Ilaria Salis resta in carcere a Budapest: respinta la richiesta di domiciliari dopo 13 mesi di reclusione. L’italiana condotta di nuovo in aula in catene.
- Respinta la richiesta di arresti domiciliari per Ilaria Salis, detenuta da 13 mesi a Budapest per un’aggressione.
- L’insegnante 39enne è stata di nuovo condotta in catene in aula per l’udienza di oggi.
- La delegazione italiana presente denuncia di aver ricevuto insulti e minacce durante il dibattimento.
Evidentemente non sono sufficienti, per il giudice ungherese, i 13 mesi già trascorsi in attesa di un giudizio: Ilaria Salis resta in carcere a Budapest ancora almeno fino al 24 maggio prossimo, data della prima udienza del processo vero e proprio. Anche oggi, nel giorno in cui era in ballo la concessione degli arresti domiciliari, l’attivista e insegnante milanese di 39 anno è stata condotta in aula in catene alle mani e ai piedi, suscitando di nuovo lo sdegno in Italia come era già successo lo scorso 30 gennaio. E alla fine la decisione del giudice è stata quella meno sperata: Ilaria Salis resta in carcere.
Ilaria Salis resta in carcere almeno per altri due mesi
La cittadina italiana era stata arrestata ormai più di un anno fa con l’accusa di pestaggio ai danni di tre manifestanti di estrema destra a Budapest, e per mesi lei e il suo avvocato avevano lamentato condizioni carcerarie degradanti e l’impossibilità di accedere ai fascicoli che la riguardavano, fino a che le immagini che la ritraevano condotta in tribunale in manette, guinzaglio e ceppi ai piedi avevano sconvolto l’opinione pubblica italiane e indotto anche il governo italiano, con molta prudenza, a chiedere spiegazioni.
Quelle immagini oggi si sono ripetute, riprese anche dalle persone facenti parte della delegazione italiana giunta a monitorare lo svolgimento dell’udienza: tra loro avvocati, attivisti, alcuni parlamentari italiani di opposizione tra cui Ilaria Cucchi, e anche il fumettista Zerocalcare. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, dall’Italia (nessun esponente della maggioranza o del governo faceva parte della delegazione) appena uscite le immagini di Ilaria Salis nuovamente in catene, ha affermato “non va bene, vanno sempre rispettati i diritti dei detenuti, soprattutto di quelli in attesa di giudizio come prevedono le norme comunitarie: continuiamo ripeterlo, ma non politicizziamo il processo”.
Ma la stessa delegazione italiana, a sentirne le testimonianza, non sarebbe stata trattata esattamente con i guanti: “Ilaria Salis è tornata in catene, le sono state soltanto allentate le manette ma è arrivata in tribunale coi ceppi e le catene, esattamente come l’altra volta” racconta Aurora D’Agostino, copresidente dell’associazione nazionale dei Giuristi democratici, presente in aula. Che spiega come il clima, prima e dopo l’udienza, fosse “iper-teso: ci hanno messo in una saletta in cui vedevamo l’aula solo in videoconferenza”. I testimoni, ovvero i tre uomini che denunciano di essere stati aggrediti da Ilaria Salis e da altre attiviste, “sono stati mandati via, e il testimone aggredito e i suoi amici nazisti hanno anche operato delle minacce nei confronti dell’avvocato e degli amici di Ilaria che erano qui”.
E soprattutto è stata rigettata nuovamente la richiesta di sostituzione della misura cautelare. Gli avvocati puntava sui domiciliari a Budapest come primo passo verso un successivo trasferimento in Italia del domicilio scelto, ma non c’è stato niente da fare: Ilaris Salis resta in carcere in spregio a ogni buonsenso nonostante avesse trovato anche un luogo dove avere gli arresti domiciliari in Ungheria, fosse disposta a pagare una cauzione da 40mila euro e a indossare il braccialetto elettronico. Secondo l’avvocata D’Agostino “il giudice ha detto che sostanzialmente la situazione indiziaria è rimasta invariata, perché non ha ancora sentito i testimoni, non ha ancora sentito i periti,e che in fondo 13 mesi di carcere per una imputazione così non sono troppi…”. Il processo è stato rinviato al 24 maggio: nel frattempo, Ilaria Salis resta in carcere per altri due mesi.
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