Aceman, la Mini (elettrica) che non c’era
Mini fa un altro passo verso la transizione ecologica del marchio; come va e cosa offre la Aceman, elettrica compatta a metà fra Cooper e Countryman.
Roberto Sposini
Chief mobility editor
Giornalista, milanese, classe 1967, in LifeGate ricopro il ruolo di chief mobility editor. Esperto di questioni legate alla mobilità e ai trasporti con particolare riferimento all’innovazione, alle strategie energetiche per l’auto e la mobilità e alle tematiche connesse: sostenibilità, emissioni, transizione energetica, sharing, smart city, mercato e prodotto, temi centrali per l’evoluzione della mobilità nel prossimo decennio. In particolare l’economia circolare è un tema che mi appassiona molto perché credo nasconda i più interessanti sviluppi dell’industria automotive per il futuro, come ho raccontato nel volume Neomateriali nell’Economia Circolare Automotive. Coordino e modero academy, talk, webinar ed eventi tematici presso enti, istituzioni, imprese, partecipo a corsi di formazione mettendo a disposizione la mia esperienza, maturata nel mondo dell’informazione dal 1991, dove mi sono occupato, fra gli altri, di turismo, viaggi e, ovviamente, di mobilità con la direzione di pubblicazioni nazionali come GenteMotori e la collaborazione alle più autorevoli testate.
Citazione preferita:
“I veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente”. (Charles Baudelaire)
Mini fa un altro passo verso la transizione ecologica del marchio; come va e cosa offre la Aceman, elettrica compatta a metà fra Cooper e Countryman.
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Lynk & Co presenta la nuova elettrica 02: pensata per l’Europa, prodotta in Cina, si può (anche) noleggiare e offre fino a 445 chilometri di autonomia.
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Col debutto del brand Dfsk cresce la disponibilità di auto cinesi low cost e di buona qualità, una possibile risposta all’urgenza (e al costo) della transizione ecologica dell’auto.
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