Con un comunicato del 13 maggio il governo indiano ha bloccato le esportazioni di grano, con pochissime eccezioni.
Considerato che è venuta meno anche la produzione da parte di Russia e Ucraina, ci sono buoni motivi per temere per la sicurezza alimentare.
Sembra che alla base di questa decisione ci sia anche l’ondata di caldo estremo che sta flagellando India e Pakistan da due mesi.
Fin dal giorno in cui i primi bombardamenti hanno dato il via alla guerra tra Russia e Ucraina, si sono accesi i riflettori sulla sicurezza alimentare. I due paesi, insieme, esportano infatti un terzo del grano a livello globale. Dopo lo stop alla loro produzione, per qualche tempo si era ipotizzato che l’India – che detiene circa il 10 per cento delle riserve di grano a livello globale – potesse sopperire al fabbisogno degli altri paesi. Un comunicato del ministero indiano del Commercio, datato venerdì 13 maggio, ha però spento queste speranze bloccando le esportazioni di grano.
Come funziona lo stop alle esportazioni di grano dall’India
Lo stop imposto dal governo di Nuova Delhi è immediato e prevede pochissime eccezioni. Restano consentite solo le esportazioni di grano sostenute da lettere di credito già emesse e quelle verso i paesi che necessitano di “soddisfare le loro esigenze di sicurezza alimentare”. Durante una conferenza stampa, tuttavia, è stato precisato che questa misura non è pensata per durare per sempre e, anzi, potrà essere rivista in un momento successivo.
Prima di quest’annuncio, l’India puntava a spedire 10 milioni di tonnellate di grano nel corso del 2022; si sarebbe trattato di un record. I funzionari hanno smentito le voci per cui la produzione di cereali sia fortemente in calo, parlando piuttosto di un commercio “non regolamentato” che aveva portato con sé un’impennata dei prezzi su scala locale. Ora però c’è il rischio che aumentino ulteriormente i prezziglobali, già ai loro massimi storici: l’Indice dei prezzi dei cereali stilato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) ad aprile era a quota 169,5 punti, ben 43,3 in più rispetto a un anno prima.
#Ukraine threatens a global hunger crisis we just can’t afford, with nations in Africa & the Middle East already facing a perfect storm of soaring food insecurity. As I told @MunSecConf, @WFP has solutions to fight hunger, but global leaders must step up to support stability. pic.twitter.com/9p8AAq33Af
Il legame con l’ondata di caldo estremo in India e Pakistan
Il New York Times fa notare come quest’annuncio giunga piuttosto inaspettato. Solo poche settimane fa, ad aprile, il primo ministro Narendra Modi aveva rassicurato il presidente statunitense Joe Biden sul fatto che l’India avrebbe attinto alle proprie riserve per sopperire alle necessità degli altri paesi. Anzi, aveva anche promesso tutto il sostegno possibile agli esportatori di grano.
Stando ad alcuni esperti citati dal quotidiano newyorkese, sembra che questo repentino dietrofront sia figlio anche dell’ondata di caldo estremoche sta flagellando India e Pakistan ormai da due mesi. Dopo il mese di marzo più caldo degli ultimi 122 anni, anche ad aprile e maggio la colonnina di mercurio è rimasta stabilmente sopra i 40 gradi centigradi. Tutto ciò ha mandato in crisi la fornitura di energia, che non riesce a stare al passo con la domanda salita alle stelle, ma anche i raccolti agricoli.
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