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La ricetta di Barilla. Agricoltura responsabile e gestione sostenibile delle materie prime
È un bilancio di sostenibilità corposo, organico, a tratti complesso, quello redatto da Barilla. “Buono per te buono per il pianeta”, presentato ufficialmente a Milano raccoglie tutti i dati, finanziari ed ambientali del gruppo emiliano che sta portando la dieta mediterranea nel mondo. Con 29 sedi produttive e un fatturato di 3.383 milioni
È un bilancio di sostenibilità corposo, organico, a tratti complesso, quello redatto da Barilla. “Buono per te buono per il pianeta”, presentato ufficialmente a Milano raccoglie tutti i dati, finanziari ed ambientali del gruppo emiliano che sta portando la dieta mediterranea nel mondo.
Con 29 sedi produttive e un fatturato di 3.383 milioni di euro, guida la produzione di pasta e panificati a livello internazionale, Barilla lavora da anni per migliorare l’intera filiera produttiva: approvvigionamento delle materie prime, logistica, riduzione dei consumi e delle emissioni di gas serra sono le linee guida seguite dal gruppo.
“Come società industriale vogliamo essere parte del cambiamento collaborando con i partner scientifici, per contaminare anche gli altri ambiti del territorio”, ha dichiarato Paolo Barilla, vicepresidente del gruppo. Per questo Barilla lavora a stretto contatto con le aziende produttrici di grano, per “identificare i sistemi di coltivazione sostenibile più efficienti” e “per ridurre impatti ambientali e migliorare la redditività per gli agricoltori”.
L’impegno di Barilla nell’acquisto di grano prodotto in maniera sostenibile
Secondo i dati pubblicati nel rapporto, nel 2015 l’azienda ha triplicato la quota di materie prime acquistate da filiere gestite responsabilmente. Una su tutti è il grano, che col progetto “Grano Duro Sostenibile”, ha visto praticamente raddoppiare la quota del cereale: 140 mila tonnellate prodotte in maniera responsabile, coinvolgendo sì l’Italia, ma anche altri Paesi come Turchia, Grecia e Stati Uniti. Il risultato è stato una riduzione delle emissioni di gas serra e dei costi di produzione fino al 30 per cento, oltre a un aumento delle rese di produzione fino al 20 per cento, con miglioramento del reddito degli agricoltori. Interessante l’esempio della pasta Voiello, prodotta col grano duro “Aureo”, coltivato in Italia senza utilizzo di irrigazione e consente un risparmio annuo di 20 milioni di metri cubi d’acqua.
Il grano di Barilla viaggia via treno
Anche la logistica è stata rivista. Nel 2015 è stata infatti inaugurata la linea ferroviaria che copre il percorso che va dal porto di Ravenna al terminal ferroviario di Parma, in collaborazione con Cepim. Sul convoglio viaggia il grano che finisce nei mulini: grazie al trasporto su rotaia sono stati tolti 3.300 camion all’anno dalla strada, riducendo le emissioni di gas serra di 1.100 tonnellate l’anno.
I numeri della sostenibilità
Negli ultimi 5 anni l’azienda ha ridotto del 19 per cento i consumi idrici e del 23 per cento le emissioni di gas serra degli stabilimenti produttivi. Il 98 per cento delle confezioni è riciclabile, mentre il 42 per cento è fatto con materiale riciclabile.
“Vogliamo promuovere l’adozione di diete alimentari sostenibili: buone per le persone e per l’ambiente in cui tutti viviamo”, ha dichiarato il presidente Guido Barilla. “E infine favorire metodi di coltivazione delle materie prime che riducano gli impatti ambientali, garantiscano qualità dei raccolti e sviluppo degli agricoltori locali. Collaborazioni costanti, trasparenti e attente nei territori in cui siamo presenti ci stanno mostrando una via di sviluppo nel lungo periodo, che – al di là dei benefici immediati in termini di reputazione – rappresentano il patrimonio di fiducia con cui l’impresa si consoliderà nei mercati attuali e lancerà la sua offerta in nuovi Paesi”.
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