Al mare ne trovava talmente tanta da decidere di farne un museo, degli orrori. L’idea di una guida naturalistica. Lo scopo? Riflettere sulle nostre colpe.
Da Henkel arriva una nuova soluzione per riciclare gli imballaggi flessibili
Gli imballaggi flessibili multistrato sono una necessità per molti prodotti, ma non possono essere riciclati. Henkel scommette su una tecnologia innovativa.
Una delle grandi sfide dell’economia circolare è rappresentata dal packaging. Soprattutto quando – per esigenze di sicurezza, peso e prestazioni – è tecnicamente impossibile costruire la confezione con un solo materiale semplice da riciclare, ma si è costretti a ricorrere a imballaggi flessibili multistrato. Henkel, la multinazionale tedesca leader nel campo della detergenza, della cosmetica e degli adesivi e sigillanti, propone una soluzione: una nuova tecnologia che entra in gioco già nella fase produttiva.
Valutare il packaging sull’intero ciclo di vita
Se passiamo in rassegna con un po’ di attenzione le mensole e gli armadietti della nostra casa, ci rendiamo subito conto di quanto siano diffusi gli imballaggi flessibili. In diversi casi, infatti, sono l’unica opzione possibile per garantire l’integrità degli alimenti e allungarne i tempi di conservazione (pensiamo per esempio al sottovuoto o ai surgelati), oppure per ridurre il peso e la dimensione della confezione e, di conseguenza, l’impatto economico e ambientale del suo trasporto (è il caso delle ricariche per i detersivi). “Un’azienda responsabile conduce un’analisi dell’impatto ambientale del packaging sull’intero ciclo di vita, per identificare la soluzione ottimale per ogni specifico prodotto”, chiarisce Mauro Bonfiglio, responsabile europeo di Henkel per lo sviluppo tecnologico e l’innovazione nel ramo del packaging.
Another step towards #CircularEconomy: Henkel invests in #recycling specialist #Saperatec. The startup has developed an innovative, patented technology that allows the separation & recycling of #FlexiblePackaging containing aluminum foil. ? https://t.co/YvkXC3fxLn pic.twitter.com/AabjA8cSMV
— Henkel (@Henkel) October 16, 2019
La sfida: riciclare gli imballaggi flessibili multistrato
Quando da questa valutazione esce vincitore il packaging flessibile, però, entra in gioco un interrogativo: che fine farà dopo l’uso? Anche se noi consumatori non possiamo rendercene conto, infatti, la loro peculiarità è quella di essere costituiti da materiali diversi sovrapposti. “Pensiamo per esempio a una comune confezione di caffè in polvere, che è composta da tre strati sottilissimi differenti tra loro”, continua Bonfiglio. “L’alluminio è fondamentale perché fa da scudo contro l’umidità e mantiene inalterate le caratteristiche organolettiche del caffè, ma è anche l’elemento che impedisce il processo di riciclo”.
Il risultato? Ogni anno, in Europa, centinaia di migliaia di tonnellate di imballaggi flessibili finiscono in discarica dopo un solo utilizzo. Il problema comincia già all’interno dello stabilimento produttivo, dove si generano inevitabilmente degli scarti che non c’è modo di recuperare o riutilizzare. Quando poi il prodotto finisce nelle mani dei consumatori, capita spesso che questi ultimi – in buona fede – gettino il packaging nel bidone della plastica, allungando parecchio i processi per le società incaricate dello smaltimento (con tutto ciò che ne consegue in termini di costi).
Come funziona la nuova tecnologia di Henkel
Le tecnologie, per fortuna, fanno grandi passi avanti. E un’azienda del calibro di Henkel, che commercia decine di brand di largo consumo in 130 paesi, non poteva restare indifferente a un tema così rilevante. È per questo che la multinazionale ha investito in Saperatec, una start-up (anch’essa tedesca) specializzata nelle nuove metodologie per l’economia circolare.
“Torniamo all’esempio del caffè”, racconta Mauro Bonfiglio. “Il nostro cliente acquista i singoli materiali (plastica e alluminio) e li unisce con gli adesivi Henkel, formando una grossa bobina. L’incarto così composto viene poi fornito al produttore di caffè. Saperatec entra in gioco per raccogliere gli scarti industriali (come i bordi che vengono rifilati, le bobine stampate male e così via). Questi ritagli, che altrimenti andrebbero bruciati, vengono trattati e separati secondo una tecnologia brevettata”.
Dopo il recupero, inizia la loro seconda vita. Si passa così da un modello lineare a un modello circolare; un bel vantaggio, in termini ambientali ed economici. E la ricerca va avanti. “Lavoriamo con un approccio di open innovation – conclude Bonfiglio –, andando costantemente alla ricerca di soluzioni intelligenti ed efficienti”.
Articolo sponsorizzato
Foto in apertura © Henkel
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