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Australia, anche l’acqua potabile è a rischio per colpa degli incendi
A seguito degli incendi provocati nelle diverse aree nel Nuovo Galles del Sud e Victoria, la qualità dell’acqua potabile in Australia è messa a rischio.
Gli incendi in corso in Australia da mesi stanno provocando gravi impatti ambientali e sociali. Impatti legati non solo alla perdita di biodiversità, ma anche alla gestione e alla qualità dell’acqua potabile, con effetti a breve e lungo termine sulle specie che abitano il paese.
I rischi a breve termine sull’acqua in Australia
Gli incendi boschivi stanno danneggiando le infrastrutture di approvvigionamento idrico e i rischi collegati alle fiamme possono persistere anche dopo lo spegnimento degli stessi. Le interruzioni di energia, ad esempio, stanno impedendo alcuni importanti trattamenti come la disinfezione dell’acqua con il cloro, necessaria per uccidere i microrganismi e renderla sicura da bere. È quello che sta accadendo per esempio nelle città di Eden e Boydtown, sulla costa meridionale del Nuovo Galles del Sud: ai residenti è stato consigliato di far bollire la loro acqua prima di berla e usarla per cucinare, lavarsi i denti e così via.
The Australian fires are an ecological disaster unprecedented in Australia’s history, creating big trouble for drinking water supplies, coastal ecosystems, and the freshwater rivers that support iconic Australian wildlife, such as the platypus. https://t.co/uwUge5abf9
— Jamie Lowe (@jamierobertlowe) January 11, 2020
Parte di quella immessa nel sistema idrico proviene direttamente dai fiumi, nei quali finiscono le acque reflue e quelle riversate dalle industrie: senza trattamenti, il rischio di esporsi a pericolosi agenti patogeni, tra cui i parassiti, diventa molto più alto. Le zone più interessate da tale fenomeno sono quelle di Batlow, Adelong, Tumbarumba, la regione a sud di Eurobodalla Council. Anche qui le autorità hanno diramato l’avviso di bollire l’acqua, anche se questa misura potrebbe non essere sufficiente per eliminare come si deve tutte le sostanze pericolose.
I rischi a lungo termine
Ciò non vale solo per gli impianti di trattamento. I roghi stanno “stressando” anche i bacini idrografici, il che può portare a pericoli sul lungo termine per l’acqua potabile: tali bacini, infatti, sono in genere aree boschive. E quindi vulnerabili rispetto ai danni che può provocare un incendio. Ad esempio, la cenere degli incendi boschivi contiene sostanze come azoto e fosforo: l’aumento delle cui concentrazioni può stimolare la crescita di cianobatteri, comunemente noti come “alghe blu-verdi”. Essi producono a loro volta sostanze chimiche che possono causare una serie di problemi di qualità dell’acqua, inclusi cattivo gusto e odore. Alcuni cianobatteri possono produrre sostanze chimiche tossiche, che richiedono molta attenzione.
Molti impianti di trattamento delle acque includono processi per filtrare le piccole particelle sospese. Ma un aumento di queste ultime, come quello che si registra dopo gli incendi boschivi, sfiderebbe la capacità della maggior parte degli impianti di filtrazione: possono anche essere rimosse del tutto ma ostruendo i filtri, è necessario un ricambio più frequente del normale. Dedicare tutto questo tempo alla sostituzione di tali componenti può rallentare il ritmo di trattamento delle acque. E se non si riesce a tenere il passo con la domanda le autorità potrebbero porre dei limiti al suo consumo.
Al fine di ridurre il rischio di malattie gastrointestinali e di altro tipo, i fornitori di acqua e i dipartimenti sanitari hanno già iniziato a emettere diversi avvisi di ebollizione dell’acqua, pratica che può uccidere in modo affidabile la maggior parte dei microrganismi in questione ma nei casi in cui l’acqua sia contaminata da sostanze chimiche anziché da microrganismi, può non essere efficace, come riporta il dipartimento di sanità pubblica. In questi casi i messaggi di sanità pubblica diventano più drastici, come “non bere acqua di rubinetto”. Questo significa utilizzare solo acqua in bottiglia, come è successo nelle città di Buchan e Omeo.
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Le piogge possono inquinare le falde
Come se non bastasse, dopo settimane di temperature record e siccità è finalmente arrivata la pioggia, che ha aiutato a spegnere gran parte dei focolai attivi. Ma gli esperti sono comunque preoccupati: l’arrivo delle precipitazioni potrebbe determinare nuove situazioni di rischio. Ad esempio gli allagamenti, dovuti alla pioggia violenta, sebbene il livello dell’acqua rientri al momento nella media della stagione. Ma ancor più degli allagamenti, le acque cadute al suolo potrebbero trascinare detriti, ceneri e particolato, con il rischio di contaminare le falde, come ha spiegato Sarah Scally, meteorologa intervistata dal Sydney Morning Herald.
MELBOURNE- Severe storms are expected to bring some relief in the coming days from huge bushfires scorching Australia but the heavy downpours could also carry the risk of landslides and water pollution, officials said on Wednesday. Australia is battling https://t.co/8Z3hDacD7O pic.twitter.com/n5a3fX7Hhy
— British Herald (@BritishHeraldUK) January 15, 2020
Insomma, gli impatti sui bacini idrografici e i fenomeni erosivi (con gli incendi infatti vengono meno le azioni di ancoraggio del sistema pianta-suolo) e ora le piogge che si stanno abbattendo sul continente possono avere effetti di lunga durata, peggiorando potenzialmente il sistema idrico generale dell’Australia e la qualità dell’acqua potabile, per molti anni, persino decenni. Ora anche i gestori degli impianti di trattamento delle acque e i gestori dei bacini sono chiamati ad adattarsi alle mutate condizioni climatiche e prepararsi a fronteggiare eventi meteorologici futuri sempre più estremi.
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