La smania di migliorare se stessi nasce da un disagio profondo. E’ una molla salutare che aiuta a cambiare, ma talvolta si traduce in ulteriore malessere: quando nasconde una sostanziale non accettazione di se’.
Informatici Senza Frontiere
Un gruppo di responsabili di sistemi informativi ha deciso di costituire un’associazione privata per mettere a disposizione di popolazioni e soggetti bisognosi la propria professionalità.
Dopo la coinvolgente esperienza di “Medici senza frontiere”, di
“Reporter senza frontiere” ecco che anche gli informatici
rispondono all’appello del reale – e che non si dica che gli
informatici vivono solo nel virtuale – e si attivano per mettere
capacità e competenza la servizio di chi richiede aiuto in
diverse parti del mondo.
L’iniziativa nasce da un appello proveniente da di Angal in
Uganda, in cui l’ospedale St. Luke, che sta africanizzando” tutto
il personale della struttura, ha chiesto aiuto all’Istituto tecnico
di San Donà di Piave per l’informatizzazione dell’ospedale e
la gestione delle cartelle cliniche.
Un appello simile giunge dall’Afganistan, sempre per
l’informatizzazione ospedaliera, e ne arriva uno anche dal centro
servizi per il volontariato di Treviso che ha bisogno di
strutturarsi meglioinformaticamente per rendersi più
visibile e per mettere al servizio di utenti e iniziative tutto il
materiale disponibile.
Nella seconda metà del 2005, un gruppo di responsabili di
sistemi operativi aziendali decide di dare via al progetto di una
Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale, al fine di
mettere a
disposizione le proprie competenze e
professionalità in favore di soggetti,
comunità e popolazioni svantaggiate. L’idea, trova subito
largo consenso, e nasce l’associazione di volontariato per la
formazione e lo sviluppo di progetti informatici. Attraverso la
formazione Informatici Senza Frontiere vuole trasferire la
conoscenza tecnica alle popolazioni dei paesi in
via di sviluppo, sia sull’information tecnology in
generale sia sui progetti realizzati.
“La comunità internazionale si mobilito per garantire
anche ai paesi poveri un pieno accesso alle nuove tecnologia.
L’obiettivo è di connettere tutti i villaggi
del mondo a Internet. Solo così avremo al
democrazia digitale”. Queste sono state le parole di Kofi Annan,
segretario generale dell’Onu, al vertice mondiale sulla
società dell’informazione a Tunisi il 16 novembre 2005. Un
messaggio colto tempestivamente e ora già attivo sul
territorio.
“Siamo convinti – afferma il presidente dell’Associazione Girolamo
Botter, direttore sistemi informativi GRUPPO-SME – che l’accesso
alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione rappresenti
un prerequisito per lo sviluppo economico e sociale e che
l’information technology debba ormai affiancare le infrastrutture
primarie come l’acqua e l’elettricità. D’altra parte nei
paesi occidentali si fa un grande spreco di tecnologia in termini
di hardware ritenuto obsoleto e know how inutilizzato. Attraverso
Informatici senza frontiere vogliamo contribuire a colmare questo
divario mettendo a disposizione la nostra professionalità e
le nostre relazioni, frutto del pluriennale impegno nella gestione
dei sistemi informativi aziendali.”
Lo sviluppo di progetti informatici prende spunto
dall’individuazione di esigenze concrete. Per soddisfarle
Informatici Senza Frontiere raccoglie le risorse finanziarie
hardware e software in modo da realizzare soluzioni complete.
L’obbiettivo è che i destinatari dei progetti si
impadroniscano degli stessi, partecipando all’installazione e
apprendendo come gestirli e manutenzionarli.
Come primo risultato di questa neo-nata associazione, è
stato consegnato nei giorni scorsi al dottor Mario Marsiaj
(dell’Associazione “Amici di Angal”) il primo prototipo del
software sviluppato da Informatici Senza Frontiere per l’Ospedale
di Angal. Il dottor Marsiaj, in questi giorni in partenza per
l’Uganda, porterà con sé un PC portatile in cui
è stato installato questo software studiato appositamente
per la gestione dei pazienti dell’Ospedale di Angal.
Dai medici e dal personale amministrativo dell’Ospedale, che
visionerà il programma, risulterà un efficace
feed-back sulla funzionalità del software ed eventuali
preziosi suggerimenti per farne uno strumento indispensabile per
l’ottimizzazione delle risorse umane e strumentali, la gestione
delle cartelle cliniche dei pazienti e delle scorte di
medicinali.
La missione completa del progetto prevede – entro il prossimo
autunno – l’installazione presso la struttura ospedaliera ugandese
di 8 personal computer collegati a un server.
Altre iniziative sono già in fase di realizzazione, una a
Venezia, presso l’istituzione Comunale Casa dell’ospitalità,
che offre ricovero a chi non ha casa, e l’altra presso il carcere
di S.Bona, a Treviso, per favorire la crescita culturale e civile
dei detenuti. Informatici senza frontiere sta iniziando un rapporto
di collaborazione per organizzare attività formative di
carattere informatico e fornire assistenza di tipo sistemistico e
hardware presso il laboratorio didattico del carcere.
Buona fortuna a Informatici Senza Frontiere, che ha esordito con
un piccolo stand allo SMAU di quest’anno a Milano, rappresentando
sicuramente una delle novità più interessanti della
fiera!
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