Una militante antifascista italiana, Ilaria Salis, è detenuta in un carcere di massima sicurezza a Budapest da dieci mesi e le richieste di trascorrere ai domiciliari l’attesa del processo sono rimaste senza risposta da parte del governo italiano. Ilaria è accusata di aver aggredito dei neonazisti durante la manifestazione del Giorno dell’onore, a Budapest, e si trova in condizioni detentive disumane, secondo quanto riferito da diverse fonti.
Il governo italiano, sotto la guida di Giorgia Meloni, è stato criticato per il suo silenzio riguardo alle richieste della famiglia di Ilaria Salis di farle scontare i domiciliari in Italia. Salis è detenuta in un carcere ungherese, dove secondo testimonianze riportate da Repubblica, è sottoposta a condizioni “disumane”, con presenza di topi, scarafaggi e cimici che hanno provocato reazioni allergiche. Nonostante ciò, l’assistenza medica sarebbe stata negata, e le carenze includerebbero mancanza di carta igienica, saponi, assorbenti e cibo.
Ma le violazioni dei diritti vanno oltre le sbarre: per sei mesi, a Salis è stato impedito ogni contatto con la famiglia, mentre gli incontri con gli avvocati sono stati limitati. In tribunale, è stata condotta con mani e piedi ammanettati, suscitando preoccupazione per il trattamento riservato durante il processo.
La richiesta di riportarla in Italia è stata respinta
Ilaria Salis è accusata di aver partecipato a un’aggressione come membro del gruppo tedesco Hammerbande, un’organizzazione antifascista. Tuttavia, secondo i familiari, mancano prove a confermare il coinvolgimento di Salis nelle violenze. Inoltre, la famiglia contesta la severità della pena richiesta, fino a 16 anni di carcere, per un reato che in Italia è solitamente punito con 4 anni e che dovrebbe ricevere delle attenuanti.
Le autorità ungheresi sostengono che Salis ha pregiudicato la vita della vittima e ha commesso il reato all’interno di un’organizzazione criminale. La famiglia della ragazza ha chiesto più volte alle autorità ungheresi e italiane di riportarla in Italia, ma le richieste sono state respinte. Nonostante la Corte europea dei diritti dell’uomo abbia condannato l’Ungheria per gravi violazioni dei diritti dei detenuti, il governo italiano non ha preso misure concrete per garantire il benessere di Ilaria Salis.
Il governo Meloni rimane in silenzio
La situazione assume un carattere politico considerando il regime semi-autoritario in Ungheria guidato da Viktor Orban. Inoltre, il governo italiano ha negato l’estradizione in Ungheria di Gabriele Marchesi, accusato degli stessi reati di Ilaria Salis, citando le violazioni dello stato di diritto in Ungheria.
Ilaria Salis ha respinto un patteggiamento a 11 anni, sostenendo la sua innocenza e affermando di aver partecipato solo a contro-manifestazioni pacifiche. Mentre il governo Meloni rimane in silenzio, il caso di Salis solleva preoccupazioni riguardo alle garanzie dei diritti umani e alla giustizia nel contesto delle tensioni politiche tra Italia e Ungheria.
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