Finora sono morte almeno sette persone. Le forze di polizia stanno investigando per capire se gli incendi siano dolosi e hanno arrestato sette persone.
L’incendio in Australia è colpa dell’esercito
Le esercitazioni militari del 16 ottobre sono all’origine dell’incendio che sta interessando lo stato del New South Wales, in Australia. Anche il capo della Difesa lo ha ammesso e si scusato con la popolazione.
L’incendio che sta interessando in questi giorni lo stato del Nuovo
Galles del Sud (New South Wales), in Australia,
è stato causato da un’esercitazione militare che si
è svolta il 16 ottobre a ovest della città di Sydney.
Secondo le indagini che stanno ricostruendo i fatti,
l’esercito ha provocato una serie di esplosioni che ha dato vita a
un focolaio. Nel giro di poco tempo si è esteso per via del
clima secco e dei venti forti bruciando 50mila ettari di terreno e
diverse abitazioni.
Mark Binskin, capo della Difesa, si è scusato con la
popolazione dello stato australiano che ha subito i danni maggiori:
“Mi scuso perché è stato identificato che l’origine
di questo incendio è colpa nostra. Accerteremo i fatti anche
attraverso un’indagine interna, ma ad oggi sembra che è
colpa di un’esplosione dovuta a una demolizione”.
Intanto il primo ministro australiano Tony Abbott, che si
è già distinto per avere posizioni quasi negazioniste
nei confronti del cambiamento climatico e che
nei primi giorni di governo ha deciso di chiudere diverse agenzie
sul clima, ha dichiarato che “il cambiamento climatico è
reale e che bisogna agire in modo deciso per contrastarlo, ma
questi incendi sicuramente non sono frutto del riscaldamento
globale, sono un fenomeno tipico della vita in Australia”.
Per una volta si potrebbe quasi essere d’accordo con lui, se
non fosse che quel “fenomeno tipico” in questo caso si chiama
“bomba”.
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