PASADENA, CALIFORNIA - JANUARY 7: Firefighters battle the Eaton Fire in strong winds as many homes burn on January 7, 2025 in Pasadena, California. A powerful Santa Ana wind event has dramatically raised the danger of wind-driven wildfires such as the dangerous and destructive Palisades Fire near Santa Monica. The strong winds also forced President Joe Biden to cancel his plan to travel between Los Angeles and Riverside, California. (Photo by David McNew/Getty Images)
Dopo oltre tre giorni, gli incendi che hanno circondato la metropoli californiana non accennano ad arrestarsi. Almeno 10 i morti e quasi 200mila le persone evacuate.
PASADENA, CALIFORNIA - JANUARY 7: Firefighters battle the Eaton Fire in strong winds as many homes burn on January 7, 2025 in Pasadena, California. A powerful Santa Ana wind event has dramatically raised the danger of wind-driven wildfires such as the dangerous and destructive Palisades Fire near Santa Monica. The strong winds also forced President Joe Biden to cancel his plan to travel between Los Angeles and Riverside, California. (Photo by David McNew/Getty Images)
La terra arida della contea di Los Angeles era una miccia in attesa della scintilla distruttiva. Quando questa è arrivata, i venti di Santa Ana, conosciuti non a caso anche come “venti del diavolo” e spirati sulla California meridionale, hanno fatto divampare quello che, secondo molti meteorologi, è già l’incendio peggiore nella storia della città. A partire da martedì 7 gennaio Los Angeles è alle prese con fiamme che non hanno risparmiato nulla, dai boschi a interi quartieri residenziali, e che sembrano molto lontane dall’essere domate. L’aria secca, unita all’indebolimento ormai cronico del territorio e della sua vegetazione a causa della siccità ha aggravato la situazione, permettendo alle fiamme di propagarsi più velocemente. Ad appena dieci giorni dall’insediamento di Donald Trump, gli incendi di Los Angeles mostrano le tante fragilità di un paese che contemporaneamente tenta di fare la parte del leone attraverso le tronfie rivendicazioni territoriali – dalla Groenlandia a Panama, passando per il Canada – del suo prossimo presidente. Tutto ciò mentre sulle colline di Hollywood, la “regia” di un clima sempre più estremo è arrivata, tragicamente, a dare un volto concreto ad un clima politico incendiario, vera eredità delle ultime elezioni presidenziali.
Una cintura di fuoco attorno a Los Angeles
Secondo il bilancio provvisorio delle devastazioni sono oltre 10.000 le strutture distrutte dalle fiamme, mentre circa 180.000 persone sono state raggiunte dall’ordine di evacuazione diramato dalle autorità californiane. I morti accertati finora sono dieci, ma le stime potrebbero aumentare. L’incendio è in realtà una serie di cinque incendi fuori controllo che hanno disegnato una vera e propria cintura di fuoco attorno a Los Angeles e Santa Monica sono stati dati nomi specifici: il Palisades fire, che sta colpendo un’area residenziale a ovest di Los Angeles, lungo la costa dell’oceano Pacifico; l’Eaton fire, che divampa nell’Eaton Canyon a est della città, l’Hurst fire a nord, il Sunset fire che ha colpito anche molte ville delle celebri colline di Hollywood e infine il Kenneth fire, localizzato nella zona della San Fernando Valley, che è cresciuto molto velocemente: l’intervento dei vigili del fuoco e un temporaneo calo dei venti secchi che hanno alimentato le fiamme sino ad ora sono stati provvidenziali nel limitarne l’estensione, ma queste condizioni potrebbero peggiorare nuovamente nella giornata di venerdì.
I venti secchi sul terreno indebolito dalla siccità
La velocità di propagazione degli incendi è stata determinante per la loro grande espansione e potenza distruttiva. Specie durante l’autunno, ma anche nei mesi più freddi, la California è interessata dai i cosiddetti venti di Santa Ana, forti raffiche secche che soffiano dalla vasta area montuosa del Gran bacino verso la costa. In passato, i venti di Santa Ana hanno contribuito ad alcuni dei peggiori incendi della California. I venti che stanno alimentando le fiamme hanno raggiunto i 129 chilometri orari, addirittura i 161 chilometri orari in alcune zone montuose, portando aria secca con bassi livelli di umidità che contribuisce a seccare la vegetazione. Le abbondanti piogge invernali degli ultimi anni avevano contribuito alla crescita della vegetazione, ma la siccità degli ultimi mesi ha reso le piante più deboli, consentendo agli incendi di attecchire e espandersi più velocemente. Per ora i cinque incendi hanno interessato complessivamente una superficie di 117 chilometri quadrati, uccidendo almeno 10 persone e costringendone quasi 200mila all’evacuazione. Interi quartieri sono stati distrutti, così come alcuni dei luoghi più iconici della città. Le lussuose ville di Pacific Palisades, un quartiere residenziale di Los Angeles, sono state devastate mentre nell’Eaton Canyon, poco distante da Pasadena, gli edifici consumati dalle fiamme sono quasi 1.000.
Tanti ostacoli nel far fronte agli incendi
Lo sceriffo della contea di Los Angeles, Robert Luna, ha chiesto l’invio della Guardia Nazionale per combattere gli incendi e “proteggere infrastrutture cruciali”, ricevendo l’ok del governatore democratico Gavin Newsom, che ha accordato al dispiegamento di circa 400 operatori. La gestione degli incendi è ancora complicata sia per il mutare delle condizioni meteo – l’aumento e la diminuzione delle raffiche di vento – che per i problemi strutturali che riguardano sia il personale impiegato che il sistema idrico della contea.
LA County Public Works Director Mark Pestrella addresses reports of firefighters running out of water to combat the wildfires:
“The municipal water systems that service our homes and businesses continue to work effectively. However, they are not designed to fight wildfires.” pic.twitter.com/jrPJMEqc8V
Come detto, i 2.000 dei vigili del fuoco del Dipartimento forestale e antincendio della California (Cal Fire) e attualmente in servizio nell’area di Los Angeles e dintorni non sono stati sufficienti, tanto da convincere lo Stato a scarcerare temporaneamente alcuni detenuti per aiutare nelle operazioni. Il capo dei vigili del fuoco della Contea di Los Angeles, Anthony Marrone, ha dichiarato che “non ci sono abbastanza pompieri nella contea per affrontare incendi separati di questa grandezza”, aggiungendo che la contea era preparata per “uno o due incendi boschivi, ma non quattro, specialmente visti questi venti sostenuti e le basse umidità”. Per questo motivo il Dipartimento di correzione e riabilitazione della California (Cdcr) ha dichiarato giovedì di aver dispiegato 783 vigili del fuoco detenuti, che rappresentano un’alternativa a basso costo in casi di emergenza quando il personale non è sufficiente. Pur riguardando una situazione di estrema necessità, il ricorso ai detenuti è stato investito da critiche. Lo stipendio base dei vigili del fuoco si aggira infatti tra i 5,80 e 10,24 dollari al giorno, a cui si aggiunge un ulteriore dollaro all’ora quando rispondono a emergenze attive. Una paga ritenuta bassa tra i pompieri, molto meno tra i detenuti. Ma i problemi non si fermano qui: i pompieri stanno trovando difficoltà nel reperire acqua per gli idranti, e a causa delle bassa pressione nelle tubature. La scarsa condizione della rete idrica della zona, dove l’acqua di casa è anche diventata poco sicura da bere, rappresenta dunque un ulteriore fattore di fragilità infrastrutturale che non fa altro che aggravare l’emergenza.
I immediately approved Governor Newsom’s request for a Major Disaster Declaration, allowing folks impacted by the Southern California wildfires to get cash assistance to cover things like groceries and medicine.
Nelle ultime ore il presidente Joe Biden ha dovuto annullare il viaggio che lo avrebbe visto in Italia in questi giorni, nonché l’ultimo della sua presidenza prima dell’arrivo di Donald Trump. Nel frattempo, ha approvato una dichiarazione di “grave disastro” e ha ordinato nuovi aiuti federali per lo Stato. Lo stato più popoloso e ricco degli Stati Uniti, fra i più impegnati nella transizione ecologica e fra le poche roccaforti democratiche mai messe in discussione alle ultime elezioni, resta dunque attraversato da una profonda ferita a cui tenta di porre rimedio, a soli dieci giorni dalla cerimonia di insediamento di Trump. Proprio il tycoon insieme a Musk si è scagliato contro il governatore Newsom, fra i più papabili a rilevare la leadership democratica che potrebbe restare vacante con l’uscita di scena di Biden.
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