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Frigo comunitari per fermare lo spreco di cibo nel Regno Unito
L’iniziativa di Sainsbury per contrastare gli sprechi alimentari prevede l’installazione in alcune aree di frigoriferi riforniti con il cibo in eccesso donato dalle aziende locali.
Mentre 795 milioni di persone nel mondo non hanno abbastanza da mangiare, 1,3 miliardi di tonnellate di cibo vengono buttate via ogni anno (circa un terzo della produzione mondiale, secondo i dati della Fao). È evidente che ci sia qualcosa che non va e che occorra contrastare questo preoccupante squilibrio. In attesa di efficaci provvedimenti da parte di governi e nazioni, che possano risolvere il problema alla radice, alcune imprese hanno adottato numerose iniziative per frenare lo spreco alimentare.
Una rete di frigoriferi
È il caso di Sainsbury, la nota catena di supermercati londinesi, in collaborazione con la ong Hubbub e Bosch, ha lanciato il programma Community fridge network. Ogni anno nel Regno Unito viene sprecato cibo per un valore di tredici miliardi di sterline, se da un lato la consapevolezza della gravità del fenomeno è in aumento, le opzioni per fare qualcosa di concreto sono limitate. L’iniziativa di Sainsbury mira proprio a interrompere questo ciclo, offrendo ad aziende e cittadini un modo semplice per frenare gli sprechi, affrontando allo stesso tempo le questioni legate all’insicurezza alimentare.
Frigo di quartiere
In diverse aree verranno installati dei “frigoriferi comunitari“, riforniti con il cibo in eccesso donato dalle aziende locali e dai privati cittadini e chiunque potrà accedervi. I privati, per motivi igienici, potranno lasciare solo cibo interamente confezionato, mentre solo i commercianti registrati potranno donare cibo preparato o già cotto.
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I precedenti
Questo sistema è già stato sperimentato in numerose nazioni, tra cui Spagna e Germania, dove ha riscosso un notevole successo. Tra i primi a dotarsi di un “frigo solidale” ci sono la cittadina spagnola di Galdakao e Berlino, nel quartiere di Kreuzberg sono stati installati due grandi frigoriferi con cibo a disposizione per chiunque ne abbia bisogno. L’idea si è poi diffusa anche in Sudamerica, in paesi come Brasile e Argentina. Anche in Italia (dove attualmente almeno 10 milioni di tonnellate di cibo ancora perfettamente commestibile finiscono al macero) sono state intraprese alcune iniziative in questo senso, ma ancora insufficienti, come l’accordo stipulato dal comune di Milano con Milano Ristorazione per ridistribuire ai bisognosi il cibo avanzato.
Progetto pilota nel Derbyshire
Prima di avviare l’iniziativa nel Regno Unito è stato lanciato lo scorso anno un progetto pilota nella cittadina di Swadlincote, nella contea del Derbyshire. Il progetto, finanziato da Sainsbury nell’ambito del progetto Waste less, save more (piano quinquennale ideato per aiutare le famiglie britanniche a risparmiare denaro riducendo i rifiuti alimentari), ha utilizzato un frigorifero e un freezer forniti da Bosch. “Dopo il grande successo del progetto pilota di Swadlincote, che ha visto oltre novemila prodotti alimentari ridistribuiti in soli sette mesi, siamo lieti di sostenere l’iniziativa The Community fridge network”, ha dichiarato Paul Crewe, responsabile di sostenibilità ed energia di Sainsbury.
Quanto cibo si salva
Il progetto ha dunque prodotto dei benefici tangibili e immediati ed è destinato ad espandersi. “Il progetto pilota ci ha dimostrato che un piccolo paese può risparmiare oltre 500 chili di cibo ogni mese, è una fantastica opportunità per le persone per ridurre i rifiuti alimentari e risparmiare denaro”, ha concluso Crewe. Il programma prenderà il via questo mese con l’apertura di cinque nuovi frigoriferi comunitari a Milton Keynes, tre saranno installati a nord di Londra (Manor House, Leytonstone e Old Street) e in Irlanda del Nord.
La diffusione dei frigoriferi
La reazione della popolazione ai frigoriferi comunitari è stata assolutamente positiva, Hubbub ha infatti rivelato di essere stato inondato di richieste da parte di persone che vogliono istituire un frigorifero comunitario nel proprio quartiere. L’associazione fornirà a queste persone consulenza gratuita a proposito dei requisiti di legge in materia di igiene alimentare e supporto tecnico.
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