La campagna Vote for animals, promossa da Lav e altre organizzazioni, mira a far assumere a candidati e partiti un impegno maggiore sul tema dei diritti animali.
Dietro le quinte di un’indagine negli allevamenti di conigli
Siamo entrati in sette allevamenti di conigli italiani: ecco che cosa abbiamo documentato nell’indagine.
Pochi giorni fa abbiamo diffuso insieme alla coalizione End the cage age un’indagine realizzata in sette allevamenti di conigli per la produzione di carne situati nel Nord Italia. L’indagine, la prima della coalizione, documenta le condizioni di vita degli animali, costretti a vivere in gabbie piccolissime e sovraffollate, dove non possono soddisfare i bisogni naturali della loro specie e dove subiscono aggressioni da parte dei compagni.
Come funziona un’indagine negli allevamenti di conigli
I conigli sono animali che col tempo abbiamo imparato a conoscere perché li abbiamo accolti nelle nostre case, proprio come facciamo con cani e gatti. E questo è uno dei motivi che spiega il calo delle macellazioni negli ultimi dieci anni. Ma non per questo dobbiamo dimenticare che sono ancora moltissimi i conigli mandati al macello nel nostro Paese: secondo l’Istat nel 2021 sono stati 16 milioni. Insieme a Francia e Spagna, siamo tra i maggiori produttori di carne di coniglio. Animali che per la quasi totalità vengono allevati in gabbia. È per questo che questa volta abbiamo deciso di concentrarci su di loro.
Il video che pubblichiamo oggi è diverso da quelli a cui sono abituate le persone che ci seguono: abbiamo voluto mostrare il dietro le quinte di questa indagine, per far capire meglio come si svolge un’investigazione di Essere Animali, tutto il lavoro di preparazione che svogliamo e il materiale che raccogliamo, di cui ciò che viene pubblicato è solo una minima parte.
In 10 anni non è cambiato niente
“Eccomi entrare in un allevamento di conigli: sono passati più di 10 anni dalla prima volta in cui mi sono infiltrato in un allevamento di questo tipo. Da allora non è cambiato niente”, racconta Francesco Ceccarelli, responsabile delle investigazioni.
“Vedo animali con ferite alla testa e alle orecchie, chiaramente inflitte da altri animali, ma anche lesioni alle zampe, dovute dal continuo sfregamento con le reti metalliche. Le gabbie sono basse e strette e lo spazio che hanno a disposizione non supera quello della superficie di un foglio A4. Neanche le fattrici, le femmine destinate alla riproduzione, possono esprimere liberamente il proprio istinto materno: è un addetto a decidere quando avranno accesso al nido, causando loro forte stress emotivo.
Gli allevamenti sono incompatibili con le caratteristiche etologiche dei conigli
Per capire meglio quanto l’allevamento in gabbia impatti sui conigli ci rivolgiamo a Margherita Paiano, etologa specializzata in comportamento animale. Paiano ci racconta che non esiste una legislatura specifica per i conigli, ma esiste tuttavia un rapporto dell’Efsa, che è andata a vedere quali sono le problematiche ricorrenti all’interno di questi allevamenti e che ci dice che nelle coniglie riproduttrici, la restrizione di movimento è la problematica di benessere con il più alto impatto, insieme ai problemi relativi alla mancanza di materiale da rosicchiare e alla fame.
In quelli in accrescimento, invece, è ancora più grave il problema della restrizione di movimento, perché naturalmente questi vengono messi all’ingrasso e quindi hanno ancora meno spazio a disposizione quando crescono.
La vita di un coniglio in un allevamento, dal punto di vista del coniglio
Dopo aver documentato le condizioni degli animali dal nostro punto di vista, quello di un investigatore che si infiltra in un allevamento, abbiamo deciso di aggiungere quello degli animali, costantemente ignorato. Abbiamo installato quindi una micro telecamera all’interno di una gabbia, per cercare di capire davvero cosa significa viverci. Una volta raccolte, vediamo che durante un’intera giornata i conigli rimangono costantemente fermi nella stessa posizione, al massimo vanno avanti e indietro ripetutamente. Le uniche azioni che possono fare sono mangiare e bere.
Come ci spiega Paiano, la vita di un coniglio in natura è molto diversa da quella che può trascorrere all’interno di una gabbia. Solo per fare un esempio: i conigli sono animali da preda, di indole timida e che amano stare in ripari naturali, che nelle gabbie non esistono. Inoltre, quando sono in libertà tendono ad assumere atteggiamenti da sentinella, ad esempio reggendosi sulle zampe posteriori, ma nelle gabbie non hanno lo spazio per farlo. Le condizioni in gabbia sono molto comode per noi, spiega, ma non lo sono assolutamente per loro.
Nel 2021 la Commissione europea, in seguito all’iniziativa dei cittadini europei End the cage age, si è impegnata a eliminare l’uso delle gabbie negli allevamenti europei. La campagna è stata un grande successo, però la battaglia non è ancora finita. Con la diffusione di questa investigazione vogliamo chiedere al Governo italiano di appoggiare il divieto di allevamento in gabbia che sarà proposto dalla Commissione Ue e anticipare il divieto a livello nazionale il prima possibile. Guarda il e unisciti alle migliaia di persone che hanno già chiesto l’eliminazione delle gabbie. Firma l’appello.
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