
L’ennesimo schiaffo alla libertà e ai diritti civili in Afghanistan: le donne vanno incontro a nuove restrizioni e tornano le violente pene della sharia.
Parrucchieri e centri estetici per donne dovranno chiudere in Afghanistan, secondo l’ultimo ordine dei talebani che restringe ancora di più le libertà delle donne afgane.
A partire dal 2 agosto i parrucchieri e i centri estetici per donne dovranno chiudere le serrande. È l’ultimo ordine arrivato dai talebani al potere in Afghanistan, che restringe ancora di più le libertà e i diritti delle donne nella vita e negli spazi pubblici.
“La chiusura di saloni e parrucchieri per donne dovrà verificarsi entro un mese”, ha dichiarato Mohammad Sadiq Akif, il portavoce del ministero della Prevenzione del vizio e della propagazione della virtù. Ministero ristabilito nel 2021 con la ripresa del potere da parte dei talebani e contestato a livello internazionale. “Non c’è simbolo migliore per descrivere la scomparsa dei diritti delle donne in Afghanistan della fine del ministero degli Affari per le donne e il ritorno del ministero della Prevenzione del vizio e della propagazione della virtù”, aveva commentato Human rights watch nel 2021.
Nel 2021 dalle vetrine di molti parrucchieri e saloni di bellezza per donne erano stati cancellati i volti delle donne. Ma nonostante questo, avevano continuato a lavorare e restare aperti, rappresentando una fonte di guadagno per le famiglie e rimanendo un punto di incontro sociale per le donne che si sono viste pian piano togliere i propri diritti.
“Non capisco perché i saloni di bellezza dovrebbero essere vietati”, racconta infatti una donna di Kabul alla Cnn senza voler mostrare il suo nome. Nessuna donna mostra la propria faccia truccata in pubblico, perché indossa l’hijab. Questa mossa toglierà soltanto il guadagno a tantissime famiglie, e toglierà alle donne la libertà”.
“i parchi non sono permessi alle donne, quindi i saloni di bellezza e i parrucchieri erano un buon luogo per noi per incontrarci, per vedere le nostre amiche, altre donne, e parlare”, ha detto un’altra testimone. “Ora non so come potremo incontrarci, vederci. Credo avrà un grande impatto per noi e per tutte le donne afgane”.
La chiusura dei parrucchieri e dei saloni di bellezza per le donne è solo l’ultima limitazione alle libertà delle donne in Afghanistan. I talebani, infatti, dalla ripresa del potere il 15 agosto 2021 hanno:
Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, pubblicato a giugno 2024, i talebani hanno commesso “violazioni sistematiche dei diritti delle donne”, limitando il loro accesso all’istruzione, al lavoro e la loro possibilità di muoversi liberamente all’interno della società. L’Afghanistan non è (più) un paese per donne, ma deve tornare ad esserlo.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
L’ennesimo schiaffo alla libertà e ai diritti civili in Afghanistan: le donne vanno incontro a nuove restrizioni e tornano le violente pene della sharia.
A Kabul, Radio Begum continua a trasmettere i suoi programmi fatti da donne per le donne, nonostante la repressione del regime talebano.
Di nuovo al governo in Afghanistan, i talebani hanno vietato le proteste non autorizzate. Alle donne hanno proibito anche le attività sportive fuori casa.
Besjana Guri e Olsi Nika hanno portato avanti la lotta contro nuove centrali idroelettriche sul fiume Vjosa, in Albania. L’hanno vinta e ora hanno ricevuto il Goldman Environmental Prize.
Il programma prevede il sostegno al alla popolazione di Gaza e Territori occupati attraverso l’Autorità nazionale palestinese e l’Unrwa.
Su Facebook sono circolati diversi post che incitavano alla violenza in Etiopia. Ora alcuni cittadini hanno denunciato la società Meta per la mancata moderazione.
Ursula von der Leyen annuncia un pacchetto di investimenti di 12 miliardi di euro per rafforzare la cooperazione. E intanto le cinque repubbliche ex-sovietiche si smarcano dalla Turchia sulla spinosa questione cipriota.
Una compagnia canadese ha ottenuto i permessi per estrarre uranio nei pressi di un piccolo villaggio dell’Alaska. La comunità indigena locale degli Iñupiat non ci sta.
Con il ritorno dei talebani in Afghanistan si teme per il futuro, i diritti e la vita delle donne. Vent’anni di conquiste non devono essere cancellati.