Tra le vittime degli incendi che hanno colpito la Sardegna in queste settimane ci sono anche le api. Gli ultimi giorni di luglio 2021 sono stati i più tragici per gli apicoltori sardi: il sito Euronews riporta che 30 milioni di api sono morte a causa delle fiamme divampate sull’isola del mar Mediterraneo. Gli incendi boschivi in Sardegna hanno devastato 20mila ettari di terra e distrutto uliveti, foreste, fattorie e vigneti. Più di 1.500 persone hanno lasciato temporaneamente le loro case, ma molte non sono ancora state in grado di tornarci. Le campagne intorno le città di Nuoro ed Oristano offrono ora uno spettacolo desolante e tra le vittime del fuoco distruttore ci sono stati almeno 500 alveari.
C’è stata una moria api in Sardegna
Terrantiga è un’organizzazione di produttori del settore apistico che raggruppa vari coltivatori della Sardegna. Il titolare Francesco Caboni, raggiunto da LifeGate, ha raccontato il dramma avvenuto in questo periodo e ha confermato la tragica quantità di insetti deceduti: “Per i danni diretti che ha sofferto Terrantiga in quanto organizzazione costituita da più apicoltori la stima di 30 milioni di api morte è credibile e quantificabile; il problema è che gli incendi e le perdite di alveari continuano”.
I numeri delle perdite sono enormi e rischiano di compromettere il lavoro di decine di imprenditori che da anni allevano solo ecotipi, sottospecie locali: “La nostra organizzazione ha subìto questi danni regolarmente segnalati alla azienda sanitaria locale: 200 alveari pesantemente danneggiati a Bau Mela, 100 alveari pesantemente danneggiati a Cuglieri, 70 alveari nella zona di Santu Lussurgiu totalmente distrutti, 40 alveari distrutti a Bonarcano con una moria delle api prossima al 100 per cento per un totale di circa 25,8 milioni di api morte. Inoltre, 200 alveari sono stati distrutti in modo limitato nell’area di Macomer di cui è difficile quantificare il danno ma almeno un 20 per cento di api bottinatrici è stato perso. Infine 70 alveari sono stati distrutti ad un nostro collaboratore a Mandas per un totale di 4,2 milioni di insetti morti”.
#santulussurgiu dopo il #fuoco la cenere, è sotto la coltre di morte la vita. Al di là di ogni speranza le nostre api, nonostante le perdite sono ancora vive, non tutte ma dove il nucleo è riuscito a difendere prole e ape regina c’è la speranza che la vita ritorni. È ora di agire pic.twitter.com/py6LkWBHBy
Le date di sabato 24 e domenica 25 luglio 2021 verranno tristemente ricordate da tutti gli allevatori e agricoltori che hanno possedimenti tra Santu Lussurgiu, Cuglieri, e Bonarcano. La vasta area di oltre 20mila ettari che fino ad allora era una delle più fiorenti della zona è ormai un ricordo; al posto degli uliveti secolari, degli arbusti di cisto, ginestra e prugnolo ci sono solo cenere e alberi carbonizzati. “Tutto lo staff di Terrantiga sta conteggiando i danni, cercando di salvare il salvabile anche se ormai solo un miracolo permette a qualche alveare di sopravvivere fortunosamente. Le arnie sono bruciate e se non sono state completamente danneggiate il fuoco ha sciolto tutto l’interno lasciando dove prima c’era vita e un festoso ronzio laborioso una carcassa inanimata e silente”, ha scritto Caboni sul sito di Terrantiga.
Come aiutare la Sardegna dopo l’emergenza
Alcune iniziative online promettono di raccogliere soldi per aiutare a ricostruire dopo gli incendi in Sardegna, ma Caboni suggerisce di acquistare direttamente i prodotti: “Si stanno sviluppando catene di raccolta di denaro che parlano di api ma di dubbia liceità. Noi abbiamo subito detto che non volevamo denaro, perché sappiamo bene il rischio enorme che si corre manipolando denaro che arriva dal buon cuore di chi ama le api; preferiamo valorizzare il prodotto delle api della Sardegna oppure ricevere aiuti in nutrizione o per la sostituzione di materiale perduto. Molti ci hanno chiesto come poterci aiutare, al momento l’unico aiuto che vi chiediamo è quello di supportarci con l’acquisto dei prodotti degli apicoltori sardi”.
Agronomi e ambientalisti ritengono che ci vorranno almeno 15 anni per ricostruire le aree boschive distrutte dalle fiamme. Alcuni alveari sopravvissuti agli incendi hanno già ripreso a produrre miele, e gli agricoltori che hanno patito dei danni non hanno intenzione di fermarsi: “Questa e la nostra unica piccola promessa: noi non cederemo, curiamo le api dal 1870 e le nostre api torneranno a ripopolare le montagne della nostra amata terra” ha spiegato Caboni. La ricostruzione della Sardegna passa dal benessere della sua fauna, rappresentata fino a poco tempo fa anche da milioni di api, divenute vittime innocenti dei recenti incendi.
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