“Le imprese sanno come andare verso investimenti green, ma hanno bisogno di politiche chiare”, spiega Irene Priolo, presidente dell’Emilia-Romagna.
Favini candidata al LuxePack in Green award per il suo contributo all’economia circolare
L’azienda italiana si è guadagnata la candidatura al prestigioso riconoscimento per il suo programma di riuso creativo promosso tra dipendenti e stakeholder.
Il devastante impatto ambientale della plastica e la necessità di ritornare ad un’economia circolare, in grado di utilizzare in maniera sostenibile le risorse naturali, hanno spinto le aziende a puntare su un packaging sempre più sostenibile. Per queste ragioni, unite alla crescente sensibilità ecologica dei consumatori, il comparto del packaging è in costante evoluzione grazie all’impiego di materiali biodegradabili o riciclabili. Si è svolta a Monaco, dal 30 settembre a 2 ottobre, la trentunesima edizione del LuxePack in Green Award, premio assegnato all’azienda che presenta la soluzione più innovativa di packaging ecologico, valutando materiali utilizzati, efficienza delle tecnologie e criteri di sostenibilità adottati, in occasione della fiera internazionale del packaging del lusso LuxePack.
Sostenibilità made in Italy
Tra le aziende candidate al premio c’era anche l’italiana Favini, storica cartiera specializzata nella realizzazione di specialità grafiche innovative per il packaging dei prodotti del settore luxury e fashion a base di materie prime principalmente naturali, come cellulosa, alghe e frutta.
Il contributo di Favini all’economia circolare
Favini è stata candidata per la categoria delle iniziative ecologiche più rilevanti del settore del packaging di alta gamma, grazie ad un programma di educazione al cosiddetto upcycling, per coinvolgere i dipendenti dell’azienda e gli stakeholder. L’upcycling consiste nel riciclare in modo creativo un prodotto, valorizzandolo e conferendogli nuova vita. “L’upcycling – si legge in un comunicato dell’azienda veneta – è un elemento chiave per Favini nel processo di produzione di carte ecologiche”.
Un tesoro dagli scarti
Da tempi non sospetti Favini riesce a valorizzare gli “scarti”, abitualmente considerati rifiuti da smaltire, ricavandone materie prime preziose per la produzione di carte a basso impatto ecologico. Proprio questa visione virtuosa, che implica vantaggi sia dal punto di vista economico che ambientale, è stata declinata da Savini a tutti i reparti aziendali e al pubblico per promuoverne la diffusione nella quotidianità. Per farlo l’azienda ha organizzato iniziative di educazione all’upcycling rivolte sia ai propri dipendenti che agli stakeholder. Questa iniziativa le è valsa la candidatura al LuxePack in Green Award 2018.
“A Fleur” un libro di https://t.co/x5BBSMI5lB per raccontare l’amore attraverso una serie di riprese videofotografiche eseguite sott’acqua.
Stampato in #ShiroAlgaCarta, la carta di Favini prodotta con le alghe.
Studio grafico https://t.co/U78UXRhRc7
Tipografia: @FNTGRFC pic.twitter.com/R7XOVm3jBb— Favini (@favini_it) 17 ottobre 2018
Voce ai protagonisti della sostenibilità
Oltre alle iniziative volte a promuovere uno stile di vita meno impattante, come la giornata del Riuso Creativo, organizzato per regalare ai dipendenti un’esperienza diretta di upcycling, Favini, in collaborazione con LifeGate, ha iniziato a pubblicare all’interno del blog aziendale la rubrica Meet the Makers dedicata all’upcycling. L’obiettivo è promuovere ulteriormente il riuso creativo attraverso il racconto di case history positive, riportando esempi di eccellenza e innovazione sostenibile, come quelli di Womsh, che ha lanciato una scarpa ricilabile, e Orange Fiber, start up che ha creato un tessuto sostenibile utilizzando i residui alimentari della lavorazione degli agrumi.
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In tempi non sospetti Favini ha fatto dell’upcycling, ovvero la pratica di riutilizzo di materiali di scarto, uno dei propri capisaldi.
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