Il Brasile soffoca per il fumo degli incendi. In Amazzonia è già bruciata un’area grande quanto la Svizzera

La siccità record in Brasile ha reso ancora più devastanti le migliaia di incendi in Amazzonia, nella savana del Cerrado e nel Pantanal.

  • A metà settembre sono oltre 50mila gli incendi attivi in Brasile.
  • Le zone più coinvolte sono Amazzonia, Cerrado e Pantanal.
  • I roghi, spesso di origine dolosa, si diffondono più in fretta a causa della siccità.

Nel messaggio vocale che ha inviato ad Associated Press, Fátima Silva, agricoltrice sessantenne che vive nella città brasiliana di Labrea, appare visibilmente scossa. “Non sto bene. Mi manca il respiro, ho mal di gola, mi serve il collirio per gli occhi. Non posso uscire in strada, non posso andare da nessuna parte perché è tutto bianco di fumo”. Anche i suoi nipotini, aggiunge, tossiscono talmente tanto da far fatica a dormire. Il fumo che respirano è quello degli incendi che in questo mese di settembre, a migliaia, flagellano l’Amazzonia, il Pantanal e il Cerrado, in Brasile. Arrivando anche a lambire il territorio di metropoli come San Paolo e Rio de Jaineiro.

50mila roghi in contemporanea tra Amazzonia, Pantanal e Cerrado

L’Istituto nazionale di ricerche spaziali (Inpe) censisce oltre 184mila incendi nel territorio del Brasile a partire dall’inizio dell’anno, di cui quasi 20mila nello stato di Amazonas, circa 40mila nel Mato Grosso e oltre 31mila a Parà. Tra gennaio e agosto il totale è di 12 milioni di ettari in fiamme, all’incirca quanto l’Irlanda e la Slovacchia messe assieme.

Guardando gli archivi storici dell’Inpe, per risalire a un anno con un numero più alto di incendi bisogna tornare indietro fino al 2010, quando erano stati 194mila: ma è plausibile che anche quel dato venga superato, visto che mancano più di tre mesi alla fine del 2024. In Amazzonia sono stati segnalati oltre 53mila roghi tra il 1° gennaio e il 27 agosto, l’83 per cento in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, estesi su un’area grande quanto la Svizzera. Tutte e 62 le municipalità dello stato di Amazonas hanno dichiarato lo stato d’emergenza.

Stando agli esperti interpellati da AbcNews, i roghi attivi a metà settembre sono circa 50mila e coinvolgono soprattutto la foresta amazzonica, il Pantanal (la più grande zona umida del mondo) e la savana del Cerrado. Tre ecosistemi diversi, tutti preziosissimi in termini di biodiversità e stoccaggio dell’anidride carbonica.

Le cause degli incendi in Brasile

“Mi sembra che la situazione peggiori di anno in anno”, ha commentato il presidente del Brasile Lula il 10 settembre, in visita nello stato di Amazonas. L’origine di molti degli incendi che stanno flagellando il Brasile è dolosa, motivo per cui Lula ha promesso un inasprimento delle pene. Una volta appiccato, il fuoco si diffonde molto più rapidamente del consueto per via della siccità, la peggiore degli ultimi quattro decenni in Amazzonia e degli ultimi sette decenni nel Pantanal. Una situazione straordinaria che sarebbe spiegabile in parte con i cambiamenti climatici, in parte con il fenomeno meteorologico noto come El Niño, conclusosi proprio durante la scorsa primavera.

Mentre i vigili del fuoco cercano di domare le fiamme, il fumo si estende su quasi il 60 per cento dell’immenso territorio del paese, facendo crollare la qualità dell’aria nelle grandi città. Anche in alcune zone di Bolivia ed Ecuador è stato necessario tenere chiuse le scuole e cancellare voli aerei per motivi di sicurezza.

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