
Quante imprese hanno i mezzi per far fronte a un danno all’ambiente? A dare una risposta è la rilevazione di Pool Ambiente su dati Ania.
Da anni il WWF Italia compra terreni di particolare interesse paesaggistico e faunistico. Come “Oasi del WWF” queste zone diventano accessibili al pubblico che può goderne le bellezze.
Attualmente il WWF possiede 5000 ettari tra boschi, zone umide e
altre realtà di particolare interesse naturalistico.
L’ultimo acquisto risale a due anni fa: con un cofinanziamento
della CEE l’associazione ambientalista ha comprato a Orbetello,
nella laguna di ponente, 110 ettari di zona umida. Qualunque esito
avranno le sempre più pressanti avances degli speculatori
edilizi in quel luogo, questo terreno, ormai di proprietà
del WWF, non è in pericolo.
Gli altri territori di proprietà dell’associazione sono:
Monte Arcosu, Vanzago, Valpredina, Lago Secco (parte), Orbetello
(parte), Inghiaie, Montovolo, Orti Bottagone, Bosco Rocconi, Bosco
di Frasassi, Valtrigona, Verneto, Prato Stagno di Sassoguidano, Le
Steppe.
Monte Arcosu è un autentico polmone verde nel sud della
Sardegna, popolato tra l’altro dal cervo sardo. Tutta la zona
è ad alto rischio di incendio. Quando nel 1985 il WWF
comprò l’area, i cervi erano solo settanta, nel frattempo
sono aumentati a circa mille. Da quando l’area si trova sotto la
protezione del WWF, anche il rischio di incendi è
maggiormente sotto controllo.
Un altro esempio del tipo di impatto che il WWF proprietario
terriero ha sull’ambiente si può vedere nei terreni della
Piana di Ozieri, la cosiddetta Oasi delle Steppe in Sardegna.
Grazie alla situazione protetta vi nidifica una delle ultime
brigate della gallina prataiola, un uccello raro e poco conosciuto,
che rischia di scomparire a causa della distruzione dei suoi
habitat, che sono i campi e le steppe.
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