La finanza ha la fondamentale responsabilità di traghettare i capitali verso la transizione energetica. Se ne è discusso al Salone del Risparmio 2022.
Gli incentivi alla finanza sostenibile sono sempre di più, in tutto il mondo
C’è una buona notizia per tutti coloro che sono attenti a investire il proprio denaro in modo responsabile: negli ultimi cinque anni, le autorità di tutto il mondo hanno messo il piede sull’acceleratore, approvando centinaia di incentivi alla finanza sostenibile. È quanto emerge dal report “Il sistema finanziario che vogliamo”, pubblicato dall’Unep, l’agenzia per l’ambiente
C’è una buona notizia per tutti coloro che sono attenti a investire il proprio denaro in modo responsabile: negli ultimi cinque anni, le autorità di tutto il mondo hanno messo il piede sull’acceleratore, approvando centinaia di incentivi alla finanza sostenibile. È quanto emerge dal report “Il sistema finanziario che vogliamo”, pubblicato dall’Unep, l’agenzia per l’ambiente delle Nazioni Unite.
Più di duecento incentivi alla finanza sostenibile
La Cina ha introdotto un pacchetto per un sistema finanziario green, che comprende nuovi strumenti finanziari, fondi per lo sviluppo sostenibile, green bond, indici azionari che diano risalto alla sostenibilità. La California ha obbligato le compagnie di assicurazione a rendere nota la propria esposizione su asset messi a rischio dal cambiamento climatico. Dall’altra parte del mondo, c’è l’India che punta con decisione sui green bond. Passando all’Europa, troviamo la roadmap per la transizione energetica francese, che richiede a compagnie assicurative, istituti di previdenza e altri investitori di fare un report formale sul proprio profilo ambientale. La banca centrale dei Paesi Bassi ha lanciato uno studio sull’impatto del cambiamento climatico sul sistema finanziario, mentre il Regno Unito ha fatto lo stesso con le compagnie assicurative. Gli incentivi alla finanza sostenibile adottati da ministeri delle Finanze, banche centrali e regolatori sono molto diversi tra loro. Ormai se ne contano 217, in sessanta diversi paesi del mondo: ciò significa che sono quasi raddoppiati nell’arco di soli cinque anni.
Borse, banche e agenzie di rating al lavoro per la sostenibilità
A tutti i livelli, siamo sempre più consapevoli di quanto il Pianeta sia a rischio. E di quanto sia importante lavorare duramente per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdgs). Anche i mercati e gli istituti finanziari se ne sono accorti, con le parole e con i fatti. Solo nell’arco dell’ultimo anno, ventitré diverse borse si sono impegnate per una maggiore trasparenza sui temi legati alla sostenibilità. Sei tra le più grandi agenzie di rating (S&P Global Ratings, Moody’s, Dagong, Scope, RAM Ratings e Liberum) si sono impegnate a collaborare con gli investitori istituzionali sui temi della finanza responsabile. Si moltiplicano gli esperimenti per arrivare a veri e propri “stress test” che misurino le possibili conseguenze dei fattori ambientali sui patrimoni delle banche. Nel frattempo, il mercato dei green bond continua a crescere in modo vertiginoso.
Cosa manca al nostro sistema finanziario
Senza dubbio si tratta di grandi passi avanti, ma è ancora troppo presto per cantare vittoria. Anzi, c’è ancora tanto lavoro da fare. L’Unep fa cinque proposte:
- Inserire la sostenibilità come parte integrante del piani nazionali a lungo termine per le riforme finanziarie.
- Sfruttare le innovazioni tecnologiche (il cosiddetto fintech) per finanziare lo sviluppo sostenibile.
- Fare in modo che la finanza pubblica contribuisca allo sviluppo sostenibile in tre modi: garantendo capitali e incentivi, insediando nuovi mercati e stabilendo nuove regolamentazioni ad hoc.
- Diffondere nel settore finanziario una maggiore consapevolezza delle tematiche legate alla sostenibilità e promuovere competenze specifiche per affrontarle.
- Integrare la sostenibilità negli standard, nei metodi e negli strumenti già in uso nel mondo della finanza.
Foto in apertura © spreephoto.de / Getty Images
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