un gesto di attenzione nei confronti di una categoria di
persone svantaggiate, una scelta etica sul proprio posto di lavoro;
l’ispirazione è il valore che vogliamo esprimere e la
tecnica diventa il modo concreto con cui possiamo incidere sul
reale.

Non c’è soddisfazione più grande dello scoprire che,
grazie a quello che
abbiamo fatto
, qualcuno ha sorriso, qualcuno ha
mangiato, qualcuno si è salvato. L’idea diventa così
più forte, più luminosa, più potente.
L’esempio fa da cassa di risonanza e, grazie al riscontro pratico,
allarga il suo campo d’azione, contagiando altri e diffondendo il
suo effetto trasformativo. Possiamo incidere sulla realtà,
per nessuna ragione dobbiamo rinunciare a questo potere! Tra il
dire e il fare, c’è di mezzo, non il mare, ma l’esserci,
davvero, e il riboccarsi le maniche: essere e agire!

Indagare sullo
scopo della vita

Non si tratta di trovare risposte, quanto di porsi domande, di
uscire dall’indifferenza, dalla estenuante sensazione che tutto
ormai sia noto e scontato, dalla passiva accettazione di visioni
della vita indotte da altri – dalla televisione, dalla
pubblicità, dalla moda – per ritrovare la capacità di
chiedersi “che cosa è davvero importante nella vita”,
provando a rispondersi in prima persona, valutando autonomamente
idee e stili di vita, confrontando diverse proposte e scegliendo
quello che davvero risuona dentro, con autenticità.

Riaprire gli
occhi sul mondo

Si acquista così la capacità di vedere la
realtà nella sua unicità, momento per momento, e di
provare stupore e meraviglia per il miracolo quotidiano dell’ avere
un tetto sulla testa, una tavola sempre imbandita, libertà
di parola, salvaguardia dei diritti fondamentali? o anche
semplicemente di avere gli occhi per vedere il colore dei fiori, la
pelle per sentire la carezza del vento, un linguaggio comune per
condividere emozioni ed esperienze. Tutte conquiste che la vita ha
fatto per noi in centinaia di migliaia di anni!

Crearsi una
scala di valori

Quando la visione si allarga, quando scopriamo di non essere soli,
di non essere isolati dal resto dell’umanità e dal resto
della creazione, avviene una riorganizzazione spontanea dei valori,
si comincia a cogliere l’importanza dei piccoli gesti,
dimostrazione concreta e immediata del senso di compartecipazione,
della fratellanza e sorellanza implicita nel fatto stesso di essere
“qui e ora” in questo tempo e in questo spazio. Chiedetevi quali
sono i vostro valori e metteteli in graduatoria. Poi aggiornate
l’elenco ogni sei mesi.

Coltivare la
gentilezza amorevole
“Metta” la chiama la
tradizione buddista, un atteggiamento di premurosità,
benevolenza e affetto nei confronti di sé e degli altri che
può essere sviluppato attraverso l’esercizio e la
meditazione e che predispone la mente a vedersi in relazione agli
altri e creare con gli altri interazioni armoniche e collaborative.
Si sviluppa a partire dalla memoria, ricordando le sensazioni e le
emozioni di gratitudine, gioia e affetto provate nei momenti
migliori della propria vita e vivificando ed espandendo quello
stato interiore attraverso il ricordo.

Marcella
Danon

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