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Gli incendi in Sicilia, appiccati ieri e favoriti da caldo e scirocco, hanno interessato le zone di Palermo, Messina, Trapani, Agrigento. I Nebrodi tra le aree più colpite
La Sicilia, da ieri, brucia. Giovedì 16 giugno – già battezzato “giovedì di fuoco ” – sono stati infatti appiccati nelle foreste dell’isola circa 500 incendi dolosi, una trentina dei quali ancora non domati, anche se la Protezione civile conferma che la situazione sta lentamente rientrando. Le zone interessate sono soprattutto quella di Palermo, ma anche le province di Trapani, Messina e Agrigento.
Il calo dello scirocco e delle temperature ha favorito le operazioni dei Canadair – ce ne sono sei al lavoro per spegnere i focolai ancora attivi – ma i danni sono tantissimi sia all’ambiente, sia alle persone (centinaia sono stati i ricoveri ospedalieri per intossicazione, diverse sono state le zone evacuate).
Le zone su cui si stanno impegnando maggiormente i Canadair sono Militello Rosmarino (Me), Favara e Burgio (Ag), Cefalù, Bisacquino e nei pressi del Monte Pellegrino (Pa), Castellammare del Golfo (Tp). Secondo i primi dati raccolti dalla Polizia di Cefalù, numerosi incendi sarebbero scoppiati in contemporanea, confermando la pista dolosa.
Con questi incendi, il Parco dei Nebrodi, l’area protetta più grande di Sicilia viene colpita per la seconda volta: la prima infatti è rappresentata dall’attentato a Giuseppe Antoci, presidente dell’Ente Parco, verificatosi lo scorso 18 maggio e per cui si segue la pista mafiosa. Diversi roghi si sono sviluppati nei comuni di Capo d’Orlando, Militello Rosmarino, Naso e Contrò; grave la situazione a Santo Stefano di Camastra; vi è stata una parziale chiusura dell’autostrada in direzione Palermo, mentre sono ancora interrotti alcuni tratti della Statale 113.
In una intervista a Rai News, Antoci ha ritenuto i roghi un attacco alla tutela dell’ambiente e alla biodiversità siciliana, e ha dunque espresso determinazione nel voler catturare i piromani e consegnarli alla giustizia.
Secondo le fonti Ansa e Adnkronos, sarebbe stato riaperto il tratto dell’A20 Palermo-Messina nella zona di Cefalù, tra gli svincoli di Buonfornello e Castelbuono; per quanto riguarda i collegamenti ferroviari, i danni maggiori si sono registrati sulla tratta Palermo – Messina, tra Termini e Sant’Agata di Militello, (sono ancora in corso i lavori di ripristino del collegamento). Non è ancora possibile, secondo Rfi, fare una stima dei tempi per il ripristino del servizio.
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