La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
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Un fotografo amatoriale ha documentato per la prima volta la presenza del dendrolago di Wondiwoi nelle remote foreste di montagna della Papua Occidentale.
Quando Michael Smith, turista britannico appassionato di orchidee, in viaggio tra le montagna della Papua Occidentale per cercare orchidee endemiche, ha fotografato quel bizzarro animale apparso tra le fronde degli alberi, forse non sapeva che quelle che aveva appena scattato erano le prime fotografie mai realizzate di un esemplare vivo di dendrolago di Wondiwoi (Dendrolagus mayri).
Il dendrolago di Wondiwoi è un marsupiale arboricolo che vive nella remota foresta pluviale della provincia indonesiana della Papua Occidentale. Si ritiene che questi mammiferi, alti poco più di un metro e caratterizzati da orecchie particolarmente appuntite, si nutrano di uova, cereali e fiori. Questa specie è stata descritta nel 1928, grazie al ritrovamento della carcassa dell’unico esemplare noto fino ad oggi, ma da allora non ne è stato più avvistato neppure un esemplare e si temeva che fosse ormai estinta. La specie è classificata in pericolo critico dalla Lista rossa della Iucn e secondo gli scienziati ne sopravvivrebbe una popolazione estremamente ridotta, con meno di cinquanta individui maturi, e probabilmente in declino a causa della caccia e dell’estrazione mineraria.
La specie sarebbe dunque in grave pericolo, ma non è estinta, come invece si riteneva e, come si dice, finché c’è vita c’è speranza. Quello del dendrolago di Wondiwoi è solo l’ultimo caso di quello che viene definito “effetto Lazzaro” e indica proprio la riscoperta di specie animali che si credeva ormai scomparse, in alcuni casi, come quello del celacanto, addirittura da milioni di anni.
Michael Smith, 47 anni, è stato indubbiamente fortunato ma, in cuor suo, quando ha sentito un forte frusciare tra gli alberi sopra la sua testa ha sperato si trattasse del leggendario canguro arboricolo. L’uomo infatti aveva già visitato quelle zone lo scorso anno ed era a conoscenza delle storie sull’elusivo canguro di Wondiwoi. “Quando mi sono reso conto di aver fotografato un dendrolago di Wondiwoi mi sono sentito come il Capitano Achab se avesse scattato una foto a Moby Dick”.
Wondiwoi tree kangaroo found in the wild for the first time in 90 years https://t.co/IDY4oZK9Q8 was first described in Transactions of the Zoological Society of London, later called Journal of Zoology, based on the Tring museum specimen collected in 1928 https://t.co/GgDSwFH7tg pic.twitter.com/ZDGJ57sITx
— Journal of Zoology (@JZoology) 20 agosto 2018
Dopo aver confermato l’esistenza della specie è necessario cercare di valutarne la consistenza della popolazione per accertarne lo stato di conservazione. Michael Smith ha annunciato l’intenzione di tornare nella regione l’anno prossimo con esperti e trappole fotografiche per documentare la presenza di altri esemplari e raccogliere campioni fecali che possano confermare la sua straordinaria scoperta.
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