India, scoperte 176 nuove specie animali

Nel 2014 in alcune aree incontaminate del Paese sono state classificate numerose specie animali ancora ignote alla scienza.

La missione degli zoologi ricorda il mito di Sisifo, cercano di classificare e scoprire l’ancora largamente inesplorato regno animale ma devono fare i conti con l’inesorabile e sempre più rapido degrado dell’ambiente e degli ecosistemi. Eppure, nonostante gli affronti effettuati dalla nostra specie alla natura, questa non smette mai di sorprenderci.

 

Western Ghats -

 

Nel corso del 2014 in India sono state scoperte 176 nuove specie di animali dai biologi dello Zoological Survey of India (Zsi). La maggior parte delle nuove creature classificate è composta da insetti, ovviamente questi animali grazie alle loro piccole dimensioni riescono ad eludere con maggior facilità le catalogazioni dell’uomo. Tra gli altri invertebrati scoperti, il phylum più grande del regno animale, ci sono dodici specie di ragni e altrettante specie di crostacei.

 

Il lavoro dei biologi può però essere considerato soddisfacente anche se non siete degli amanti degli insetti, sono infatti stati classificati inoltre ventiquattro nuovi anfibi, ventitré tipi di pesci e due di serpenti.

 

fauna

 

I risultati più fruttuosi sono stati ottenuti nelle foreste alle pendici dei Ghati orientali e dei Ghati occidentali, nel sud e nel nord-est del Paese. Queste aree sono considerate quelle con il maggior tasso di biodiversità di tutta l’India insieme a quella dell’Himalaya orientale.

 

I biologi dello Zsi, ente preposto alla classificazione della fauna e della flora e che dipende dal ministero dell’Agricoltura e delle Foreste indiano, hanno però espresso preoccupazione circa il futuro delle specie appena classificate.

 

“Le specie che abbiamo scoperto vivono in zone geografiche molto circoscritte e quindi potrebbero sparire se il loro habitat dovesse essere distrutto”, ha dichiarato il dottor Krishnamoorthy Venkataraman, direttore dello Zsi.

 

Save the western ghats...

 

I ricercatori continuano dunque a spingere il metaforico masso di Sisifo in direzione della conoscenza, consci che questo rotolerà costantemente indietro, devastando ecosistemi ed estinguendo le specie appena classificate.

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