Google Earth Engine è uno strumento ancora poco conosciuto, che può essere sfruttato dalle associazioni per intervenire al meglio a difesa della natura.
I satelliti artificiali che orbitano lontano dalla Terra potrebbero aiutare a salvarla. Organizzazioni umanitarie e ambientaliste di tutto il mondo stanno sfruttando le immagini scattate dall’alto provenienti da uno strumento di Google, al fine di studiare aree in difficoltà e analizzare nuovi obiettivi. Si chiama Google Earth Engine: un programma ancora poco conosciuto che, grazie a una vasta gamma di immagini satellitari e dati open source, rende relativamente facile per gli esperti disegnare le proprie mappe interattive.
Ciò consente alle associazioni di capire quali siano i luoghi che hanno bisogno di un intervento, senza necessità di essere sul posto. Inoltre, l’azienda proprietaria del celebre motore di ricerca ha messo a disposizione un team che gestisce enormi set di dati per aiutare pro bono i gruppi che si occupano di lotta ai cambiamenti climatici e sostegno alle comunità bisognose.
Satellite mapping of historical floods combined with climate change projections show that the number of people around the world affected by floods is increasing. Read more in @Nature with analysis powered by #EarthEngine. https://t.co/cyJ4Z3SHwPhttps://t.co/9s3c8IfNfZ
Tecnicamente, Google Earth Engine è una piattaforma di cloud computing creata nel 2001 per l’elaborazione di immagini satellitari e altri dati geospaziali e di osservazione. Fornisce accesso a un ampio database di immagini e ha la potenza di calcolo necessaria per analizzare tali immagini: grazie a queste innovazioni, il software consente l’osservazione dei cambiamenti nell’agricoltura, nelle risorse naturali e nel clima di luoghi specifici, utilizzando i dati geospaziali del programma satellitare Landsat.
I 20mila file di immagini aggiunti ogni giorno alla raccolta del team di Earth Engine sono più di semplici foto statiche. I satelliti raccolgono informazioni dettagliate sulla composizione del suolo a più di 30 centimetri di profondità e sulla quantità di vapore acqueo che sale dai terreni agricoli. Studiando i cambiamenti avvenuti negli stessi luoghi in un determinato lasso di tempo, le associazioni possono decidere dove intervenire e porre rimedio a situazioni critiche che riguardano il clima e le popolazioni locali. Il personale di Google aiuta poi i clienti ad analizzare le informazioni rilevanti e a utilizzarle sul campo.
Alcuni esempi concreti: dal Senegal al Perù
Nella propria sezione dedicata agli sviluppatori, Google spiega come utilizzare Earth Engine e descrive alcuni casi di successo. Ad esempio, concentrandosi sulle foto satellitari che riguardano l’Uganda, è possibile esaminare lo stato del suolo locale e prevedere quando la temperatura sarà troppo alta per i pascoli e le persone che abitano nelle zone osservate. Infatti, gli effetti dei cambiamenti climatici hanno notevolmente modificato lo scorrere delle stagioni nello stato africano. Con piogge più o meno lunghe e siccità più intense, soprattutto nell’Uganda orientale e nord-orientale.
Altri episodi recenti riguardano nazioni in diverse parti del mondo. Per merito di un collegamento via radio con una Ong partner di Google Earth Engine, i nomadi del Senegal imparano dove trovare da bere per le loro mucche; dei puntini sulle mappe interattive informano gli indigeni peruviani sulle attività di disboscamento in atto. In Africa, l’associazione Cloud to Street mappa le zone di siccità nelle aree a rischio per i cambiamenti climatici.
Uno strumento utile anche per monitorare la deforestazione
Negli ultimi anni, Cloud to Street ha utilizzato Google Earth Engine per migliorare le proprie ricerche e prevedere l’intensità, la durata e l’impatto delle inondazioni nella Repubblica del Congo. Gli utenti affiliati possono così visualizzare una mappa dell’area che traccia il percorso dell’acqua in aumento, ricevere messaggi in tempo reale sulle strade bloccate e aiutare la comunità locale a evitare altri pericoli imminenti.
Per decenni, i satelliti lanciati dalle agenzie spaziali di Stati Uniti ed Europa hanno raccolto un vasto archivio di dati sulla Terra e sulla sua sua atmosfera, ma si trattava di dati che erano praticamente impossibili da esaminare per il pubblico. Sfruttando lo strumento di Google, queste informazioni possono ora essere distribuite in formato digitale e diventare maggiormente accessibili: “È un notevole livello di trasparenza che prima non era disponibile”, ha commentato Mikaela Weisse, portavoce di Global Forest Watch, una organizzazione online che monitora la deforestazione nel mondo. Per merito di foto satellitari scattate a migliaia di chilometri di distanza, oggi la salvaguardia dell’ambiente può essere fatta più velocemente e in modo costruttivo.
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