
Saudi Aramco, ExxonMobil, Shell, Eni: sono alcune delle “solite” responsabili delle emissioni di CO2 a livello globale.
In India, il governo Modi ha approvato la costruzione del più grande impianto idroelettrico del Paese dopo che a fine agosto il progetto era stato respinto. La struttura sarà costruita in una zona remota e incontaminata a nord-est del Paese, ricoperta da foreste. Anche se non è ancora stato calcolato con precisione l’impatto che
In India, il governo Modi ha approvato la costruzione del più grande impianto idroelettrico del Paese dopo che a fine agosto il progetto era stato respinto.
La struttura sarà costruita in una zona remota e incontaminata a nord-est del Paese, ricoperta da foreste. Anche se non è ancora stato calcolato con precisione l’impatto che avrà su questo ecosistema ricco di biodiversità, la compromissione di specie della flora e della fauna endemiche e minacciate di estinzione è certa per gli ambientalisti.
L’impianto avrà la potenza di 3.000 megawatt e la sua costruzione significherà la perdita di circa 4.000 ettari (9.900 acri) di foresta.
Questo è solo uno delle centinaia di progetti approvati dal nuovo governo, insediatosi a maggio, dopo esser stati respinti la prima volta spesso per motivazioni ambientali.
L’approvazione avviene in pieno accordo con il programma del primo ministro Narendra Modi, che ha vinto le elezioni puntando sullo sviluppo energetico del Paese.
Per esempio, ora le imprese di piccole e medie dimensioni legate al carbone potranno aumentare la produzione del 50 per cento (pur non avendo il consenso pubblico), e le industrie inquinanti potranno operare più vicino ai parchi nazionali.
Questa tendenza ha allarmato gli ambientalisti, i quali sostengono che l’ habitat naturale del Paese sia sotto attacco in nome dello sviluppo industriale.
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