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Il distretto tessile di Prato dice no alle sostanze tossiche.
Uno dei più importanti distretti tessili d’Europa sceglie una moda senza sostanze tossiche, impegnandosi nella campagna Detox di Greenpeace. “Ricadute sull’intero settore tessile mondiale”.
Una decisione che avrà ripercussioni su tutto il settore della moda. È questo il significato dell’annuncio di 20 aziende del distretto tessile di Prato che da Milano, città della moda per antonomasia, hanno sottoscritto l’impegno Detox di Greenpeace.
La campagna dell’associazione ambientalista punta ad una produzione di capi di abbigliamento senza l’uso di sostanze tossiche, sia nei confronti dell’uomo che dell’ambiente, chiedendo ai marchi della moda di impegnarsi nell’eliminare l’utilizzo di tutte le sostanze chimiche pericolose entro il 2020 e “chiede a tutti i loro fornitori di rendere pubblici, su una piattaforma online indipendente, i dati relativi allo scarico di inquinanti dalle loro strutture nell’ottica della massima trasparenza”, spiega l’associazione.
Una decisione storica perché il distretto di Prato rappresenta “il 3 per cento della produzione tessile europea, esportando ogni anno più di 2,5 miliardi di euro di prodotti di abbigliamento realizzati per alcuni dei marchi internazionali più famosi tra cui Burberry, Prada, Valentino, Armani e Gucci”, sottolinea appunto Greenpeace. Le aziende coinvolte hanno già pubblicato una lista di sostanze da eliminare completamente entro il 2020, iniziando con quelle che saranno tolte a partire da quest’anno, come i Pfc e i composti fluorurati.
Detox, la campagna globale per una moda libera da sostanze tossiche
“La scelta delle aziende pratesi ha ricadute sull’intero settore tessile mondiale e speriamo incoraggi sempre più marchi del settore a sottoscrivere Detox”, dichiara Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia. “Queste aziende hanno scelto uno standard d’eccellenza per la gestione delle sostanze chimiche, su cui si baserà la valutazione di tutte le altre iniziative sulle sostanze chimiche pericolose prese da singoli marchi o da gruppi di aziende. Ora che i loro fornitori si sono impegnati a eliminare le sostanze tossiche, Gucci, Prada e Armani non hanno più alcuna scusa per non seguire l’esempio”. Migliaia di tonnellate di filati e milioni di tonnellate di materie prime saranno ora “disintossicate”.
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