Dilik Bin Asap, contadino del villaggio di Penyang, e James Watt, contadino e attivista per il diritto alla terra del gruppo ambientalista indonesiano Forum for the environment (Walhi), sono stati condannati rispettivamente a otto e dieci mesi di carcere. Il 15 giugno il tribunale distrettuale di Sampit, nella reggenza di Kotawaringin Orientale, nella provincia indonesiana di Kalimantan Centrale, ha sancito la colpevolezza dei due uomini, accusati di aver rubato frutti di palma da olio da una piantagione di proprietà della Pt Hamparan Masawit Bangun Persada, società consociata del colosso dell’olio di palma Best group, che, però, è a sua volta accusata di aver rubato la loro terra.
— WALHI Kalimantan Tengah (@walhi_kalteng) March 12, 2020
Morto il terzo imputato
Lo scorso 17 febbraio la polizia arrestò Dilik Bin Asap e Hermanus Bin Bison dal villaggio di Penyang, mentre James Watt venne arrestato il 7 marzo a Jakarta, dove si era recato proprio per denunciare i due arresti alla commissione nazionale per i diritti umani. A differenza di Asap e Watt, Hermanus Bin Bison non è arrivato al processo. È infatti morto mentre era in custodia dopo che gli sarebbero state negate le necessarie cure mediche, anche se le autorità sostengono che l’uomo le abbia rifiutate.
Terra rubata
A rendere ancora più kafkiana la vicenda, c’è il fatto che, come detto, residenti e gruppi per i diritti umani accusano da anni la Pt HMBP di aver sottratto indebitamente la terra ai contadini locali. Il terreno da cui sarebbero stati rubati i frutti incriminati è infatti oggetto di controversia da dieci anni.
Secondo gli abitanti del villaggio di Penyang, la compagnia avrebbe raso al suolo la foresta e coltivato palme da olio su terra al di fuori della sua concessione, invadendo la terra della comunità. In seguito alle denunce sporte dai residenti alle autorità, nel 2010 il capo del distretto riconobbe che la Pt HMBP operava al di fuori della propria concessione e ordinò alla compagnia di cedere alla comunità la terra contesa. Nel 2011, dopo aver appurato che la compagnia aveva occupato illegalmente 1.800 ettari, venne nuovamente intimato alla Pt HMBP di restituire la terra ai legittimi proprietari.
Dalla parte delle aziende
La compagnia ha però ignorato le (evidentemente non troppo convinte) richieste fino al 2019, quando ha annunciato che avrebbe rinunciato a 117 ettari di piantagione, offrendo di gestirlo in collaborazione con gli abitanti del villaggio. Il “furto” dei frutti di palma sarebbe avvenuto proprio in questa porzione di territorio, che i contadini credevano fosse di nuovo loro, la Pt HMBP non era tuttavia dello stesso avviso e ha denunciato i tre uomini.
“La polizia non sta svolgendo la propria funzione di difesa della giustizia – ha affermato Arie Rompas, di Greenpeace Indonesia -. Ha accolto la denuncia presentata da una società che si è resa colpevole di attività illegali piantando al di fuori della sua concessione”.
Le irregolarità del verdetto
L’avvocato che ha difeso James e Dilik al processo, Bama Adiyanto, ha inoltre affermato che i giudici hanno ignorato il fatto che la proprietà dei terreni dove sarebbe avvenuto il furto è ancora oggetto di controversia, respingendo addirittura le prove presentate dalla difesa che testimoniano che l’area in questione è al di fuori della concessione della Pt HMBP.
Oltretutto, secondo quanto riferito da Mongbay, i tre imputati sarebbero stati interrogati immediatamente dopo l’arresto, senza i propri legali. Bama ha affermato che presenterà ricorso contro la condanna e intenterà una causa civile contro Pt HMBP.
Conflitti per la terra
In Indonesia i conflitti tra i contadini e le grandi compagnie che operano nel settore della palma da olio sono sempre più gravi e, nonostante la pandemia di Covid-19, si sono intensificati. Anzi, le associazioni per i diritti umani accusano le compagnie di aver approfittato delle restrizioni per intensificare le proprie attività illecite. Lo scorso 21 marzo il personale di sicurezza della compagnia Pt Artha Prigel, accusata di aver rubato la terra ai nativi, si è scontrato con gli agricoltori nella reggenza di Lahat, nella provincia di Sumatra Meridionale. Negli scontri due contadini sono stati uccisi e due sono stati gravemente feriti.
Cosa succede nelle piantagioni di palma da olio
Un altro recente episodio evidenzia l’opacità che circonda la gestione di molte piantagioni di palme da olio in Indonesia. Nel novembre 2019 i corpi dei giornalisti Maraden Sianipar e Martua Siregar vennero rinvenuti in una piantagione illegale a Labuhan Batu, nel nord di Sumatra, sulla quale stavano investigando. I due avevano riportato le irregolarità commesse dalla Pt Sei Alih Berombang, la cui concessione era stata sospesa dalle autorità nel 2018, dopo che fu scoperto che aveva distrutto 750 ettari di foresta pluviale protetta per piantare palme da olio.
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